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Sotto procedimento disciplinare da parte dell’Ordine per gli articoli sul femminicidio
di Cesare Sacchetti
Chi conosce questo blog, lo sa. Non è la prima volta che siamo oggetto di attacchi di vario tipo dai media mainstream che, a quanto pare, non riescono a tollerare che esista uno spazio libero che vada veramente contro gli interessi dello stato profondo e che non sia la solita falsa controinformazione che ormai si fa sempre più fatica a distinguere dai media mainstream.
Così come chi ci conosce sa che siamo stati oggetto di un provvedimento che sembra avere pochi precedenti in Italia, come quello del sequestro del nostro cellulare eseguito dalla DIGOS su mandato della procura di Roma, provvedimento poi fatto a brandelli dal Tribunale del Riesame che ne ha stabilito la completa illegitimità.
Adesso ci troviamo a dover aggiungere un nuovo capitolo a questa saga, nostro malgrado, quando abbiamo scoperto che il consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti del Lazio ha aperto un procedimento disciplinare nei nostri riguardi per una presunta, e soprattutto ci sentiamo di dire fantomatica, violazione dell’art.5 bis del codice deontologico dell’ordine dei giornalisti.
Si tratta di un articolo che prevede che il giornalista non debba utilizzare espressioni irriguardose o irrispetose nei confronti delle vittime di “femminicidio”, e questo procedimento è stato aperto dopo che uno sconosciuto carneade, tale Massimiliano Mancini a quanto pare anch’egli giornalista, ha segnalato all’ordine due nostri articoli sul caso Cecchettin.
La segnalazione del personaggio Mancini contro di noi
I lettori possono giudicare da soli leggendo questi due contributi se già non hanno avuto occasione di farlo, e se e quando lo faranno, avranno facilmente modo di verificare che in nessun punto c’è una qualche espressione offensiva nei confronti di Giulia Cecchettin né tantomeno si tenta di “giustificare” Turetta come fasalmente afferma tale Mancini che al tempo stesso ci rivolge contro altri insulti e diffamazioni accusandoci, anche qui falsamente, di pubblicare notizie false scambiandoci forse per i giornali che magari lui legge quotidianamente.
C ‘è un’analisi di tutti gli enormi buchi della versione che è stata fornita dalle autorità e dai media sull’omicidio della Cecchettin, questo sì, e immaginiamo che a qualcuno non sia gradito il fatto che si mettano in evidenza tali enormi incongruenze.
C’è al tempo stesso una critica strutturale e generale di quello che, a nostro parere, viene impropriamente definito “femminicidio”, termine che non esiste nemmeno nella lingua italiana, in quanto esiste l’omicidio e le donne, come gli uomini, non vengono uccisi per il loro genere come le statistiche si ostinano a ricordare.
A quanto pare, questi articoli hanno suscitato la reazione indignata di coloro che non vogliono accettare che esistano dei giornalisti che piuttosto che allinearsi alla falsa narrazione del “femminicidio” denuncino chiaramente che questo fenomeno è stato costruito artificialmente dalla lobby femminista per raggiungere uno scopo diverso.
Il femminismo appartiene alla corrente ideologica del liberal – progressismo ed esso si propone di distruggere la società tradizionale, e soprattutto naturale, così come la si era conosciuta.
Attraverso l’apertura di una vera e propria caccia all’uomo, si badi bene solamente quello italiano, europeo e cristiano, si vuole arrivare al punto di disgregare del tutto la famiglia naturale, che è stata per millenni l’architrave sulla quale si è fondata la nostra civiltà cattolica e greco- romana.
Costoro vogliono il caos. Vogliono un mondo nel quale regni l’anarchia e un mondo nel quale l’uomo viene demascolinizzato del tutto fino a giungere al suo completo annichilimento e alla fine della famiglia.
Il femminismo è certamente guerra all’uomo ma è al tempo stesso è una guerra alla famiglia naturale.
L’esistenza di quest’ultima è ciò che pregiudica l’avvento di quel mondo progressista laddove i figli vengono affidati a istituti esterni, sessualizzati sin dall’infanzia e abusati spesso in questa tenera età.
E’ il “modello” del quale abbiamo sentito parlare purtroppo in altre occasioni e non solo nel famigerato caso di Bibbiano.
Marx, Engels, Proudhon e altri comunisti aspiravano alla fine della famiglia naturale per poter giungere a quel collettivismo famigliare nel quale i figli non sono più dei genitori, ma di tutti.
Ora il signor Mancini ci ha accusato, e noi vorremmo aggiungere diffamato, di incitare all’odio contro le donne nei nostri articoli quando ci siamo limitati a dire che il femminismo è un veleno che distrugge la donna per prima, consegnandola alla solitudine e alla privazione della gioia di essere madre, e poi tutto ciò che c’è intorno ad essa.
A costui non è piaciuta questa denuncia e francamente a noi non ci interessa molto della sua opinione, soltanto non possiamo non registrare tutto il nostro stupore poiché qualcuno nel consiglio di disciplina ha incredibilmente ritenuta, apparentemente, degna di nota una denuncia nella quale ci sono uno sproloquio di opinioni personali e nessun elemento sostanziale nei nostri confronti.
Ad esempio, per ciò che riguarda le casistiche, avevamo scritto che nel 95% dei casi, le denunce di violenza domestica finiscono con un’archiviazione o con un’assoluzione qualora si arrivi in giudizio.
Sono dati ufficiali, non sono nostre deduzioni o interpretazioni. Così come il fenomeno delle denunce false contro gli uomini è stato denunciato persino da tante donne addette ai lavori che hanno messo in rilievo come questo fenomeno sia sempre cresciuto di più nel corso degli anni.
Ciò non è altro che la diretta conseguenza della guerra che il femminismo ha dichiarato alla donna stessa, all’uomo e alla famiglia e quindi ci troviamo di fronte ad un pericoloso fenomeno sociale che dev’essere denunciato, esso sì, e contrastato con ogni mezzo pena la distruzione definitiva della nostra civiltà.
Questa era la natura dei nostri articoli e ribadiamo con forza ogni concetto e numero scritto in essi.
Così come non possiamo fare a meno di sorridere quando vediamo che il tizio che ha sporto la segnalazione ha avuto da ridire anche in altre parti del suo esposto per un altro nostro articolo sul Rotary.
A tratti sembrava di leggere una sorta di difensore d’ufficio dell’organizzazione rotariana che si è risentito perché abbiamo raccontato la storia, quella vera, di questo club.
Abbiamo scritto che questo club è stato fondato da massoni e che la sua simbologia è massonica, e non lo diciamo noi.
Lo dicono sia gli stessi massoni sia autorevoli esponenti della Chiesa Cattolica che hanno spiegato come questo club abbia scopi, natura e simbologie massoniche.
Non è nostra colpa se il Rotary è quello che è, ma prendiamo atto che a qualcuno esporre o denunciare la natura della massonerie e delle paramassonerie urti più di qualche nervo.
Intanto rimaniamo in attesa del giudizio nei nostri riguardi che si terrà il prossimo 23 gennaio.
Qualsiasi sarà il suo esito, e ci auguriamo che gli sproloqui del Mancini fatti di mere opinioni personali siano accantonati, noi continueremo a scrivere e dire quello che non si trova nel mainstream né negli spazi della falsa informazione alternativa.
Continueremo a fare quella informazione che non è gradita a coloro che hanno più volte cercato di censurarci.
Continueremo, semplicemente, a fare giornalismo.
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23 Commenti
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Bravo. Non abbiamo paura. Ti sosteniamo.
Grazie Luca.
La censura di questi personaggi è la migliore conferma della professionalità del tuo lavoro
Dott. Sacchetti mi spiace molto per questa caccia alle streghe di cui lei è oggetto. Io ormai seguo solo lei e, come me, tanti altri: ho finalmente aperto gli occhi su tanti problemi della nostra società e tante false, volute informazioni. Coraggio perché ci rimane solo più lei. Le sono vicina con tutto il mio cuore.
Grazie mille, cara Anna.
In questo suo articolo si leggono delle verita’ estremamente incontrovertibili, grazie di cio’ che ha scritto come sempre con una precisione, concretezza che spaccano a pezzi qualsiasi menzogna. Questa e’ l’ ennesima conferma che solo lei fa una vera informazione, tutti quei cialtroni che su telegram hanno vari canali sono liberi dagli attacchi del sistema proprio perche’ parlano di fuffa che non urta il sistema…..questo e’ un traccia, un solco profondissimo che distingue il vero giornalista dal venditore di fregnacce….cio’ che mi colpisce piu’ di lei su cio’ che scrive e’ quando parla della famiglia, dei principi del padre e madre, di come strappa quel bavaglio di censura che si cela dietro a realta’ come Bibbiano e di cio’ che e’ diventato questo mondo che attacca e persegue la famiglia vera e tradizionale. Nonostante tutto vincera’, vinceremo noi tutti. Grazie del lavoro che fa.
la delazione dei solerti censori di regime ormai dilaga senza freni, il pensiero unico dominante deve imporsi a tutti i costi, e poi si sciacquano la bocca con parole vane e ipocrite come pluralismo, libertà di espressione, difesa della democrazia! il bispensiero orwelliano è ormai una realtà
Purtroppo, non solo la delazione dilaga, ma si è fatta sistema e le viene anche attribuito fondamento giuridico. Viene istituita la figura del “delatore qualificato” che il più delle volte coincide anche con il “censore di regime”.
Continua cosi questo e’ giornalismo vero
Grazie
Questa è la cosa più importante di cui può essere fiero, il fatto di essere un autentico giornalista
Non uno scribacchino al soldo di qualche potentato
Con stima Sara
Ti ringrazio, Sara.
aprire una petizione su citizengo a vs favore puo’ aiutare?
Queste nullità devono rimanere nullità ,non abbiamo bisogno di zeri esponenti di un mondo perverso .
Tutta la mia solidarietà a lei e condanna fermissima a chi vuole reprimere la verità
Più la attaccano e più significa che e’ sulla strada giusta . Grazie per quello che scrive e per il fatto di metterci la faccia affinché le persone comprendano i malsani meccanismi che ci vogliono governare . Questo per me significa giornalismo nell’accezione più nobile del termine. Con stima e gratitudine . Elisa
Concordo con i precedenti commenti: è un fiore all’occhiello per chi come lei fa giornalismo sul serio, una rarità ormai. Del resto sono quasi certo che l’attenzione su Cesare Sacchetti era già stata posta da ben prima dell’intervento della digos, così come il fatto che ora sia conclamata è una conferma che il tempo, per loro al servizio di un deep state in declino, stringe sempre più. Un abbraccio sincero.
Fare quadrato nel vero senso non solo a parole , sostenere Cesare Sacchetti in tutte le maniere. Perchè ricordiamoci se soffocano Lui, soffocano anche te… sicuramente avranno preso tutti i nomi che scrivono nel blog e vari social… quindi Sostenere ..sostenere … con qualsiasi mezzo o canale uno abbia… quindi fare cose concrete!!!
Un procedimento dalle motivazioni ridicole. Finirà in nulla, ma occorre domandarsi come sia possibile che un esposto basato su considerazioni tanto inconsistenti possa essere preso in considerazione. Poi basta fermarsi a pensare un minuto per capire cosa sia l’Ordine dei Giornalisti.
Se l’articolo ha ricevuto attenzioni da parte dell’ordine dei giornalist, vuol dire che ha colto nel segno. Umilmente mi permetto di aggiungere una cosa: Proudhon non era comunista.
Bravi, andate avanti a testa alta, soprattutto perchè non state offendendo nessuno, anzi, vi state difendendo da una diffamazione. Sono giornalista anch’io e detesto i servi del potere. Difendiamoci dalle loro false accuse e dalle loro dichiarazioni deliranti. Il rispetto dei valori umani , della giustizia , della verità e della dignità vengono pima di tutto. Ma di questo blog una cosa non mi piace: questo fastidioso riquadro che impone di accettare la violenza dei cookie. Io non accetto mai queste imposizioni e preferisco non leggere, quando mi si impone un riquadro così invadente. Dovrebbe essere previsto il tasto Rifiuta tutto. Questa è libertà. Non bisogna leggere gli articoli con queste imposizioni. Se ne può fare a meno. Sono loro che devono accetetare le nostre visite a scopo di lettura. Noi non dobbiamo accettare proprio niente.
Se penso che l’anno scorso, in una libreria in centro qui a Bologna, ho visto esposti in bella (Sic!) evidenza i testi deliranti di Valerie Solanas (colei che uccise Andy Warhol), tra cui quello intitolato “S.C.U.M. – manifesto per l’eliminazione della razza maschile”, veramente non se ne può più di questa squallidissima mistificazione! Aggiungiamoci che ho la sfortuna di avere come vicina dì pianerottolo proprio una di queste femministe invasate, sedicente saggista, scrittrice e conferenziera, rivelatasi autentica odiatrice seriale di uomini e dalla quale mi tengo decisamente alla larga e vi dò l’idea dell’ atmosfera nefasta che si respira da troppo tempo. Inoltre, nella piccola emittente radiofonica locale dove opero come semplice collaboratore, purtroppo si dà ampio credito a questa faccenda e, visto che anche lì si è parlato dei recenti accadimenti sui quali più di uno si è espresso in maniera delirante, fortunatamente hanno avuto almeno il buon senso di non sondare la mia opinione, probabilmente intuendo il mio pensiero contro corrente, certo però che il clima generale resta deprimente!
Ho dato un mio piccolo contributo per sostenere Cesare Sacchetti che combatte anche per noi una guerra impari contro lo strapotere dei globalisti che vorrebbero metterci il bavaglio. Spero che tanti facciano altrettanto, siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo essere uniti contro il nemico comune. Grazie
Grazie mille, Michele, per il tuo sostegno.