di Cesare Sacchetti Questa storia si può definire senza timore di smentita come uno dei più grossi...
La storia della falsa lega sovranista e della psy-op di Draghi “sovranista”
di Cesare Sacchetti
La volta precedente ci siamo fermati ad analizzare la storia della falsa opposizione pentastellata e come essa abbia giocato un ruolo decisivo nell’anestetizzare il dissenso degli italiani contro lo stato profondo.
Oggi ci soffermiamo ad analizzare la storia dell’altra grande falsa opposizione della Lega, ex Lega Nord, che per essere compresa appieno deve essere guardata dalle origini del partito.
La fondazione della Lega originaria, Lega Nord, avviene nel 1991 ad opera di Umberto Bossi e Roberto Maroni.
La Lega aveva già allora in mente un’idea molto precisa per ciò che riguarda il suo progetto politico.
Il Carroccio che si dotava, e si dota, tuttora della figura di Alberto da Giussano che a detta di qualche storico non sarebbe mai nemmeno esistita non aveva altro in mente che la spaccatura dell’Italia.
La secessione era l’obiettivo originario della Lega e come si vedrà nel corso di questa analisi esso in realtà è rimasto lo stesso anche negli anni più recenti quando è stata attuata un’opera di mascheramento che vedremo appunto successivamente.
All’epoca non c’era nessuna maschera. La Lega e i suoi orrendi dirigenti agivano scientemente per alimentare le divisioni tra Nord e Sud e parlavano apertamente della questione settentrionale che in realtà non è mai realmente esistita.
Il concetto di fondo dell’idea politica della Lega era quello che il Nord attraverso la sua produzione industriale si faceva carico di tutto il resto dell’Italia visto come una sorta di zavorra della quale disfarsi per consentire finalmente al Settentrione di poter spiccare il volo.
In realtà, la ricchezza del Nord era data, ed è data, dalle importazioni e dalle materie prime del Sud. È il Mezzogiorno il primo cliente delle industrie del Nord-Est e dunque senza di esso il Settentrione sarebbe privo dei clienti che comprano i prodotti lavorati delle fabbriche venete e lombarde.
I cosiddetti trasferimenti fiscali da Nord a Sud necessari per riequilibrare le differenze economiche tra regione e regione sono quindi del tutto indispensabili per consentire poi al Meridione di poter importare i prodotti del Nord.
La questione settentrionale è fondata su false premesse come si vede sin dal principio perché lo status quo in nessun modo tarpava e tarpa le ali alla crescita del Nord.
La Lega nasce per favorire gli interessi della Germania
La Lega Nord nasce per un altro scopo che può essere individuato nelle origini stesse del partito. Già negli anni 90 infatti si parlava di come il Carroccio ricevesse fondi da diversi gruppi industriali tedeschi che avevano interesse al successo politico di questa formazione.
Uno dei politici che ne parlava più apertamente in quel periodo storico era Saverio Vertone che inizialmente negli anni 80 si avvicina al PSI di Craxi per poi passare negli anni 90 a Forza Italia, per la quale servirà in Parlamento una legislatura, fino al salto successivo nel PCI e nell’Ulivo nel 2001.
Al di là dei salti carpiati di Vertone, ciò che diceva riguardo alle origini dei fondi della Lega non sembrava affatto essere infondato e coincideva perfettamente con quelli che erano gli interessi economici della Germania.
In una intervista rilasciata a Limes nel 1997 dal titolo alquanto suggestivo “L’oro dal Reno: finanza tedesca e Lega Nord”, Vertone spiega come i gruppi industriali tedeschi foraggiassero la Lega e avessero tutto l’interesse a farlo per una ragione alquanto semplice.
Una eventuale secessione del Nord-Est avrebbe consentito alla Germania di mettere in atto una saldatura produttiva con la Lombardia e il Veneto.
Due ipotetici Stati indipendenti lombardi e veneti o uno solo in una sorta di federazione Nord-Orientale avrebbero trasformato queste regioni italiani in due Stati dell’Est Europa non molto differenti da Repubblica Ceca e Slovacchia le cui economie si trovano in una condizione strettamente connessa alla Germania.
Una volta che il Nord smette di produrre per il Sud è inevitabile che la sua catena del valore venga assimilata del tutto dall’economia tedesca.
La esclusività delle esportazioni del Nord verso la sola Germania avrebbero finito per rendere Lombardia e Veneto del tutto dipendenti da Berlino e le eccellenze delle fabbriche locali sarebbero finite dritte tra le fauci del capitalismo pesante tedesco.
La cosiddetta Padania, terra immaginaria creata da Umberto Bossi, non era altro che un piano per consentire alla Germania di impadronirsi del patrimonio industriale italiano e indebolire mortalmente il grande concorrente che era l’Italia che in regime di cambi flessibili, prima dell’euro e dello SME, aveva ritmi di crescita superiori a quelli della concorrenza tedesca.
Il capitale tedesco è ossessionato dall’Italia. Sa che questo Paese dispone di geni ed eccellenze inarrivabili e sa al tempo stesso che l’unico modo per indebolire l’Italia è quello di dividere la Penisola e di sobillare gli odi intra-regionali.
La Lega ha assolto perfettamente a questo compito e chi ha vissuto gli ultimi 30 anni di storia politica del Paese sa perfettamente quanti liquami il Carroccio ha rovesciato in Italia per conto dei suoi referenti tedeschi.
Lo stesso professor Miglio, considerato l’ideologo della Lega, aveva esternato il suo piano di divisione dell’Italia in tre macro-regioni e non era certo un segreto che l’accademico comasco coltivasse una sconfinata ammirazione per la Germania.
La Lega è stata sin dal primo istante il partito della Germania e non dell’Italia e lo stesso Umberto Bossi non mancava di farlo notare pubblicamente quando affermava che la Padania sarebbe dovuta entrare in Germania.
La mutazione programmata della Lega Nord in Lega salviniana
Questa è la storia che tutti hanno conosciuto della prima Lega Nord fino a quando non si arriva agli anni 2010 e si assiste ad una mutazione che in realtà pare essere stata programmata.
In quel frangente storico, il Carroccio era sepolto da scandali di varia natura, soprattutto quello che riguardava il traffico di diamanti in Africa e le vicende del figlio di Bossi, Renzo, che hanno poi portato a condanne penali dei citati personaggi per appropriazione indebita dei fondi del partito.
I fondi sarebbero stati persino spesi per comprare una laurea albanese a Renzo Bossi oltre a pagare migliaia di multe al figlio del senatur.
Era il 2012. Ora non è così avventato pensare che la magistratura che fino a quel momento non si era mai premurata troppo di guardare nelle casse della Lega si fosse attivata improvvisamente per consentire un passaggio di consegne nel Carroccio a favore della Lega di Matteo Salvini.
È ragionevole pensare che Bossi non fosse troppo interessato a lasciare le redini del partito ad un giovane emergente e dunque la mano giudiziaria sarebbe stata l’unica via possibile per consentire un azzeramento forzato del partito e l’inaugurazione di una nuova era, che poi non sarà affatto nuova come vedremo a breve.
Matteo Salvini era fino ad allora uno degli uomini più odiati della politica italiana. Sono in molti a ricordare i suoi famigerati cori contro i napoletani e l’antipatia era il sentimento che trasmetteva immediatamente il personaggio.
Salvini era l’uomo che affermava che “i meridionali non meritano l’euro” e che tale moneta era giusto che fosse utilizzata solo al Nord perché esso era più vicino all’Europa.
È la visione di Bossi e di Miglio. È la visione che ha fatto della Lega un guardiano del trattato di Maastricht e della moneta unica concepita espressamente per dare alla Germania un vantaggio competitivo artificiale rispetto ai suoi concorrenti che si sono trovati in tasca una moneta enormemente sopravvalutata, come nel caso di Italia e Grecia, e viceversa ovviamente per Berlino.
Nel 2013 poi inizia ad esserci la mutazione. La Lega salviniana si allontana dalle posizioni del passato e inizia a lanciare una campagna contro l’euro tanto da assoldare al suo seguito un personaggio sconosciuto fino a qualche anno prima e di nome Claudio Borghi.
Borghi ha iniziato la sua carriera nel mondo della borsa di Milano e ha lavorato come dirigente per Deutsche Bank, il più grosso gruppo bancario tedesco, e già questo fatto suscitò all’epoca più di qualche perplessità, considerato che un curriculum del genere appariva del tutto in contrasto con il proposito di voler mettere fine all’euro.
Non è chiaro ciò che ha portato Borghi a passare dal ruolo di uomo dell’alta finanza a quello di apparente oppositore della moneta unica, tanto da essere il protagonista del Basta Euro tour del 2014 quando Salvini appunto indossava le magliette con tale scritta.
Magliette che oggi sono sparite e che sono probabilmente nascoste in qualche armadio del segretario della Lega che nel corso degli anni ha accumulato una numerosa serie di felpe e magliette per cavalcare i temi che al Carroccio interessava promuovere nel tentativo di convincere il pubblico che la Lega era davvero cambiata.
La Lega nel 2014 porta a Bruxelles sei eurodeputati e nessuno di questi sembra essere molto linea con il nuovo corso “sovranista” della Lega.
L’aspetto più clamoroso è quello che ha portato alla rielezione di un personaggio come Borghezio, uno dei campioni della secessione negli anni precedenti, e alla esclusione invece del presunto homo novus, Claudio Borghi, che faceva i Basta Euro tour e del quale la Lega apparentemente non si premurò troppo di garantire la sua elezione a Bruxelles.
Già all’epoca non furono in pochi a ipotizzare che il Carroccio stava utilizzando determinati temi politici e determinate figure per portare in avanti il classico gioco degli specchietti per le allodole.
Tutto doveva cambiare affinché nulla cambiasse e la mutazione apparente è continuata negli anni successivi quando sono stati reclutati altri due personaggi quali Alberto Bagnai, economista e docente all’università di Pescara, e Antonio Maria Rinaldi, docente all’università Link Campus che è finita al centro delle cronache in passato per il suo coinvolgimento nel caso Spygate e più recentemente per illeciti finanziari di vario tipo.
Anche nel caso di questi due personaggi nessuno aveva mai sentito parlare di loro fino a quel momento e soprattutto nessuno, come già visto per Borghi, ha mai sentito negli anni 2000, ad esempio, di loro posizioni critiche verso la moneta unica.
Bagnai in quel periodo risultava essere ancora ricercatore all’università La Sapienza mentre Rinaldi aveva una storia che lo portava ad essere sulla carta tutt’altro che interessato all’avere delle posizioni sovraniste.
Antonio Maria Rinaldi è infatti figlio di Rodolfo Rinaldi che aveva un ruolo di primissimo piano in Italia per conto della famiglia Rockefeller, in quanto rappresentante della loro celebre banca, la Chase Manhattan Bank, proprio nel Paese.
I mondi che ci sono dietro questi personaggi sono molto lontani come si vede da aspirazioni sovraniste e anzi sono profondamente contrari a qualsiasi uscita dalla moneta unica che lederebbe non poco gli interessi della finanza internazionale.
La sensazione che la Lega sovranista fosse soltanto una enorme messinscena per creare una valvola di sfogo alternativa al M5S, in declino dal 2018 in poi, si ebbe quando nacque il governo gialloverde, il Conte I, e quando Salvini nell’agosto del 2019 fece cadere il suo stesso governo sul famigerato bagnasciuga del Papeete a lui così caro.
In quel preciso istante, il sipario sulla Lega sovranista è calato del tutto e a chi aveva già fatto notare prima di allora che c’erano i segnali per intuire l’inganno va dato pieno merito.
Uno dei più vistosi, a nostro avviso, è quello che ha visto la rielezione di Umberto Bossi al Senato nel 2018.
Soltanto due anni prima, nel 2016, Salvini affermava che l’era di Bossi nella Lega era finita e due anni dopo, lo stesso Salvini, metteva tra le liste elettorali il senatur e gli consentiva così di fare un altro mandato in Parlamento.
Null’altro che la replica di quanto accaduto nel 2014 con Borghezio. Il Carroccio si serviva di facce nuove per mostrare una apparente metamorfosi sovranista mentre dietro le quinte i vecchi volti continuavano a preservare le posizioni politiche di un tempo.
Lo stesso si può dire con il tema dell’uscita dalla moneta unica, sparito dal 2018 in poi fino ad essere persino ripudiato da Rinaldi nel 2022, e sostituito invece con il piano dell’autonomia per il Veneto che di fatto sarebbe una secessione mascherata.
Anche in politica estera abbiamo assistito allo stesso schema. La Lega era tutta intenta a far credere che fosse dalla parte di Trump e Putin, a suon di cappellini, mascherine e magliette con scritti i nomi di Trump e Putin, quando poi la stessa Lega è stata tra i primi partiti per bocca di Giancarlo Giorgetti a dichiarare dopo la frode elettorale ai danni del presidente americano di essere disposta a lavorare con Joe Biden.
La Lega dopo l’agosto del 2019 getta la maschera
Qualcuno afferma che ci sarebbe stato una sorta di scontro tra Giancarlo Giorgetti, attuale ministro dell’Economia, e uomo che sussurra ai poteri forti dello stato profondo italiano, e Matteo Salvini, ma quest’ipotesi appare da scartare del tutto alla luce del comportamento assunto dal segretario della Lega.
Nei mesi successivi alla caduta del governo giallo-verde è apparso evidente come la storia della falsa Lega sovranista era ormai da considerarsi conclusa.
Lo è apparso quando durante il contenzioso con il gruppo metallurgico indiano, Arcelor Mittal, Salvini si schierava incredibilmente dalla parte del capitale straniero fino a chiedergli scusa e lo è apparso ancora di più quando il segretario leghista pronunciava le celebri parole “why not” quando gli veniva chiesto se fosse stato interessato a votare Draghi al Quirinale.
Il why not è il padre della successiva operazione di depistaggio di Draghi “sovranista” che il Carroccio cercherà di cavalcare nel successivo marzo del 2020 per provare a far credere che l’uomo del Britannia si fosse redento e fosse tornato alle originarie posizioni di Federico Caffè.
Solamente una mente che considera tutti gli elettori leghisti come un branco di idioti poteva partorire questa assurda menzogna, ma questa è la strategia che la Lega adotterà per tutti i mesi successivi.
Ciò non toglie che il Carroccio si è fatto da parte nell’agosto del 2019 in quello che alla luce di quanto accaduto nei mesi successivi della farsa pandemica è sembrato essere un passaggio di consegne concordato.
Non doveva essere la Lega a gestire quella fase al governo ma il governo PD-M5S. Alla Lega spettava un altro ruolo. Quello di preparare la strada di palazzo Chigi a Mario Draghi e per poter far digerire tale enorme tradimento al suo elettorato, i leghisti sono arrivati a ripetere la incedente bufala del Draghi pentito.
La certezza che il depistaggio è stato concordato la si è avuta con il famoso articolo di Mario Draghi scritto nel marzo del 2020 per il Financial Times nel quale l’ex governatore della BCE non afferma proprio nulla di sovranista e non dice certo che è necessario uscire una volta per tutte Maastricht e tornare alla moneta unica.
Draghi si è solo limitato a dire nel suo articolo che era in corso una “guerra contro il coronavirus” alimentando così il fuoco della falsa emergenza pandemica e che tale guerra andava affrontata con regole di bilancio meno stringenti.
Nonostante questo, la Lega userà tale articolo per sventolare la storia della conversione di Draghi, tanto che Salvini scrisse una serie di tweet entusiasti a marzo del 2020 per far credere che l’uomo del Britannia avesse abbracciato un nuovo corso.
I tweet di Salvini a favore di Draghi
Il solo fatto che prima i leghisti chiamassero Draghi “traditore” e che ora si rivolgevano a lui con fantozziana deferenza dà l’idea del voltafaccia che la Lega sovranista ha messo in essere.
I vecchi tweet di Salvini nei quali aveva parole di fuoco per Draghi
Ad alimentare poi la storia del pentimento di Draghi si aggiunse un altro depistaggio. Quello del presunto incendio della sua casa a Città della Pieve. Scriviamo presunto per una ragione semplice.
Ad oggi, non è stato possibile vedere nemmeno una chiara immagine di questo incendio se non quella che condividiamo qui sotto nella quale non si vede assolutamente nulla se non delle lucine sfocate e ciò sorprende non poco nell’epoca degli smartphone ad alta risoluzione.
Il presunto incendio a casa di Draghi
Questa storia serviva sostanzialmente a far credere che Draghi fosse “minacciato” dai poteri forti per via della sua “conversione” e fu utilizzata non solo dalla Lega ma anche da alcuni canali Telegram gestiti dai servizi e dalle massonerie che hanno messo in atto per tutto il periodo del governo Draghi questo depistaggio per provare a calmare il dissenso sempre più montante.
L’epilogo della Lega è lo stesso del M5S
La storia della falsa Lega sovranista è dunque questa. È la storia del M5S. È la storia di un partito che ha preso le speranze di milioni di italiani per poi tradirle indegnamente.
È la storia del partito che nel 2014 affermava di voler uscire dall’euro per poi invece aprire le porte di palazzo Chigi a Mario Draghi, l’uomo che condannò l’Italia a restare nell’euro e che liquidò l’industria pubblica italiana sul Britannia.
L’uomo che attuò poi con il suo governo un crimine, se possibile, ancora più grave quando nel 2021 portò l’Italia in una infame dimensione autoritaria nella quale chi non era vaccinato veniva discriminato e impedito l’accesso al proprio posto di lavoro e in altri luoghi pubblici.
Il Carroccio in nessun istante ha provato ad opporsi. Ha provato a inebetire le masse attraverso i suoi vari propagandisti su Twitter provando a far credere che la Lega provasse in qualche modo ad opporsi a Draghi, non più “sovranista” a quanto pare, quando poi in Consiglio dei Ministri e in Parlamento, approvava tutti i suoi indecenti provvedimenti discriminatori contro gli italiani.
Così come allo stesso modo la Lega non si oppose in nessun modo al predecessore di Draghi, Giuseppe Conte, quando arrivò persino nel marzo del 2020 a chiedere restrizioni ancora più severe di quelle, già illegali, messe in atto dall’allora presidente del Consiglio.
Gli ambienti massonici che gestiscono la politica italiana hanno concepito queste due false opposizioni, il M5S e la Lega poi, per paralizzare il dissenso del popolo italiano il più riluttante ormai a restare nella prigione dei trattati europei.
Adesso però per tali poteri sussiste lo stesso problema di cui parlavamo la volta precedente riguardo al M5S.
Le false opposizioni non possono essere fabbricate all’infinito nelle democrazie liberali. Arriva il momento in cui nessuna opposizione controllata è più in grado di raccogliere il dissenso e portarlo in seno all’establishment e quando tale momento si verifica viene meno il principio stesso che consente alle democrazie liberali di esistere.
E il momento del quale stiamo parlando appare essere proprio adesso.
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servirebbe una “Piazza Loreto 2” per tutto il ciarpame politico presente e per tutti coloro che sono definiti i “manovratori” , il problema è che non so se ci sono piazze abbastanza per soddisfare il bisogno , e seconda cosa ,non meno importante , sarebbe vedere sprofondare la gran bretagna come nelle profezie di Irlmaier o chi per lui……io credo che si starebbe molto ma molto meglio al mondo .
Viviamo in uno dei momenti peggiori della storia, perché siamo immersi in una Terza Guerra Mondiale, come hanno già affermato molti scrittori e scienziati, che coinvolge tutti i Paesi a livello globale, ma questa guerra non è fisica, bensì mentale, emotiva e spirituale, e in cui è in gioco la sopravvivenza dell’essere umano originario.
È una guerra per eliminare l’individuo e la sua libertà di pensare, sentire e agire con coscienza. In realtà è una guerra per appropriarsi della psiche, dei valori morali, etici e spirituali e soprattutto delle anime.
Ma questo lo stanno dicendo scienziati, medici, politici, scrittori che mettono in guardia dall’implacabile oscurità di chi ci governa e dai loro vaccini killer, oltre alle nanoparticelle sparse all’uopo nell’atmosfera il cui scopo è avvelenare, danneggiare, assassinare milioni di persone innocenti, cercare di togliere la cosa più prezioso che gli esseri umani hanno, alterare la genetica e imporre un’intelligenza artificiale e un transumanesimo robotico che lascia solo un corpo vuoto senza emozioni o pensieri individuali.
E la cosa più incredibile è la partecipazione dei rappresentanti delle grandi religioni, che si sono schierati a favore della terapia genica che modifica il nostro DNA originale, come molti scienziati stanno denunciando. L’anima, il “gene di Dio”, la genetica ci connette con qualcosa di superiore che l’essere umano non può perdere.
È purtroppo vero che noi stiamo vivendo in un contesto storico minaccioso di grandi potenziali disastri, ma è al contempo innegabile che il tutto sa di parodia, di avvenimenti, cioè, che SI sono veri, sono pericolosi, sono tragici, ma sono nelle mani di personaggi che, seppure potenti, sanno di puerilità, sanno di gente che sta recitando una storia già avvenuta nel passato, di gente, cioè, non piū vera come quella del nostro non lontano passato, ma falsa – evidentemente falsa – che può essere definita come “scappata di casa”, gente vuota di dentro, gente quaquaraquà.
Lo percepiscono i popoli del mondo che – seppure inadeguati per loro natura ad autogovernarsi – rimangono tuttavia tranquilli nella loro naturale percezione che il tutto è una farsa che tale resterà! Lo sanno, in termini più specifici, tutti i credenti del mondo che sono consapevoli del fatto che Satana agisce come una scimmia: imita Dio senza poter capire che le pentole, per esser tali, hanno bisogno dei loro coperchi!
persino Bagnai ha cambiato bandiera…