Il supertestimone dell’affondamento del Lago Maggiore e quella base del Mossad in Italia

18/04/2025

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di Cesare Sacchetti

Se fosse una serie televisiva o un ciclo di libri del romanziere inglese John Le Carré, ex membro dell’intelligence di Sua Maestà, si potrebbe intitolare “Il lago delle spie”.

Sì, perché sulle placide acque del Lago Maggiore, a non molta distanza dal confine con la Svizzera italiana, da un po’ di tempo a questa parte si intrecciano fitte trame di spionaggio internazionale, tranquillamente ignorate dai vari organi di stampa, sempre attenti rispettare le consegne ricevute dai vari servizi, soprattutto quelli anglo-americani e israeliani.

La verità su quanto accaduto quel 28 maggio del 2023 sulle acque del lago Maggiore sta infatti proprio nei protagonisti dell’inspiegabile naufragio della barca Goduria, sulla quale non c’era una allegra festicciola come hanno provato a far credere in un primo momento i vari media, ma in realtà un vero e proprio vertice di spie internazionale.

Si era pubblicato all’epoca già un articolo dove si rivelava in esclusiva che quell’affondamento non era dovuto ad una fantomatica tromba d’aria come avevano sempre cercato di far credere gli organi di stampa, ma piuttosto ad un intervento di forze esterne, su tutti i servizi segreti russi che sapevano che quel giorno sulla Goduria si discuteva di una operazione di destabilizzazione del Kosovo.

Erano i giorni nei quali la guerra in Ucraina iniziava ad assumere le gigantesche proporzioni di un disastro della NATO per la manifesta superiorità della Russia sul campo, e per la riluttanza degli Stati Uniti a sostenere lo sforzo bellico ucraino.

A Bruxelles, sede della NATO e dell’Unione europea, e a Londra i vari servizi sono alla ricerca di una provocazione o di un diversivo in grado di poter spostare l’attenzione dei russi, impegnati in Ucraina, sul versante dell’Europa Orientale, in particolare nella tormentata Serbia, da sempre fiero avversario del blocco Euro-Atlantico che decise di bombardare il Paese per la sua riluttanza ad eseguire gli ordini di Washington nel 1999.

Il testimone dell’anglosfera, allora come oggi, era nelle mani di Londra e Tel Aviv, e allora gli inglesi e gli israeliani decisero di studiare una operazione per destabilizzare il Kosovo, e sperare così di distrarre Mosca dall’Ucraina e dalla disfatta che i nazisti di Kiev stavano subendo.

Il vertice delle spie sul lago Maggiore

Sulla Goduria si riuniscono così le spie anglo-israeliane assieme ad alcuni agenti dell’AISE, il servizio di sicurezza esterno dell’Italia, che ovviamente si era prestato all’operazione su indicazione quasi certamente del governo di Giorgia Meloni, che quando si tratta di eseguire gli ordini di Londra e Bruxelles non si tira certo indietro.

Le barbe finte inglesi, italiane e israeliane si danno così appuntamento sulla Goduria, di proprietà di Claudio Carminati, il comandante della barca che veniva affittata ai turisti in visita sul lago, assieme a sua moglie, la cittadina russa Anya Bozhkova, che purtroppo perderà la vita negli istanti successivi all’affondamento della barca.

Carminati finisce suo malgrado in un gioco più grande di lui. Mai l’uomo si sarebbe potuto immaginare quel giorno che sulla sua barca si sarebbe consumato un intrigo internazionale che vedeva coinvolti gli uomini e le donne dei servizi di tre Paesi che si sono serviti della Goduria per descrivere l’operazione in programma nel Kosovo.

Non ne hanno avuto però il tempo. All’improvviso, la barca riceve un colpo, ondeggia paurosamente e si capovolge facendo finire in acqua i suoi ospiti, e tra questi perdono la vita gli agenti dell’AISE, Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, la citata civile russa moglie del comandante, Anya Bozhkova, e l’agente del Mossad, Shimoni Erez.

Non appena avviene l’affondamento, e non appena parte la “inchiesta” della procura di Busto Arsizio, gli altri agenti israeliani a bordo della barca affondata non vengono trattenuti come sulla carta avrebbero dovuto essere per essere interrogati ed eventualmente fermati per i fatti del Lago Maggiore, ma vengono lasciati prontamente andare dalle autorità italiane che si affrettano a non disturbare troppo gli uomini mandati in missione dal governo di Netanyahu.

Una volta rimpatriata la salma di Erez, per il suo funerale si scomoda anche il capo del Mossad, Barnea, segno che l’uomo non era affatto un pesce piccolo.

David Barnea al funerale del suo collega

I media intanto seguono le direttive piovute dall’alto.

Il “colpevole” dell’affondamento è la citata tromba d’aria e nel tritacarne mediatico e giudiziario finisce subito il malcapitato Carminati accusato di “imperizia” per aver sottovalutato l’allerta meteo che quel giorno, a detta degli inquirenti, prevedeva un forte maltempo.

Eppure non risulta che quel giorno sul Lago fosse previsto chissà quale evento atmosferico avverso.

Nulla lasciava presagire una “tromba d’aria” su quelle acque che di certo non sono quelle di un agitato oceano, ma di un tranquillo lago.

Il supertestimone che vide la barca

A smontare definitivamente la storia della tromba d’aria è però una testimonianza in esclusiva giunta a questo blog da parte di una persona che era proprio lì quel giorno sul Lago Maggiore e che ha visto la Goduria poco prima che questa affondasse.

A rivelare la sensazionale verità è Giorgio Baruzzo, un giovane piemontese, che riferisce di aver visto quanto segue.

Quel giorno io e la mia compagna ci siamo recati sul lago Maggiore. Lei che ha visitato molte volte quelle zone ci teneva a farmi fare un giro e nello specifico visitare gli isolotti che si raggiungono solo con i battelli. Era una splendida giornata di sole, assenza totale di vento e quasi nessuna nuvola,  anche sul lago il traffico non era cosi congestionato,  insomma una tranquilla domenica di maggio. Decidemmo quindi di dirigerci verso le isole Borromee e ci fermammo nell’ultima isola, la Superiore dei pescatori dove è situato l’Albergo Ristorante “Il Verbano”. Ci sedemmo nella terrazza per fare un aperitivo e di fronte a noi c’era appunto la Goduria. Ricordo che osservammo per diverso tempo le due persone a bordo. Un uomo ed una donna intenti con i preparativi. Ricordo molto bene entrambi e il battello aveva nella prua la sala vetrata dove si trovava un tavolo con sedie in legno già posizionato, non saprei dirle il numero esatto ma considerando che occupava l’intero spazio adibito alla sala direi che i posti erano 15/20 circa. Le persone a bordo come le dicevo intente nei preparativi andavano spesso a poppa dove era situato un lavandino esterno ed entravano e uscivano dentro e fuori. Nella parte superiore vi era situata una piccola zona esposta al sole dove si trovavano un paio di sdraio. Io stesso dissi alla mia compagna che una cena su un battello cosi sarebbe stata davvero bella visto il posto in cui ci trovavamo.”

Nessuna minaccia di maltempo quindi. Nessun segno che fosse prevista una burrasca quando non c’era una bava di vento e si facevano già sentire i primi caldi della imminente stagione estiva.

Il racconto di Giorgio si fa però ancora più interessante quando descrive le persone che ha visto a bordo del Goduria.

“Erano tutti in t-shirt e pantaloncini, ricordo che 3 di questi salirono nella parte superiore, e mi colpi uno di questi 3 perché indossava una maglia nera, dei pantaloncini con molte tasche di color beige e indossava degli occhiali da sole “Oakley” quasi certamente per via del disegno. Marca di occhiali preferita dai militari – ne conosco diversi che li usano da anni per via della loro praticità. Li osservai per qualche minuto e mi venne da dire quasi immediatamente che sembravano militari in licenza, questo per via della forma fisica e di come si atteggiavano e muovevano. Se avessi dovuto definire in quel momento la nazionalità avrei detto americani oppure inglesi. Queste persone rimasero a prendere il sole e circa 20 min dopo arrivò un secondo battello al cui interno vi erano altre persone, ricordo distintamente una donna nel gruppo. Poco dopo ci alzammo in quanto il battello di ritorno era quasi arrivato, non ricordo precisamente l’orario ma indicativamente erano le 18:00, c’era ancora un bel sole e faceva molto caldo quel giorno. Qualche giorno dopo lessi la notizia dell’affondamento della Goduria e di questa presunta tromba d’aria che si era scatenata in quella zona. Rimasi basito e colpito in quanto avendo visto personalmente la barca, niente di quanto dichiarato mi sembrava plausibile e/o possibile. Il mio stupore fini quando scoprì chi c’era a bordo della Goduria, mi resi conto che qualcuno aveva lanciato un chiaro segnale. Interessato alla vicenda, cercai di documentarmi e scoprii che in quella zona il numero di persone con passaporto israeliano/inglese era stranamente aumentato nei 2 anni precedenti. Certo la zona è davvero magnifica e uno potrebbe pensare che sia una coincidenza, ma a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.”

Giorgio Baruzzo in una foto scattata quel giorno sul lago Maggiore

Nulla quindi lasciava pensare ad una improvvisa “tempesta” sul lago, e, a dire il vero, il bollettino meteo di quel giorno non parlava proprio di nessuna allerta prevista per le zone intorno al lago Maggiore, al confine tra Lombardia e Piemonte, sulle quali invece era previsto una giornata di sole.

Carminati però capisce probabilmente di essere finito in un gioco molto più grande di lui, e dopo aver perso la moglie e la barca, che era anche la sua casa, finisce con il patteggiare in primo grado 4 anni di carcere per omicidio colposo e naufragio colposo, nonostante fossero diversi gli elementi che lo scagionavano, a partire da quello meteorologico, che non lasciava presagire in alcun modo una cosiddetta “tromba d’aria”, sia per le previsioni sia per la giornata che risultava soleggiata e calda, come ha rivelato la testimonianza di Baruzzo.

Nella parte finale delle sue rivelazioni, Giorgio dimostra uno spirito di osservazione particolarmente acuto quando fa correttamente osservare che quella zona pullula di barbe finte angloamericane e israeliane.

Un agente immobiliare attivo in quei luoghi si è messo in contatto con questo blog e ha confermato che da almeno 2 anni, diversi stranieri, israeliani soprattutto e ufficiali della NATO, stanno comprando casa nei pressi del Lago Maggiore.

Alle pendici del Mottarone si è in pratica insediata una singolare comunità israeliana che mai prima d’ora aveva mostrato così tanto interesse per quella zona.

Secondo alcuni, le ragioni di questo improvviso interesse israeliano sarebbe da ricercarsi nel fatto che la montagna del Mottarone avrebbe una sorta di valenza “sacra” per la religione ebraica, ma forse ci sono anche altre ragioni di carattere più meramente politico e soprattutto militare.

Sulla riva sinistra del lago Maggiore, c’è infatti il piccolo comune di Ispra, dove ha sede un importante centro di ricerca dell’Unione europea che quando fu stabilito, nel 1958, era dedicato alle attività nucleari, per poi essere riconvertito ad altri settori una volta stabilito l’abbandono da parte dell’Italia del nucleare dopo il referendum degli anni’80.

Il centro di ricerca dell’UE a Ispra

A fianco a questo centro di ricerca c’è la nota Leonardo, azienda strategica nel settore aerospaziale e celebre anche per la realizzazione dei celebri elicotteri Agusta.

Leonardo è un nome che probabilmente molti già ricorderanno per altri intrighi internazionali.

L’azienda aerospaziale finì infatti qualche tempo fa nell’occhio del ciclone per via del suo presunto coinvolgimento nell’attacco cibernetico eseguito contro i server delle elezioni americane nel novembre del 2020.

Si tratta di uno scandalo internazionale del quale questo blog scrisse in anteprima nel dicembre del 2020, la cui eco proseguì per più di un anno e mezzo, un periodo di tempo nel quale furono seminati non pochi depistaggi da parte di diversi personaggi, manovrati con ogni probabilità dai servizi italiani che avevano tutto l’interesse a screditare la credibilità del caso.

Il nome di Leonardo è nuovamente finito nelle cronache più recenti per una storia fatta circolare sui media italiani, soprattutto il Corriere, che hanno riferito di un fantomatico drone “russo” che avrebbe sorvolato gli stabilimenti dell’azienda aerospaziale.

Sin da subito il racconto presentava elementi di poca credibilità, a partire da quello di un drone che sarebbe partito dalla Russia e avrebbe viaggiato indisturbato per migliaia di chilometri, ed è giunta poi la conferma che la storia non era altro che una montatura.

Non può escludersi che anche in questa occasione gli organi di stampa abbiano ricevuto degli ordini precisi per preparare il terreno ad una nuova provocazione contro la Russia, oppure ad una operazione di “falsa bandiera” eseguita dai vari servizi italiani e inglesi attivi in quella zona per accusare falsamente ancora una volta Mosca di aver “tramato” contro l’Occidente.

Nessuno si sta chiedendo però perché da qualche tempo a questa parte, intorno al lago Maggiore ci sia questa ressa di spie inglesi ed israeliane e nessuno ovviamente chiede conto ai due governi, quello di Mario Draghi e Giorgia Meloni, di questo improvviso afflusso che potrebbe avere anche serie conseguenze per la sicurezza italiana in questa guerra della NATO alla Russia.

Se si legge questo articolo pubblicato dal sito Notizia Oggi, si apprende comunque la genesi ufficiale di questa migrazione israeliana.

40 famiglie israeliane avrebbero sentito l’irrefrenabile impulso di trasferirsi proprio nella Valsesia, dopo che un imprenditore ligure, Ugo Luzzati, ha fondato l’associazione “Progetto Baita” che si propone come scopo quello di popolare la zona di cittadini originari dello stato ebraico.

Gli israeliani della Valsesia

Luzzati pare avere un legame speciale con Israele, terra dove ha fondato la sua azienda e si è sposato, ma a sua detta questo interesse di diversi israeliani sarebbe tutto dovuto “ al nostro paesaggio, ma anche dall’accoglienza delle persone.”

Nulla di anomalo quindi per l’imprenditore ligure.

La Valsesia avrebbe esercitato un irresistibile fascino su questi israeliani, che, a detta di Luzzati, sarebbero soltanto cittadini comuni, tra i quali alcuni “laverebbero da remoto” mentre altri sarebbero “medici, infermieri, e farmacisti”.

Secondo il quotidiano Il Foglio, molto vicino allo stato ebraico, almeno altre 11mila famiglie israeliane avrebbero deciso di trasferirsi proprio nei pressi del lago Maggiore, soprattutto dopo quanto accaduto nell’ottobre del 2023 e la conseguente insanabile frattura tra la destra messianica del Likud e la sinistra progressista israeliana.

Ciò non toglie che trasferimenti così rilevanti, non possono non essere stati autorizzati dal Viminale, che deve aver rilasciato dei permessi di soggiorno, come si diceva prima, ma nessun giornalista si è soffermato a fare queste domande a Draghi e soprattutto alla Meloni e a Piantedosi, che stanno consentendo agli israeliani di costituire una loro colonia nel Nord – Italia.

Se si considera inoltre che proprio in questa zona sono avvenuti degli eventi che hanno coinvolto agenti del Mossad, come il citato Shimoni Erez, il sospetto che l’intelligence israeliana stia costruendo un suo avamposto in Italia appare più che fondato.

Il crollo della funivia Stresa-Alpino-Mottarone

L’affondamento della Goduria però non è l’unico caso irrisolto che ha visto coinvolti degli israeliani in questa parte d’Italia.

Due anni prima di questo caso, nel maggio del 2021, si verificò il crollo della funivia sulla linea Stresa-Alpino-Mottarone.

A morire furono 14 persone, di cui 5 israeliani.

Due di loro vivevano a Pavia, ed erano Amit Biran, nato nel 1991 a Tel Aviv, e medico tirocinante presso l’università di Pavia, sposato con sua moglie Tal Peleg, nata anche lei nella capitale israeliana e laureata in psicologia.

Amit Biran assieme alla sua famiglia

La coppia aveva scelto per trascorrere la loro gita quella zona così tanto frequentata dai loro connazionali, ma il disastro è ancora più singolare, perché oltre il fatto che le cause non sono mai state chiarite, sulla funivia c’era anche un cittadino iraniano, Mohammadreza Shahaisavandi, assieme alla sua fidanzata italiana, Serena Cosentino.

Se si volesse fare un calcolo statistico di un incidente di questo tipo che vede spezzarsi inspiegabilmente la fune traente della funivia, tanto da far considerare persino ad alcuni esponenti del partito democratico l’ipotesi del sabotaggio, assieme alla circostanza che su quel mezzo c’erano cittadini israeliani ed iraniani,le probabilità che qualcosa del genere accada sarebbero piuttosto basse.

Lo sarebbero ancora di più probabilmente se si considerasse che una simile catastrofe è avvenuta in una zona che pullula di cittadini israeliani, non di rado agenti del Mossad, assieme ad altri uomini della NATO e del MI6, i quali tutti “stregati” dalla bellezza della Valsesia avrebbero deciso di piantare proprio lì le tende.

Proprio stamane intanto si è appresa la notizia di un’altra caduta di una funivia, stavolta non nella zona del Mottarone, ma in quella del monte Faito, vicino alla splendida costiera amalfitana.

Uno dei cavi della funivia che tutti i giorni percorreva quel tratta dal citato monte Faito a Castellamare di Stabia si è spezzato, e a perdere la vita sono state 4 persone, tra cui l’autista Carmine Parlato, assieme a due inglesi e una donna israeliana.

Un altro israeliano si sarebbe salvato per miracolo. Ancora una volta, cade una funivia e ancora una volta a bordo ci sono cittadini dello stato ebraico.

Sempre per restare nel campo della statistica inferenziale, quella dedicata al calcolo degli eventi, ci si chiede nuovamente quante siano le probabilità che d’un tratto in Italia inizino a cadere delle funivie, sulle quali a bordo ci sono sempre cittadini israeliani.

C’è probabilmente quindi un’altra verità che non viene raccontata e non è quella dell’immagine da cartolina del Belpaese che gli organi di stampa stanno veicolando.

Non c’è stato lo sbocciare di un improvviso “amore” per l’Italia da parte di alcuni “turisti” israeliani, ma c’è stata probabilmente la volontà dei governi Draghi e Meloni di mettere a disposizione dello stato ebraico e della Gran Bretagna il territorio italiano per poter condurre meglio le sue operazioni in Europa, soprattutto quelle contro la Russia.

Si spiega così la concessione dell’uso della base di Sigonella per lanciare vari attacchi alla Russia, e si spiega allo stesso modo anche il capitolo successivo del lago Maggiore avvenuto la scorsa estate al largo di Palermo, quando affondò misteriosamente l’inaffondabile Bayesian, lo yacht di Mike Lynch, uomo vicinissimo ai servizi britannici dell’MI6 e dell’immancabile Mossad.

Anche in quella occasione la stampa italiana pensò bene di attingere dal copione utilizzato due anni prima per la Goduria e si diede la colpa ad una fantomatica “tromba d’aria” che non c’era nemmeno in quella circostanza, e che, anche se ci fosse stata, non avrebbe mai potuto affondare una barca che ha resistito a traversate oceaniche ben più impetuose delle calme acque di Porticello.

Non va dimenticato in questa singolare serie di episodi quello del “turista” scozzese giunto a Roma, a poca distanza da dove viveva Roberto Saviano, e saltato in aria senza alcuna spiegazione.

Qualcuno nello stato profondo italiano sta giocando con il fuoco, e non si rende probabilmente conto che ormai questi non sono più i tempi dell’impero americano e della vecchia strategia della tensione.

Non c’è più Washington a proteggere la corrotta politica italiana.

Appare però certo un fatto.

L’epilogo della repubblica di Cassibile sembra essere identico a quello che ne portò la sua disgraziata nascita.

Al servizio dello straniero, fino all’ultimo istante della sua tormentata e dimenticabile esistenza.

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9 Commenti

  1. GIORGIO

    Buongiorno Cesare,

    come sempre un articolo da incorniciare.

    “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” è il modo più corretto di pensare ad ogni situazione, visto il mondo in cui viviamo.
    Il tempo è galantuomo e alla fine la verità verrà sempre a galla, almeno fin quando ci saranno persone disposte a cercarla e raccontarla.

    La vera domanda che mi pongo è un’altra, ossia come è possibile che tutti questi incidenti che hanno come bersaglio agenti e/o persone legate ad Israele possano agire indisturbate?!
    Gli unici che possono compiere questo genere di operazioni potrebbero essere agenti del FSB Russo o di loro Omologhi, perchè il territorio Italiano è nevralgico per la tenuta del Mediterraneo e in buona misura per il continente Europeo.
    Chi controlla L’Italia, può potenzialmente colpire chiunque in Europa ed in Nord Africa, pertanto se avessimo un governo degno, forse si potrebbe auspicare ad un ruolo più centrale e meno servile del nostro paese.
    A volte penso che qualcuno stia facendo le “pulizie di primavera”.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Ciao Giorgio, grazie per gli apprezzamenti e per la tua preziosa testimonianza. Certamente, sembrano operazioni fatte dai servizi russi, in particolare quella del lago Maggiore. Sugli incidenti delle funivie, ci sono meno certezze ma anche lì senza dubbio ci sono grosse anomalie. L’Italia è certamente strategica. Se avessimo un vero governo, saremmo uno dei Paesi più influenti al mondo.

      Rispondi
  2. Paolo

    Interessante articolo, purtroppo “…serva Italia, di ostello dolore”

    Rispondi
    • Fation

      Comunque quella sera, io che lavoro una 15 di km in linea d’aria ( aeroporto) da sesto calende, ricordo benissimo un forte temporale, tanto da farci entrare molta acqua in magazzino.
      E non succede spesso questa situazione.
      Tempreale creato e colpo dato, questo è molto probabile, certo.
      E palese poi l’affondamento dello Bayesian.

      Rispondi
      • La Cruna dell'Ago

        Un altro testimone che era a 3 chilometri dalla Goduria, la sera, quando ha iniziato a fare un po’ di pioggia, mi riferisce che non è stato nulla di straordinario. Una barca non affonda certo per un leggero temporale.

        Rispondi
  3. Zerodosato

    Solo un commento: articolone! Complimenti per le testimonianze raccolte.

    Rispondi
  4. Susanna

    Sacchetti sei un gatekeeper o semplicemente uno che nn ha capito nulla e fa finta di fare il giornalista? Studiati la storia della Meloni, chi la scelse e chi ora la sta onorando. La Meloni è la migliore alleata di Trump, dal 2017, anno in cui la scelse insieme a Salvini, per portare avanti il piano per la liberazione dal deep state. Basta dire scemenze sulla Meloni ormai fin troppo chiaro a capire che è una vera patriota. Come fate a far finta di fare gli analisti e non capire chi sta operando per il bene. Nasconditi e studia

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Forse dovresti studiartela tu la storia della Meloni. Iscritta all’Aspen Institute della famiglia Rockefeller, sostenitrice della farsa pandemica, dell’euro, dell’UE, della NATO e dei nazisti ucraini. E’ inutile che veniate a ripetere qui i depistaggi dei propagandisti del centrodestra. Non attaccano certamente con me né con i lettori che non si fanno certo predenre in giro da queste ridicole bugie.

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