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Cesare Sacchetti

L’attacco di Mosca e le prossime mosse di Putin: verso la spallata definitiva alla NATO?

24/03/2024

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di Cesare Sacchetti

Quando hanno iniziato a circolare le immagini dell’attacco terroristico al Crocus City Hall di Mosca, una enorme sala concerti della capitale moscovita che può ospitare 6000 persone, si è pensato per un istante di essere stati messi in una macchina del tempo e di essere tornati al 2004, ai tempi del massacro della scuola di Beslan.

In quell’epoca, i separatisti ceceni, finanziati dalla CIA, mettevano in atto un barbaro massacro che costò la morte a 334 persone, 186 delle quali bambini.

Era un periodo storico differente da quello attuale in quanto la Russia di Putin aveva iniziato da pochi anni il suo viaggio di ricostruzione di una nazione in macerie e preda degli oligarchi askenaziti che dopo il crollo del muro di Berlino sono divenuti i veri signori della Russia.

Oggi la Russia è una nazione forte e solida e può vantare uno degli eserciti più addestrati e preparati al mondo e la sua influenza sul piano geopolitico è di assoluto primo piano.

Quando si guarda alla politica estera della Russia, si guarda ad un percorso politico che sta cambiando i vecchi assetti ereditati dalla seconda guerra mondiale e sta ponendo fine a quasi 80 anni di dominio unipolare Euro-Atlantico.

Quando si sono viste quelle immagini, ci si è chiesti legittimamente cosa è potuto accadere per consentire a 4 terroristi di entrare con tale facilità nel Crocus e di perpetrare una strage che avrebbe lasciato dietro di sé almeno 150 vittime.

In queste ore, sta circolando l’ipotesi che quello di Mosca non sia stato un vero attentato, ma una sorta di messinscena, o meglio una falsa bandiera, l’espressione utilizzata nel gergo del mondo dell’intelligence per identificare un tipo di azione che prevede anche l’esecuzione di falsi attacchi per poi poter giustificare le reazioni successive del Paese vittima di quell’attentato, seppur simulato.

I primi ad affermare che quello di Mosca è stato un falso agguato sono stati i nemici di Putin, ovvero i famigerati nazisti ucraini che attraverso il loro servizio di intelligence hanno dichiarato che quello di Mosca non è un vero attacco.

A fargli seguito sono stati poi alcuni esponenti dell’anglosfera e dei quotidiani Occidentali che hanno affermato che quanto visto a Mosca faccia parte del repertorio di Putin che ora avrà il pretesto necessario per dare vita alla escalation che il presidente russo vuole per chiudere definitivamente il conflitto ucraino e dare la spallata definitiva alla NATO.

Non si può fare a meno di notare tutta l’ipocrisia di questi personaggi che accusano la Russia di mettere in scena falsi attacchi quando le agenzie dei servizi Occidentali negli ultimi anni hanno messo in atto una lunga serie di operazioni di questo tipo che hanno portato alla morte di civili innocenti per mano di terroristi islamici, che spesso non erano altri che agenti del Mossad sotto mentite spoglie.

Le altre “false bandiere” della Russia

I lettori che ci seguono da un po’ sanno poi che in passato siamo stati noi per primi ad individuare delle false bandiere in alcune operazioni russe quali il falso golpe del gruppo Wagner dello scorso giugno, e successivamente la probabile morte simulata del suo storico leader, Prigozhin, vicinissimo a Putin già nei primi anni 2000.

C’erano già tutti gli elementi sin dal principio per poter pensare che quella del golpe di Prigozhin fosse soltanto una messinscena.

Il gruppo Wagner infatti non aveva e non ha gli effettivi necessari per fare alcuna marcia su Mosca e prendere il potere da sola, a meno che questa non sia aiutata da una consistente parte delle forze armate russe.

Quando i suoi operativi giunsero a Rostov sul Don si vedevano i segnali della simulazione con i militari che tranquilli andavano a fare le loro compere e con Prigozhin che parlava in tutta tranquillità con i vertici delle forze armate russe. Vertici che lui in teoria avrebbe dovuto rovesciare.

Nei giorni successivi il leader della Wagner veniva persino ricevuto da Putin a conferma che tra le parti non c’è mai stata nessuna vera animosità ma che l’operazione in questione è stata attuata per eseguire delle bonifiche interne negli apparati pubblici e militari russi, e liberarsi delle quinte colonne che erano al soldo dell’Occidente, della NATO e di tutta la rete di servizi segreti quali CIA, MI6 e Mossad.

Un generale russo raggiunse indirettamente questo blog e ci confermò in esclusiva che quanto accaduto era effettivamente una falsa bandiera per eseguire operazioni di pulizia interna in una strategia che in russo viene chiamata maskirovska.

Lo stesso può dirsi della presunta morte di Prigozhin che sarebbe morto a bordo di un aereo decollato da Mosca lo scorso 24 agosto quando l’agenzia dei trasporti aerei russa, la Rosaviatsiya, non dava conferma che il leader della Wagner fosse effettivamente a bordo.

Soltanto due giorni prima, Prigozhin era in Africa ad annunciare delle prossime grandi manovre in vista. Cinque giorni dopo questo suo annuncio, ebbe luogo il golpe in Gabon che portò alla caduta di un governo fantoccio telecomandato da Parigi e che inflisse un durissimo colpo alla Francia che perdeva così le sue enormi miniere di manganese controllate dalla famiglia Rothschild attraverso la società Eramet.

La simulazione della morte di Prigozhin è stata con ogni probabilità un abile depistaggio di Mosca per togliere agli avversari Occidentali la possibilità di accusare la Wagner di “destabilizzare” l’Africa in quella che in realtà è la più grossa decolonizzazione mai vista negli ultimi 60 anni.

La Russia infatti sta giocando una partita a scacchi che va al di là dell’Ucraina e si estende su tutto il pianeta.

In gioco ci sono due modi di vedere le relazioni internazionali radicalmente opposti. Da un lato, c’è il decadente e ormai decaduto imperialismo americano; dall’altro, c’è la visione del multipolarismo che chiude la fase iniziata nel XX secolo che aveva messo le organizzazioni internazionali al di sopra degli Stati nazionali, e aveva trasferito i poteri nelle mani di centri di potere finanziari e bancari che sono stati i veri padroni della politica per tutta la seconda metà del 900 e nei primi decenni dell’attuale secolo.

Adesso, come si diceva in precedenza, alcuni sostengono che quanto accaduto a Mosca sia una sorta di terzo capitolo della maskirovska.

Se si guarda con attenzione uno dei filmati iniziali dell’attacco si possono effettivamente vedere alcune anomalie quali il fatto che le persone che ricevono le mitragliate di colpi non sembrano perdere sangue e restano ancora in piedi dopo aver apparentemente ricevuto quelle scariche di colpi che, ricordiamo, sono stati sparati con armi da guerra come AK47 che fanno notevoli danni quando colpiscono i corpi soprattutto da distanza ravvicinata.

Uno dei video dell’agguato

In un altro video, probabilmente fatto dagli stessi terroristi e diffuso sulle reti sociali, vediamo però che ci sono persone riverse a terra che perdono sangue e addirittura vediamo persino che uno degli attentatori prova a decapitare una delle vittime a terra gridando il classico “Allah akbar”.

L’altro video dell’agguato con i terroristi che provano a decapitare una persona

A questo poi si deve aggiungere il fatto che è stato appiccato il fuoco al tetto del Crocus e che diversi pezzi di esso sono caduti.

Se fosse stata una falsa bandiera, come affermano alcuni, i russi avrebbero dovuto assicurarsi che il teatro fosse già vuoto in quel momento e avrebbero dovuto al contempo accertarsi che l’incendio non divampasse ulteriormente.

Un minimo errore e la perdita di vite umane può essere incalcolabile e produrre dei danni che superano di gran lunga gli eventuali benefici dell’intera presunta simulazione.

Questo ci lascia scettici sul fatto che l’attacco terroristico di Mosca per tutte le variabili che esso comporta possa essere stato una operazione di falsa bandiera.

Resta da capire però cosa non ha funzionato eventualmente nella macchina della intelligence russa che è stata in grado di sventare molti altri attentati e a questo giro apparentemente non sembra essere stata in grado di anticipare questo attacco.

Qualche giorno fa Putin parlò di traditori in un determinato gruppo della intelligence russa e forse questa potrebbe essere la causa di quanto visto al Crocus.

Le mosse dei nazisti ucraini e di Putin dopo l’attacco

Non appena si è verificato l’attentato, quel che resta del regime nazista ucraino ha lanciato un massiccio attacco contro la Crimea attraverso una pioggia di missili che sono stati quasi tutti intercettati dalla contraerea russa.

A Kiev sono stati probabilmente presi dal panico e hanno provato ad anticipare o limitare in qualche modo la prossima mossa di Putin, che probabilmente sarà una di quelle pesanti e decisive.

E forse la prossima mossa del presidente russo è già iniziata quando è partito un attacco mirato a Lvov nella parte più Occidentale dell’Ucraina, dove Mosca fino ad ora non ha eseguito apparentemente operazioni di questo tipo.

I missili russi sono entrati apparentemente per 40 secondi nello spazio aereo della Polonia e questo sembra aver provocato la reazione di Varsavia che ha fatto alzare i suoi jet in volo per intercettare i missili ma non hanno avuto a quanto pare il tempo nemmeno di arrivare sul posto che i missili russi erano già arrivati a colpire il loro bersaglio.

Forse questo sconfinamento è stato voluto dai russi per ricordare all’altra parte, la NATO e i suoi vassalli, che Mosca può colpire in qualsiasi momento i suoi avversari che sono deboli e isolati senza la protezione dell’impero americano che si è fatto da parte e ha abdicato da tempo al suo ruolo.

I missili sono comunque giunti a colpire dei depositi nei quali c’erano carburante per gli aerei e un campo di addestramento di personale militare, forse anche della NATO.

Putin negli ultimi tempi ha detto chiaramente che sono stati intercettati dei militari che parlano inglese e francese in Ucraina e ha fatto capire che potrebbero essere uomini della NATO.

La presenza di consulenti militari del patto atlantico è stata registrata in Ucraina già nel 2022 quando i russi diedero vita alla battaglia dell’acciaieria di Azovstaal, sotto i cui sotterranei furono trovati alti ufficiali della NATO, tra i quali apparentemente anche alcuni italiani.

Qualche fonte russa ha anche affermato recentemente che il tenente colonnello dei bersaglieri, Claudio Castiglia, sarebbe morto in Ucraina nel corso di un bombardamento della Russia.

Nonostante la presenza di consulenti o militari della NATO camuffati da mercenari in Ucraina, non crediamo che ci siano i presupposti di un conflitto tra NATO e Russia per il semplice fatto che se la NATO avesse voluto o potuto fare qualcosa l’avrebbe fatta all’inizio della guerra e non verso la sua fine, quando ormai lo stesso Zelensky è alle prese con una rivolta dei suoi generali che avrebbero recentemente eseguito un attentato contro di lui.

La NATO senza gli Stati Uniti è soltanto una tigre di carta. Nulla può fare questa organizzazione contro la Russia e ogni serio esperto militare è consapevole di questa semplice evidenza.

Adesso però la guerra in Ucraina ha raggiunto una fase ancora più importante di quelle precedenti.

La Russia sembra avere molto chiaro quello che dovrà fare per dare la spallata definitiva al patto atlantico e probabilmente attende anche che i generali ostili a Zelensky riescano a rovesciare definitivamente il fantoccio di CIA ed Israele che ormai vive in preda alla paura permanente e si sposta di bunker in bunker.

Sono giorni e settimane decisive non solo per la Russia e l’Ucraina, ma per il mondo intero.

Sono probabilmente gli ultimi attimi di vita del vecchio ordine dell’anglosfera che si è imposto dal 1945 in poi.

Occorre però vigilare poiché l’altra parte è allo sbando e pronta ad eventuali colpi di coda come quello del Crocus che non servono a raggiungere nessun fine strategicamente di rilievo, ma solo ad infliggere dolore all’altra parte con delle stragi di civili.

La testa del serpente dev’essere schiacciata definitivamente e Putin sembra avere tutta l’intenzione di farlo.

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19 Commenti

  1. Fabio Massimo Ciancio

    È più di un anno che tra Putin e Trump si parla di “spallata decisiva” alla NATO. Consiglierei di darsi una bella calmata e ricordarsi che i russi come insegna la loro storia in guerra non fanno mai NULLA in fretta.

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    • La Cruna dell'Ago

      La calmata dattela tu, Ciancio. Noi abbiamo documentato pezzo dopo pezzo il declino di questa alleanza e abbiamo anche accuratamente analizzato e parlato in esclusiva di diversi scenari mentre il 90/95% dei media alternativi depistava o andava per
      farfalle. È un fatto che questa è una fase decisiva..

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      • Marinamgh

        Grazie per questa vostra esposizione. Per quanto mi riguarda confermano buona parte di ciò che avevo dedotto da tutta una serie di situazioni che si ripetono col tempo. Confido che ormai stiamo assistendo alla fine di tutto questo delirio. Ancora grazie.

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  2. Antonio Lattanzi

    Secondo Pepe Escobar truppe regolari o provenienti dalla Francia , Germania e dalla Polonia sono arrivati per ferrovie e via aerea a Cherkassy , a sud di Kiev, il numero è imprecisato, sono alloggiate nelle scuole.

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  3. Domenico

    Su X Pepe Escobar afferma che truppe regolari provenienti dalla Francia, Germania e Polonia, sono arrivate per ferrovia e via aerea a Cherkassy a sud di Kiev, il numero è imprecisato, sono ospitate nelle scuole.

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      • Mario M

        Ricordo gli attentati negli anni di piombo in Italia: piazza Fontana, Della Loggia, all’Italicum, alla stazione di Bologna. Si metteva una bomba in tutta tranquillità e ci si defilava. Non voglio dare suggerimenti, ma questi ultimi attentati mi paiono strani: perché rischiare di essere beccati quando si può agire senza una presenza attiva?

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        • La Cruna dell'Ago

          Forse Mario perché muovere il tipo di esplosivo militare utilizzato in quegli attentati sul territorio russo è più difficile.

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  4. Isabel.

    Come al solito: il tuo sguardo INGRANDITO sugli eventi che accadono nel mondo mi lascia ARRICCHITA e PENSANDO. Per i cittadini comuni, questo attacco sembra un altro capitolo di questa SAGA il cui risultato finale è già vicino. Da Mendoza, Argentina, è sempre un PRIVILEGIO per me poter accedere alle tue riflessioni. Grazie per aver fatto chiarezza in mezzo a tanta confusione. Un cordiale saluto.

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  5. alessandro

    “La NATO senza gli Stati Uniti è soltanto una tigre di carta.”

    Per la Russia sconfiggere una NATO senza gli Usa sara’ come picchiare un bambino. Scusate il paragone. Aspettiamo l’8 aprile quando potrebbe iniziare l’inizio della fine degli Usa.

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  6. Giorgio Grossi= gg

    come già detto agli amici in privato, mi ha colpito l’ analogia con lo scenario Gaza il quale , per buoni motivi, pretende di essere nel giusto ed inattaccabile ; a questo punto la Russia potrebbe procedere a carta carbone chiedendo una analogo rispetto per il proprio fare ? non sò che dire non ha esperienza militare strategica x superare il limite di sparare c…..te, tuttavia…..complimenti

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    • La Cruna dell'Ago

      Scusi, non credo di aver capito la sua domanda. La Russia potrebbe dire di essere nelle condizioni di Gaza per fare eventuali azioni? Sta dicendo che lei non ha l’esperienza militare necessaria per fare queste considerazioni?

      Rispondi
  7. Marco

    Dunque, come sempre, quando si apprende di atti di terrorismo “islamico” da 23 anni a questa parte, la prima domanda da porsi è: “cui prodest?”. La rivendicazione da parte dell’ISIS lascia il tempo che trova: ormai dovrebbe essere un marchio registrato dalle parti di Langley, credo, un po’ come la coca cola, e proprio per questo un ex agente del KGB potrebbe decidere di farsi beffe dei suoi ex colleghi rivendicando un false flag a nome della loro creatura, dopo averla sconfitta in Siria, e togliendo loro la possibilità di smentirlo, pena il dover gettare la maschera riguardo a tutta la faccenda dello stato islamico. Di contro, far rivendicare un attacco del genere da una creatura dell’Occidente è un messaggio chiaro mandato a Putin, ma ciò implica un cambio nel livello di ostilità. Credo che i prossimi giorni saranno dirimenti per farsi un’idea sulla responsabilità dell’accaduto, osservando le mosse di entrambi gli schieramenti.

    Rispondi
    • Marco

      Chiedo scusa. Ho letto sul sito di un altro commentato che il complesso in cui sorgeva il Crocus fosse di proprietà della famiglia Agalarov, soci di lunga data (per altri prestanome) di Donald Trump. Ha riscontri al riguardo, Cesare? Se fosse vero credo che l’ipotesi false flag putiniano perderebbe credibilità…

      Rispondi
      • La Cruna dell'Ago

        Si, era di proprietà di una famiglia vicina a Trump, non prestanome.

        Rispondi
  8. Mariella Cannarozzo

    Credo che i tempi siano maturi per la vera svolta che attendiamo tutti ma che non può essere messa in atto se dall’altra parte Trump non riprende ufficialmente il posto che gli spetta!!

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