L’ipoteca di Trump sul conclave e la battaglia per il futuro della Chiesa

27/04/2025

Iscriviti al blog tramite email

Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.

di Cesare Sacchetti

Sabato 26 aprile 2025 si è scritta ufficialmente la parola “fine” sul pontificato di Jorge Mario Bergoglio, quando si è celebrato il suo funerale in piazza San Pietro in una tiepida giornata primaverile romana.

C’erano i leader di tutto il mondo giunti per porgere i loro omaggi al papa che è stato certamente il pontefice di riferimento dei vari circoli del mondialismo, su tutti Davos e dintorni, se si pensa che Francesco ha invitato presso il Vaticano diversi esponenti dello stato profondo americano quali la figlia dei coniugi Clinton, Chelsea, il dottor Anthony Fauci, il medico preferito dal cartello farmaceutico, e altri esponenti della finanza internazionale come Mario Draghi, ritornato per l’occasione da New York, la culla di Wall Street, presso la quale l’uomo del Britannia si era recato lo scorso giovedì.

Soltanto queste poche righe, da sole, sarebbero più che sufficienti a smontare tutta la traballante impalcatura della narrazione del “papa degli ultimi” che i mezzi di comunicazione stanno cercando a tutti i costi di far digerire alla masse, che però, nonostante la virtualità della TV, non hanno risposto all’appello.

Roma era in larga parte vuota ieri. Non c’erano folle o maree umane, e il circolo di Santa Marta si è anche salvato in parte con un escamotage come quello di far affluire al funerale i giovani che invece erano giunti per il giubileo dell’adolescenza, in modo da far credere così che la gioventù fosse tutta dalla parte di Bergoglio, mentre tra questa si nota un sempre più incoraggiante e promettente interesse per la Tradizione.

Una volta che la bara è stata definitivamente chiusa e interrata a Santa Maria Maggiore accolta da trans e carcerati come desiderava il pontefice venuto dalla fine del mondo, sono stati certamente anche messi i chiodi sulla bara del suo pontificato, ma gli strascichi, o meglio lo sconquasso, portato dall’ex arcivescovo di Buenos Aires saranno un pesante fardello per il prossimo pontefice, chiunque egli sia.

C’è, ad esempio, da fare i conti con le casse vuote dell’obolo di San Pietro perché negli ultimi anni le offerte si sono sempre più diradate a causa di un progressivo disamoramento dei fedeli nei confronti di un papa che aveva sempre parole per gli immigrati clandestini, nessuna per i cristiani perseguitati, e incontenibili gesti di affetto per i vari nemici della Chiesa rappresentati dai soliti abortisti e massoni.

Se Francesco vedeva di fronte a sé un uomo di questo mondo, non c’era nulla che riusciva a contenere il suo entusiasmo.

Doveva e voleva manifestare a tutti il suo affetto e la sua devozione nei riguardi di questi personaggi in modo che tutti sapessero che il pontefice aveva smesso definitivamente di difendere il magistero petrino per passare, in via ancora più manifesta dei suoi non brillanti predecessori, la sua ammirazione per gli ideali della libera muratoria nella enciclica “Fratelli tutti”, non a caso elogiata dai vari grembiulini della Gran Loggia d’Italia e del GOI.

Il prossimo conclave sarà quindi un intricato rebus perché ora si devono fare i conti con questo cumulo di macerie che non potranno essere ricostruite da un uomo, a parer nostro, che va alla ricerca spasmodica del dialogo inter-religioso come fatto dai pontefici post – conciliari, ma da qualcuno che invece abbia il coraggio, l’autorevolezza e la conoscenza profonda del processo di apostasia che ha investito la Chiesa negli ultimi 60 anni.

La guerra dei servizi e i precedenti negli altri conclavi

La battaglia per eleggere il successore di Pietro è già iniziata da qualche tempo, e su questo conclave si combatterà uno scontro feroce non solo ovviamente tra le varie fazioni vaticane della massoneria ecclesiastica dei cosiddetti cardinali “conservatori”, ma soprattutto anche sul piano geopolitico.

C’è una lunga letteratura su come i servizi dei vari Paesi si siano mossi per provare a spingere il conclave nella direzione desiderata, e tra i vari esempi c’è il più recente, ovvero quello che portò all’elezione di Bergoglio nel 2013, quando il dipartimento di Stato americano si adoperò non poco per favorire la sostituzione di Ratzinger, giudicato non abbastanza solerte nel seguire le direttive di Washington, con appunto il papa argentino.

Le email dell’eminenza grigia di Hillary Clinton, John Podesta, già coinvolto in un vasto giro di pedofilia, sono lì a dimostrare che gli ambienti dello stato profondo americano controllati dagli “esclusivi” circoli del Bohemian Grove e del Council on Foreign Relations erano alla ricerca di un pontefice che desse una spinta definitiva verso l’agenda del Nuovo Ordine Mondiale.

John Podesta

Attraverso l’espressione Nuovo Ordine Mondiale si intende certamente un progetto di natura politica che aspira a costruire un supergoverno mondiale, o una repubblica universale come la chiamano i massoni, ma esso prim’ancora che un disegno meramente politico è un piano spirituale che prevede l’instaurazione di una religione teosofica luciferiana globale che non può non passare dall’annichilimento della Chiesa Cattolica che è stata indiscutibilmente nei secoli passati il katehon contro l’avanzata della Bestia.

Si spiegano così le feroci battaglie per spostare i conclavi soprattutto negli ultimi anni, ma pressioni ancora più violente contro la Chiesa furono eseguite già molti anni prima, e qui si potrebbe ricordare quanto avvenne nel 1958 e nel 1963, nelle due elezioni che portarono sul soglio pontificio due uomini adepti della massoneria come Angelo Roncalli e Giovanni Montini.

Anche in quell’epoca i servizi segreti americani erano attivi nel favorire l’elezione di un pontefice che fosse espressione di quella corrente modernista che altri pontefici come San Pio X avevano invece respinto con così tanto vigore e fermezza.

Nel 1958, la CIA aveva già espresso il suo veto all’elezione del cardinal Siri che fu costretto a rinunciare dopo esplicite minacce di morte contro la sua persona, per lasciare il posto invece all’uomo che desiderava sia l’intelligence americana sia l’Unione Sovietica.

A giocare un ruolo decisivo in quell’occasione fu la fronda dei cardinali francesi guidati da Tisserant che ventilò uno scisma di fronte alla elezione dell’arcivescovo di Genova, alquanto inviso sia alla massoneria ecclesiastica, sia agli Stati Uniti e alla Francia di De Gaulle.

Eugene Tisserant

Non si voleva in nessun modo che sul soglio di Pietro salisse un papa che fosse in continuità con il compianto Pio XII, e le varie forze massoniche si scatenarono e riuscirono a rovesciare il cardinal Siri, anche grazie a delle pesanti minacce di morte rivolte contro la sua persona e la sua famiglia.

Se si legge un recente documento declassificato della CIA, ci si renderà conto che l’infiltrazione era ancora più profonda di quello che già si pensasse, poiché Roncalli e Montini sono stati probabilmente degli informatori privilegiati dell’agenzia di intelligence con sede a Langley.

Il papato di Giovanni XXIII durò comunque poco perché quando l’ex patriarca di Venezia divenne papa aveva già una salute malandata e il suo pontificato era in realtà “interlocutorio” e serviva ad aprire la strada all’uomo che doveva definitivamente “modernizzare” la Chiesa.

L’uomo in questione non era altri che Giovanni Montini, e nel conclave del 1963 si scatenò un’altra guerra per sbarrare la strada a Siri che, ancora una volta, vide la partecipazione attiva dell’intelligence americana, e in particolar modo della massoneria ebraica del B’nai B’rith che Paolo VI ricevette, non a caso, dopo la sua elezione.

Il contesto geopolitico di quell’epoca era però alquanto diverso da quello attuale.

Gli Stati Uniti erano a tutti gli effetti il garante del cosiddetto “ordine liberale internazionale” e l’impero americano era quella forza che non esitava ad utilizzare tutta la sua potenza per sovvertire e rovesciare governi sgraditi che costituissero un qualche intralcio per l’agenda del mondialismo.

La presidenza Trump ha cambiato completamente la postura di Washington, mutando gli Stati Uniti da potenza al servizio della governance mondiale a sua principale oppositrice.

Le tensioni tra Trump e Francesco

Si spiegano così le fortissime tensioni tra il pontificato bergogliano e l’amministrazione Trump, tanto che quando l’imprenditore di New York era in corsa nel 2016 per le presidenziali, Bergoglio intervenne a gamba tesa contro di lui apostrofandolo come “non cristiano” per la sua ferma intenzione di respingere il traffico di esseri umani al confine con il Messico.

Talmente era la vicinanza di Francesco con i dem americani che il papa argentino è stato il primo a parlare al Congresso americano nel 2015, dopo essere stato invitato dal presidente Obama sempre in quell’anno.

Papa Francesco assieme a Obama nel 2015

Ancora più clamoroso fu lo strappo tra il Vaticano e Trump, quando il presidente fu vittima di un attentato lo scorso luglio a Butler dal quale uscì vivo solo per un miracolo.

Di fronte al tentativo di uccidere Trump, Francesco scelse di chiudersi in un ermetico e vergognoso silenzio, a dimostrazione che l’uomo Bergoglio non nascondeva il suo odio per chi come il presidente americano era contrario alle migrazioni di massa e, di conseguenza, al melting pot globale che invece desiderava ardentemente il papa.

Trump sembra però alquanto saturo di questa chiesa bergogliana così poco cattolica e molto più simile ad una qualsiasi ONG sorosiana improntata alla promozione del culto dei diritti umani.

Il viaggio di Vance a Roma in particolare non è stato una semplice “gita di piacere” come qualche organo di stampa ha provato a far credere.

Secondo fonti vicine all’amministrazione Trump, il vicepresidente americano è venuto in Italia per fare certamente i soliti incontri di rito, ma assieme a questi ci sono stati dei colloqui, lontani dalle telecamere, nei quali il cattolico Vance ha fatto trapelare tutta la profonda insoddisfazione della presidenza di Washington rispetto ad una chiesa così anticattolica.

Vance ricevuto da Parolin

Non ci sarebbe stata soltanto da parte di Vance l’esternazione del malcontento di Trump rispetto al pontificato di Francesco, ma l’inviato dell’amministrazione presidenziale avrebbe anche ventilato la possibilità di far uscire i diversi e scabrosi scandali che riguardavano Bergoglio.

Jorge Mario Bergoglio ha infatti un passato pieno di ombre sul quale i mezzi di comunicazione si tengono alla larga, come si spiegava nel precedente contributo.

Il periodo da sacerdote e arcivescovo di Buenos Aires è stato funestato da torbide vicende che vedevano l’allora cardinal Bergoglio assicurare la sua protezione ai signori della pedofilia in Argentina, tra i quali c’era anche il fraterno amico del papa quale Gustavo Vera, oggi denunciato da due genitori di una bambina scomparsa nel giugno del 2024 e ancora oggi non ritrovata.

Natacha Jaitt, una coraggiosa donna che sapeva quello che stava accadendo agli alti livelli dell’establishment argentino, aveva deciso di denunciare il giro pedofilo del suo Paese, del quale avrebbe fatto parte lo stesso Bergoglio nelle vesti di orco che si è approfittato dell’innocenza di alcuni poveri fanciulli.

L’amministrazione Trump sa quanto accaduto a quel tempo in Argentina e ha le prove dei vari abusi commessi da Bergoglio e dalla sua cricca.

Sarà sicuramente un “caso”, ma non appena sono terminati gli incontri tra Vance e Parolin e Bergoglio, la Santa Sede ha repentinamente annunciato la morte del pontefice il giorno dopo che il vicepresidente americano aveva lasciato Roma.

L’annuncio è giunto il giorno del Lunedì dell’Angelo, ma il Vaticano, ad oggi,  non ha saputo nemmeno fornire una chiara ricostruzione dei fatti, tanto da fornire due versioni contrastanti sulla morte di Bergoglio, quale quella del dottor Arcangeli, al servizio della Santa Sede, e quella del dottor Alfieri, medico del papa.

Arcangeli nel suo certificato di morte afferma che Francesco sarebbe morto alle 7:35, dopo essere stato colpito da un ictus cerebrale, uno stato di coma e un collasso cardiaco, nonostante non risultino essere stati fatti degli esami strumentali senza i quali è praticamente impossibile stabilire se c’è stato o meno un ictus.

Alfieri invece dà una versione differente. Afferma di essere giunto alle 5:50 del mattino a Santa Marta, di aver riscontrato uno stato di coma di Bergoglio e di aver infine costatato “poco dopo” la sua morte, e questo quindi colloca la morte del pontefice ad un’ora ben precedente delle 7:35 del mattino come sostiene Arcangeli.

Appare ancora più singolare che i due si contraddicano perché, sulla carta, erano tutti e due nella stanza del pontefice sin dal primo momento, eppure sembrano avere idee diverse su come si siano svolti i fatti.

Nel frattempo, nei giorni successivi alla morte di Francesco, risultano esserci state diverse telefonate tra la Casa Bianca e la Santa Sede dal tenore non molto amichevole perché il presidente Trump non ha soltanto in mano i vari scandali commessi da Francesco, ma anche quelli dei suoi fedeli porporati, ed è chiaro che questa circostanza rappresenta una pesante ipoteca di Trump sul conclave e un serio problema per la massoneria ecclesiastica che si trova a dover i conti intanto con le sue beghe interne.

Sembrano essere già iniziate le varie faide nel clan modernista, e la prima della lista sembra essere quella che riguarda il cardinal Becciu.

Secondo il retroscena pubblicato dalla giornalista Diane Montagna, starebbe per uscire una lettera, senza data, attribuita a Bergoglio che avrebbe deciso di estromettere il controverso cardinale sardo dal conclave.

Il retroscena di Diane Montagna

Mai tempistica fu più “conveniente” perché fino ad ora Francesco non aveva manifestato alcuna intenzione di privare Becciu della facoltà di votare per il prossimo papa, soprattutto perché il porporato sardo è la classica testa di legno sulla quale è stata scaricata dalla stampa italiana, in particolare La Repubblica e L’Espresso, la responsabilità della sciagurata operazione dell’acquisto della casa di Londra, a Sloane Avenue, autorizzata invece da Francesco.

Non si vuole certo qui difendere Becciu, ma appare chiaro che questa sembra essere una operazione costruita a tavolino per silurarlo, in quanto il cardinale risulta particolarmente inviso a Parolin.

Da un po’ di tempo a questa parte, il segretario di Stato non nasconde le sue ambizioni a diventare il prossimo papa ma si trova a dover fare i conti con l’altra fazione progressista rappresentata dal cardinal Zuppi, e negli ambienti vaticani l’acredine tra i due pare abbastanza nota.

Il fronte della massoneria ecclesiastica si presenta pertanto così.

Debole, diviso, sfilacciato e dilaniato da una serie di guerre tra bande che complicano ancora di più la sua posizione, soprattutto se si pensa che la presidenza americana è pronta a mettere i bastoni tra le ruote ad altri colpi di mano dei vari progressisti.

Sbaglia quindi chi pensa che la partita sia già persa ancor prima di iniziare, quando in realtà ogni scenario in tale situazione è possibile.

Certamente sono già partite le varie macchine di dossieraggio dei servizi dei diversi Paesi che vogliono sbarrare la strada a questo e a quel cardinale,  e, tra questi, il Mossad sembra essersi messo all’opera per impedire che Pizzaballa diventi papa per via delle sue posizioni giudicate troppo filo-palestinesi.

Non è chiaro esattamente quale sia la strategia dello stato ebraico, ma non è da escludersi che voglia o possa intimidire i cardinali che vogliono dare il loro voto al patriarca di Gerusalemme che gli organi di stampa continuano a definire come un “progressista”, nonostante le sue posizioni sul dialogo inter-religioso e sullo pseudo – ambientalismo sembrano ben lontane da quelle di Francesco.

L’intervista del cardinal Pizzaballe al festival francescano del 2024

Ci sono comunque chiaramente due mondi in totale contrapposizione qui.

Ce n’è uno che vuole la prosecuzione della falsa chiesa bergogliana e del Vaticano II, e ce n’è un altro che forse vuole qualcosa di più che un pontefice “moderato”, ma uno che non abbia paura a denunciare quanto accaduto non solo durante il pontificato di Bergoglio ma anche durante i decenni passati perché Francesco non è piovuto su San Pietro da un elicottero, ma è il risultato invece di un lento e costante processo di infiltrazione.

Se si guarda al piano geopolitico, se ne deduce che non esistono più gli equilibri del 2013 e del 1958, quando anzi si ha una vera e propria inedita alleanza tra Stati Uniti e Russia, entrambe a favore del ritorno degli Stati nazionali sulla scena mondiale e ostili ai vari prelati modernisti.

Non va comunque dimenticata la verità più importante di tutte.

La Chiesa è di Cristo e l’apostasia è stata concessa per un disegno della Provvidenza.

Se questa ha deciso che tale situazione deve finire, essa inevitabilmente finirà.

Questo blog si sostiene con il contributo dei lettori. Se vuoi aiutare anche tu la libera informazione clicca qui sotto. Se preferisci invece sostenerci tramite versamento bancario, puoi versare il tuo contributo a questo IBAN: IT53J0200805047000105110952

Lacrunadellago.net_Correlati
Lacrunadellago.net_Sticky Mobile

4 Commenti

  1. Massimo

    Ciao Cesare.E’ vero che il preferito da Trump è il Cardinal Burke? Può essere lui il prossimo Papa?

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Ciao Massimo, è stata la stampa americana a scriverlo e ho i miei dubbi in proposito.

      Rispondi
      • Carlo

        Il prossimo papa sarà Pietro il romano ovvero Pietro…….

        Rispondi
  2. Irène Ben Kalifa

    Il patriarca Pizzaballe ha perfettamente descrito la realtá religiosa in medioriente con una voce di verità che segna la differenza abissale tra cristianità occidentale e vera coscienza cristiana

    Rispondi

Rispondi

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Altro in notizie …

 

ISCRIVITI A LA CRUNA DELL' AGO 🔔

Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.

Lacrunadellago.net_Correlati
Lacrunadellago.net_Sticky Mobile