Di Cesare Sacchetti La storia dell’Ucraina non è soltanto la storia di un barbaro regime nazista...
Natacha Jaitt: il caso della prostituta argentina morta che accusava Bergoglio di pedofilia
di Cesare Sacchetti
Questa storia è probabilmente ignorata da larga parte del pubblico italiano. Sicuramente non è mai stata riportata dai media mainstream italiani né tantomeno da quelli europei perché contiene delle verità così sconvolgenti e atroci da disturbare coloro che siedono nei luoghi dove viene detenuto il potere politico e finanziario.
È la storia di Natacha Jaitt. Natacha era una prostituta argentina che negli anni scorsi aveva guadagnato una certa notorietà nei media alternativi del suo Paese per le clamorose rivelazioni da lei fatte.
Natacha Jaitt aveva denunciato un traffico di esseri umani che vedeva coinvolti diversi politici argentini e di altri Paesi. Un traffico la cui rete toccava diversi membri di squadre di calcio argentine accusate dalla donna di approfittare dei bambini che venivano dalle zone più povere dell’Argentina e che cadevano vittime degli orchi.
Orchi che però avevano e hanno protezioni nei luoghi sulla carta più impensabili. La donna aveva denunciato in particolar modo un personaggio il cui nome probabilmente non dirà molto ai lettori italiani ma che in Argentina gode di una certa notorietà.
Si tratta di Gustavo Vera. Se si scrive il suo nome su qualsiasi motore di ricerca si troveranno diverse sue foto assieme a Jorge Mario Bergoglio.
Bergoglio assieme a Gustavo Vera
Gustavo Vera è un politico ed un amico stretto del pontefice già negli anni nei quali il papa era ancora arcivescovo di Buenos Aires.
Una nomina che Bergoglio ha ricevuto non senza qualche controversia perché come ha rivelato nel suo libro “Il Papa dittatore” lo scrittore Marcantonio Colonna, lo pseudonimo adottato dallo storico di origini francesi Henry Sire, erano in diversi nella Chiesa ad avere perplessità sul fatto che Bergoglio potesse ricoprire quella posizione.
Persino nei Gesuiti c’erano non poche resistenze da parte dei vertici come l’olandese Peter Hans Kolvenbach che negli anni 90 era il Superiore Generale della Compagnia di Gesù.
Kolvenbach giudicava inadeguato Bergoglio per quella posizione soprattutto per la sua spregiudicatezza e le sue capacità manipolatorie che rendevano l’allora vescovo più portato per gli intrighi politici che per l’evangelizzazione delle anime.
A Roma però ci sono forze oscure che proteggeranno Bergoglio per tutto il corso della sua carriera fino ad aprirgli la porta del soglio sul quale hanno seduto i vicari di Cristo nel corso degli ultimi duemila anni.
Forze oscure che governano il Vaticano dalla morte di Pio XII quando il suo successore, Giovanni XXIII, al secolo Angelo Roncalli, pontefice considerato appartenente alla massoneria francese, decise di inaugurare un Concilio che cambia completamente la dottrina sulla quale è stata fondata la Chiesa Cattolica.
La Chiesa post-conciliare è una Chiesa modernista e liberale che ha fatto suo lo spirito ateo e laicista di quel mondo moderno che invece avrebbe dovuto combattere e arrestare.
Quando Bergoglio inizia a salire i gradini della gerarchia della Chiesa, l’infezione della massoneria ha ormai invaso ovunque i palazzi vaticani.
E questa infezione ha portato diversi preti, vescovi e cardinali ad essere direttamente coinvolti nei traffici più sordidi.
Natacha Jaitt aveva denunciato come Gustavo Vera, un “filantropo” vicinissimo al pontefice, avesse un ruolo importante a sua volta in questa rete pedofila.
La donna aveva dichiarato in più di un’occasione che Vera utilizzava la sua fondazione “La Alameda” per trafficare donne e bambini invece di toglierli dalla strada come avrebbe dovuto fare.
A sostenere queste accuse è stato anche un giornalista ucraino, Artyom Reshetnyak, che vive da molti anni in Argentina e che aveva aperto un blog nel quale denunciava tutte le attività di Vera.
Reshetnyak rilasciò negli anni passati un’intervista proprio a Natacha Jaitt nella quale diceva che il politico argentino gestiva una rete pedofila che aveva diramazioni in diversi Paesi del mondo quali Uruguay, Cile, Brasile, Perù, Colombia, Stati Uniti e Italia.
Il giornalista ucraino in questa intervista fa delle rivelazioni sconvolgenti perché accusa il pontefice di aver autorizzato il finanziamento della rete di Vera che avrebbe perpetrato i suoi traffici nei Paesi citati prima anche con la complicità della nota agenzia di intelligence americana, la CIA.
Reshetnyak inoltre dichiarò in quell’occasione che il presidente della fondazione in questione è coinvolto nelle peggiori attività criminali quali sfruttamento della prostituzione e traffico di droga.
La fondazione, secondo quanto riferito dal giornalista, non sarebbe altro quindi che una copertura solo apparentemente umanitaria dietro la quale vengono perpetrati tutti questi traffici.
Nell’intervista poi Reshetnyak afferma anche che ci sono diversi testimoni che hanno accusato Vera dei suoi traffici e alcuni di questi sono stati uccisi come accaduto a Lucia Perez, una ragazza di 16 anni assassinata nel 2016.
Bergoglio non ha mai preso le distanze dal suo stretto amico e Vera ancora oggi non è stato portato in tribunale a rispondere di tali accuse.
Natacha Jaitt era pronta a denunciarlo pubblicamente in una corte di Giustizia nel 2019. Non fece però in tempo a testimoniare. La donna fu trovata morta il 23 febbraio del 2019 in una stanza dell’albergo Xanadu nella città di Benavidez.
Ancora oggi non si conoscono le cause esatte della morte anche se apparentemente risulta essere stata eseguita un’autopsia sul corpo di Natacha i cui esiti non sono stati resi noti.
Si sa soltanto che nelle sue narici è stata trovata cocaina ma i suoi famigliari hanno smentito che ne facesse uso a causa dei suoi problemi di salute.
Le telecamere dell’albergo dove è stata trovata morta la donna mostrano tre persone che si allontanano dalla stanza e che si disfano di un pacchetto dove presumibilmente c’erano gli stupefacenti trovati nel corpo della vittima.
Prima di morire in circostanze ancora tutte da chiarire, Natacha Jaitt aveva scritto un tweet nel quale affermava chiaramente che non aveva nessuna tendenza suicida e che se fosse stata trovata morta per un apparente suicidio, avrebbe voluto dire che non era stata lei a togliersi la vita.
Il tweet di Natacha Jaitt nel quale dichiarava di non avere nessuna tendenza suicida
La Jaitt aveva ricevuto ripetute minacce di morte da parte probabilmente dei potenti argentini e non che stava denunciando assieme al coraggioso giornalista ucraino Artyom Reshetnyak.
Proprio in quell’intervista Reshetnyak stesso affermò che i rappresentanti della autorità argentine quando fecero visita alla sua abitazione lo minacciarono esplicitamente di gettarlo “dentro un fosso” se non avesse smesso di parlare di Gustavo Vera e delle sue “attività”.
Vera è un uomo molto potente che gode di protezioni non solo in Argentina ma soprattutto tra le Mura Vaticane laddove il suo fraterno amico Bergoglio risultava chiamarlo almeno una volta a settimana per parlare con lui.
I precedenti di Bergoglio per coprire i pedofili nella Chiesa
Non è questa la prima volta che il pontefice viene accusato di coprire pedofili e uomini di Chiesa indegni di indossare l’abito talare.
Ai tempi della sua permanenza nell’arcidiocesi di Buenos Aires, nell’istituto Provolo per bambini sordi a Mendoza erano stati trasferiti dei sacerdoti che già a Verona, in un’altra sede dell’omonimo istituto, si erano macchiati di gravi abusi sessuali nei confronti dei bambini affetti appunto da sordità e mutismo.
Il Vaticano negli anni 80 sotto il pontificato di Giovanni Paolo II quando emersero le notizie di queste violenze decise di non procedere alla riduzione in stato laicale di questi preti ma li allontanò.
I preti accusati di abusi furono trasferiti in Argentina e continuarono a fare ciò che facevano in Italia.
Bergoglio sapeva cosa stava accadendo nell’istituto Provolo e non fece nulla per mettere fine a questa indicibile serie di nefandezze contro quei bambini per giunta affetti da gravi disabilità fisiche.
Lo stesso copione si verificò per ciò che riguarda don Julio Grassi. Don Grassi gestiva il centro “Bambini felici” per dare accoglienza e rifugio a bambini senza casa.
È in questo centro che il sacerdote argentino abusò di un bambino. Don Julio finì a processo alla fine degli anni 2000 e Bergoglio in questa occasione quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires nulla fece per prendere le distanze e condannare il prete pedofilo.
Decise invece di commissionare uno studio nel quale gettava fango e discredito sugli accusatori di don Grassi nonostante questi sia stato poi riconosciuto colpevole e condannato a 15 anni di carcere per i suoi abusi contro i bambini.
In ogni singola occasione, sia quando guidava la diocesi di Buenos Aires sia quando entrava nelle stanze di Santa Marta in Vaticano, Bergoglio non agiva mai per smascherare ed espellere quei sacerdoti che si macchiavano di così infami delitti.
Faceva del tutto per assicurare loro protezione e assistenza legale. La lobby pedofila è difatti estremamente potente e radicata in ogni parte del mondo.
Essa gode della partecipazione di uomini insospettabili che siedono ai più alti vertici delle istituzioni.
Una volta il famoso regista americano Stanley Kubrick fece una rivelazione all’attrice Nicole Kidman mentre era in lavorazione il celebre film “Eyes Wide Shut”.
Kubrick in quell’occasione disse che il segreto sul quale si fonda il potere di questa élite è il ricatto. Ognuno ricatta l’altro di esporre la sua partecipazione agli abusi pedofili qualora riveli al mondo esterno chi sono coloro che fanno parte di questa rete internazionale.
Sono molti dei nomi che sono emersi negli anni passati quando fu arrestato il pedofilo e magnate americano Jeffrey Epstein.
Sono presidenti degli Stati Uniti, banchieri, attori e politici. Sono coloro che Epstein portava nella sua isola laddove si consumavano altri abusi che poi venivano registrati da varie telecamere per tenere così in vita il meccanismo ricattatorio del quale parlava Kubrick.
E sono gli stessi personaggi di cui fa menzione un’altra vittima del traffico di esseri umani, Cathy O’Brien, nel suo celebre libro-denuncia intitolato “Trasformazioni d’America”.
Cathy O’Brien fu venduta già nei primi anni della sua infanzia a questa rete di trafficanti di esseri umani nella quale, secondo quanto rivelato dalla stessa O’Brien, ci sarebbero stati personaggi del calibro del presidente George H. Bush, padre di George W., e Pierre Trudeau, ex primo ministro canadese e padre dell’attuale PM canadese, Justin.
È questa rete che Natacha Jaitt e Artyom Reshetnyak denunciarono ed è questa rete che non viene mai menzionata dai media mainstream.
Sulla élite pedofila c’è una spessa coltre di silenzio che viene calata per proteggere i veri responsabili della pedofilia internazionale.
È sotto questa coltre che c’è quella inconfessabile verità che non viene mai raccontata al pubblico italiano e mondiale.
I predatori dei bambini si nascondono negli uffici e nei luoghi dove risiede il vero potere. Quello dei vari circoli del mondialismo e della massoneria di cui i media non raccontano mai nulla.
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Felice, caro Dottore, se Vladimir Putin negherà ancora e sempre la mano al pedosatanico Abusivo.
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