Di Cesare Sacchetti La storia dell’Ucraina non è soltanto la storia di un barbaro regime nazista...
La bufala sul gruppo Wagner e la disperazione dello stato profondo italiano
Di Cesare Sacchetti
E’ senz’altro vero che la strategia prediletta di ogni regime, soprattutto quello liberal-democratico, è fondata sulla costruzione artificiale di un nemico.
E’ stato così ai tempi della stagione della strategia della tensione. Per impedire che l’opinione pubblica si spostasse troppo dal campo atlantista i servizi segreti usavano infiltrare gruppi di opposte fazioni di estrema destra o estrema sinistra per attuare attentati stragisti di vario tipo. In questo modo, veniva posta davanti agli occhi della opinione pubblica una minaccia artificiale che prima non c’era.
E’ stato così anche alla fine degli anni 90 e nei primi decenni del 2000. All’epoca l’impero angloamericano fermamente dominato dalle lobby sioniste e neocon aveva bisogno di creare un altro nemico immaginario che questa volta doveva indossare i panni dell’islamismo radicale.
Non si vuole certo dire che l’islam non contenga al suo intero pericolose frange estremiste che fanno del terrorismo la loro principale filosofia, ma è certamente innegabile che all’epoca lo stato profondo di Washington era alleato di quegli Stati, si veda l’Arabia Saudita, che erano i primi a finanziare le forme di islam più violento e radicale.
Oggi vediamo questa consunta strategia ripetersi nel cortile di casa nostra con il sempre più traballante governo Meloni.
Il governo Meloni nasce già dal principio come una sorta di accanimento terapeutico del suo predecessore, il governo Draghi. Per 30 anni, l’Italia è stata governata dal famigerato pilota automatico di Draghi.
Quel pilota che ha trasferito definitivamente le leve del comando da Roma a Bruxelles e che ha trasformato lo Stivale in un governo coloniale che si ritrova ad eseguire ordini già scritti altrove da commissari sconosciuti all’opinione pubblica che a loro volta ricevono ordini da vari e ristretti circoli finanziari ed industriali.
Oggi quell’equilibrio si è definitivamente incrinato. Il principio dell’euro-atlantismo che governava da quasi 80 anni l’Europa si sta estinguendo.
Il mondo sta cambiando. La globalizzazione degli anni 90 volge al termine, si riducono gli scambi commerciali e i poteri tornano gradualmente nelle mani degli Stati nazionali.
Una intera classe politica, quella italiana, si ritrova nel guado. Se ciò che c’era prima e assicurava la nostra esistenza volge al termine come faremo a sopravvivere? È questa la domanda che probabilmente molti peones di Montecitorio e di palazzo Chigi si stanno ponendo. E la risposta sembra essere una ferma condanna per essi.
E’ praticamente impossibile per logiche di carattere storico e geopolitico.
Ed ecco che allora si rovista nel manuale delle tecniche di distrazione di massa e si decide di provare a fabbricare minacce che non esistono.
Si è provato prima con gli anarchici e il caso Cospito che assomiglia molto ad una montatura per le ragioni menzionate nelle precedenti occasioni.
Si è poi passati ad un altro vecchio adagio, quello dell’eterno “fascismo” di ritorno con improvvisi gruppi di giovani che avrebbero dato vita a presunti episodi di violenza “fascista”.
Non è bastato. E allora si è deciso di spostare altrove la ricerca del nemico, lontano dai confini nazionali per giungere a Mosca.
Solo che stavolta al Cremlino non c’è il blocco comunista dell’URSS ma la Russia post-Berlino che non ha davvero nulla in comune con il suo predecessore.
Mentre la prima nasceva lontano da Mosca per volere della finanza internazionale che sovvenzionava lautamente i violenti bolscevichi Trotski e Lenin per instaurare un regime comunista ateo ferocemente ostile alla cristianità, la seconda è una nazione indissolubilmente legata alla tradizione della Russia imperiale cristiana.
La vera Russia è quella attuale di Putin e non quella dell’URSS fondata su valori antitetici a quelli di questa terra.
Ma lo stato profondo “italiano” coltiva una vera e propria nemesi nei confronti di Mosca. L’apparato liberale italiano è ossessionato dalla Russia perché questo Paese è quello che sta assestando la spallata definitiva al vecchio mondo al quale queste élite erano legate.
E’ il mondo della globalizzazione nella quale l’uomo è dominato dal capitale e deve assecondarsi alle sue leggi anche se queste poi significano sacrificare la vita umana in nome del contenimento della spesa pubblica.
E’ questo il principio che vediamo affermato nei trattati di Maastricht. E’ il principio secondo il quale il pareggio di bilancio vada perseguito ad ogni costo, anche se ciò vuol dire poi portare alla morte delle persone.
E’ il principio della disumanità, ma in realtà è questa la vera natura della democrazia liberale che sotto l’ipocrita slogan di memoria rivoluzionaria, e soprattutto massonica, di “libertà, uguaglianza e fratellanza” nasconde una ferocia inaudita, molto più intensa e violenta di quella delle manifeste dittature del secolo scorso che almeno non indossavano la pelosa maschera dei diritti umani.
Adesso quindi non dobbiamo sorprenderci se vediamo i vari membri del governo Meloni e delle élite liberali italiane provare ad agitare lo spauracchio della Russia davanti agli occhi degli italiani.
Non dobbiamo sorprenderci nemmeno di fronte alla folle trovata di addossare al gruppo militare russo Wagner la responsabilità del traffico di esseri umani sulle coste italiane.
La disperazione nei palazzi della politica è ai massimi livelli e non sanno più cosa inventare. Si prova a giocare qualsiasi carta, anche la più perdente, per provare a smuovere il fermo rigetto della popolazione nei confronti di questa classe politica.
Nulla da fare. La distanza tra il popolo e i palazzi non diminuisce. Aumenta. Qualcuno tra le élite ha provato a suonare il campanello d’allarme. E’ stato uno dei più spietati esecutori del “modello” liberale e infausto demolitore dell’IRI, Romano Prodi, a dire che la democrazia è ormai ad un passo dalla sua fine.
Nessuno crede più in essa e del resto perché le persone dovrebbero farlo? Perché gli italiani dovrebbero credere in un sistema che aveva detto loro che l’ingresso in Maastricht avrebbe assicurato pace e benessere a tutti così come l’euro avrebbe dato tanta di quella ricchezza da “far lavorare un giorno in meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più”?
E perché gli italiani dovrebbero credere a larga parte della classe medica che aveva giurato sulla sicurezza dei sieri chiamati impropriamente “vaccini” quando questi poi stanno letteralmente falcidiando moltissime delle persone che li hanno ricevuti?
Così come non si comprende perché gli italiani dovrebbero avere fiducia nella magistratura che ad oggi ancora non ha avviato una seria inchiesta sugli innumerevoli reati che si sono consumati durante la farsa pandemica, e non si comprende nemmeno perché dovrebbero avere fiducia nelle forze dell’ordine che si sono macchiate di troppi indecenti abusi sempre nel corso dell’operazione terroristica del coronavirus.
C’è dunque un semplice e innegabile fatto da rilevare. C’è un intero rapporto di sfiducia tra popolo e istituzioni che non può essere sanato, e la situazione non è certo destinata a migliorare nel prossimo futuro.
È destinata inevitabilmente a peggiorare. Il governo Meloni è più una entità virtuale che un vero esecutivo di governo che si occupa della cosa pubblica e dei problemi reali della popolazione.
Si prova a portare avanti alcuni punti della defunta agenda globalista ma lo si fa non tanto perché si vuole giungere da qualche parte.
Lo si fa perché tutti coloro che sono seduti sugli scranni parlamentari sono ancora inestricabilmente legati ad un potere transnazionale che sta morendo ma chi è seduto su quegli scranni è vincolato a tale potere da un paradosso.
Non possono disallinearsi dall’agenda anche se questo significa giungere alla loro inevitabile estinzione provando ad applicare un’agenda che ormai non può più essere applicata.
La partita è stata persa altrove. Lontano da Roma. È stata persa quando i BRICS hanno iniziato a sferrare potenti colpi all’anglosfera ed è stata persa quando gli Stati Uniti hanno smesso di essere il garante dell’impero.
Ed è stata persa anche in questi giorni quando il collasso della Silicon Valley Bank e quello probabile di Credit Suisse sta smantellando tutto il cuore pulsante della finanza anglosionista.
Quella finanza che impunemente lanciava operazioni speculative contro quei governi che si rifiutavano di sottostare al potere della City di Londra e di Wall Street.
C’è un mondo che si estingue e ce n’è un altro che sta per nascere. E’ la fase di transizione di cui accennavamo la volta scorsa. Dalla globalizzazione alla de-globalizzazione. Cosa aspettarsi dunque dalla marcescente classe politica italiana?
Quello che stiamo vedendo in questi giorni. Il centrodestra si disfa delle ultime apparenti vestigia che lo distinguevano apparentemente dal centrosinistra. Non c’è più tempo ormai nemmeno per le ipocrite apparenze. È il governo della Meloni che accoglie il numero record di clandestini. È lo stesso governo Meloni che sembra pronto a gettare a mare i balneari ed è lo stesso governo Meloni che sta lasciando affondare la sanità pubblica ormai sull’orlo del crollo sistemico per mancanza di spesa pubblica.
Il centrodestra proverà a fondersi con il centrosinistra in quello che sarà una sorta di fragilissimo monolite liberale. Ci si rinchiude dentro il fortino sperando che la storia passi e risparmi lo stato profondo italiano.
Si rincorrono mere illusioni. La Meloni sa già che l’epilogo della storia la porterà ad essere maciullata dalla insostenibile crisi economica e sanitaria in corso. Sarà quindi lei stessa con ogni probabilità a fabbricare un casus belli per fuggire da palazzo Chigi e togliersi dal tritacarne nel quale le élite l’hanno posta suo malgrado.
Fabbricare nemici artificiali dunque non cambierà la situazione dei partiti. La campana della storia sta suonando per il regime liberale italiano e i suoi esponenti.
Mettersi le mani sulle orecchie e fare finta di non sentire non cambierà assolutamente nulla.
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L’immagine della spallata finale al capitalismo occidentale è bella. Sembra più che altro una scena delle comiche stile anni 30, dove il cattivo nel tentativo di spingere nel burrone il malcapitato, finisce per caderci lui: perché il personaggio ChaplinIano si è china all’ultimo per allacciarsi le scarpe. L’occidente e’ diventato la brutta copia di se stesso, grottesco, incapace, e pure sfigato. Avendo esaurito fuori ogni misura il suo compito di protagonista indispensabile. L’eccezionale è diventato mediocre, ordinario, una semplice moda di cattivo gusto che verrà cancellata (inevitabilmente) dal tempo e dalla storia.
Purché poi non si finisca comandati da un’altra élite. Chi ci assicura che dietro i “patrioti” non ci siano altri malati di mente col pallino di comandare il mondo?
Basta vedere ciò che stanno facendo i patrioti ora in Africa, ad esempio..La Russia non sta portando l’Africa da un colonialismo ad un altro. Sta restituendo a quei Paesi la loro sovranità.
Condivido in piena la sua lucida analisi . Tutto con grande amarezza e senso di impotenza.
Buongiorno
Ciò che mi preoccupa è quanti danni ancora faranno al paese.
Ci hanno rubato quasi tutto.
Tra poco tocca all acqua.
Lo stato a cosa serve?
Ad impoverire la povera gente.
Questo è feudalesimo totale con l’aggravante della tecnologia pervasiva.
Il mio augurio è che questa malattia virus massonico ipocrita finanziario trasversale apolide muoia presto
Altrimenti macinerà nuove vite nuove illusioni nuovi territori.
Loro distruggono perché il loro sistema ha bisogno di distruggere per assicurare guadagno e illusione.
Il capitalismo è un virus una malattia sociale un sistema di governo totale.
Se tutti giocano al piccolo imprenditore per controllare tutti basta avere in mano asso a denari.
Il Monopoly no non è un gioco….
l’Illuminismo ha sempre un esito totalitario. Nasce apparentemente per liberare gli uomini dalle catene dell’oscurantismo . In realtà va contro tutto ciò che rientra nell’ambito della legge naturale, la morale naturale ed il diritto naturale. Pertanto una volta raggiunto il potere deve continuamente reprimere l’istinto dell’uomo a sviluppare e proteggere la proprietà, la famiglia, pretendendo in ogni epoca in cui abbia preso il potere, che vi sia la necessità di “rieducare” l’uomo, a partire dall’infanzia. L’ultima impostura, dopo lo sfruttamento dei lavoratori che sarebbe stato risolto col comunismo, lo sfruttamento delle donne causato dal patriarcato, col femminismo, ecco addirittura che bisogna salvare il pianeta, ma non rendendo più equa la ripartizione delle risorse, bensì mettendole tutte nelle mani di pochi illuminati, realizzando il regime più disumano della Storia.