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La società segreta dentro l’FBI che tramava contro Trump
di Cesare Sacchetti
I due deputati repubblicani del Congresso americano, John Ratcliffe e Trey Gowdy, fanno le loro rivelazioni esplosive lo scorso lunedì davanti ai microfoni di Fox News durante il programma televisivo condotto da Martha MacCallum.
I due rappresentanti del Congresso hanno dichiarato di essere in possesso di materiale investigativo fornito da un informatore affidabile, in grado di provare l’esistenza di una “società segreta” dentro gli apparati di intelligence USA, in particolare l’FBI e il dipartimento di Giustizia, il cui compito era quello di impedire il normale svolgimento del mandato presidenziale di Trump nel caso di una sua elezione alla Casa Bianca.
A fare parte di questa società segreta ai massimi vertici delle istituzioni americane erano in particolare Lisa Page e Peter Strzok, rispettivamente un avvocato dell’FBI la prima, e un addetto al controspionaggio dell’FBI già attivo nell’indagine sulle email della Clinton e sull’inchiesta del Russiagate condotta dal procuratore speciale dell’FBI Robert Mueller, il secondo.
Peter Strzok e Lisa Page, i due agenti dell’FBI
I due si sono scambiati 50.000 messaggi di testo dal 14 dicembre 2016 al 17 maggio 2017 nei quali si parla esplicitamente di questa rete sotterranea costituita da esponenti dell’intelligence USA e da membri della sicurezza nazionale, con il solo scopo di danneggiare e compromettere la presidenza Trump.
L’FBI ha fatto sapere che la mole di messaggi che si sono scambiati Lisa Page e Peter Strzok, è andata perduta a causa di “un’errata configurazione dei Samsung 5” che ha impedito agli apparecchi telefonici di conservare i dati e i messaggi di testo scambiati tra i due alti ufficiali dell’FBI.
La strana coincidenza è che il 17 maggio 2017 è proprio il giorno nel quale è iniziata l’indagine condotta da Robert Mueller per accertare eventuali interferenze di Mosca nell’elezione di Donald Trump, e la lettura di tutti quei messaggi avrebbe permesso di accertare se la “società segreta” che cospirava dentro l’FBI e il dipartimento di Giustizia ha avuto un ruolo nell’allestire l’inchiesta del Russiagate che sembra chiaramente mirata a danneggiare Trump, o se addirittura lo stesso Mueller avesse partecipato agli incontri di questo apparato parallelo nell’intelligence USA.
Soltanto ieri Michael Horowitz, ispettore generale del dipartimento di Giustizia, ha dichiarato che il suo staff di collaboratori ” è riuscito grazie a degli strumenti forensi a recuperare tutti i messaggi di testo tra Page e Strzok, dal 14 dicembre 2016 al 17 maggio 2017″. Nei prossimi giorni verrà reso noto il contenuto di tutti gli altri messaggi.
Per ora si hanno a disposizione solo le comunicazioni di Page e Strzok messe a disposizione dai due deputati americani nel corposo dossier investigativo di 384 pagine ora nelle mani del Congresso.
In uno di questi messaggi, Strzok, si rivolgeva chiaramente alla sua collega Page facendo riferimento ad una “polizza assicurativa” in caso del verificarsi dell’elezione di Trump, giudicata comunque improbabile dai due. La polizza in questione prevedeva che ufficiali dell’FBI, nel caso in cui Trump avesse vinto la corsa alla Casa Bianca, si fossero messi in moto per ostacolare il corso del suo mandato.
Nei messaggi recuperati nel dossier del Congresso, Page e Strzok apostrofano Trump come “un essere umano ripugnante” e in altri lo invitano ad “andare a farsi fottere”. Un elemento non trascurabile in tutta questa vicenda è che Strzok ha fatto parte fino a pochi giorni fa della commissione sul Russiagate di Mueller che sta cercando da mesi di inchiodare Trump come agente di Mosca.
Una volta che sono stati resi pubblici i messaggi di Strzok contro Trump, Mueller ha rimosso Strzok dall’incarico ma restano comunque i dubbi sull’effettiva imparzialità dell’inchiesta Russiagate.
Il senatore Ron Johnson, presidente della commissione per gli affari governativi e la sicurezza interna, ha avallato quanto dichiarato da Ratcliffe e Gowdy e ha ribadito la ferma volontà di andare fino in fondo nell’indagine. Lo stesso Johnson si è detto estremamente preoccupato perché ci si trova di fronte ad un atteggiamento fazioso delle istituzioni americane a ad un caso di potenziale “corruzione ai più alti livelli dell’FBI”.
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