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Cesare Sacchetti

Il piano della NATO e dell’UE per destabilizzare la Romania e tentare un altro golpe contro Georgescu

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Categorie: Notizie

21/02/2025

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di Cesare Sacchetti

Qualche mese fa si ebbe ancora una volta una prova tangibile della vera natura della cosiddetta democrazia liberale.

Nel mese di novembre, in Romania, si stavano tenendo le elezioni presidenziali e tra i vari candidati ce n’era uno in particolare poco gradito agli ambienti di Bruxelles e Londra, le ultime due flebili roccaforti dell’Euro-Atlantismo, ovvero l’ex diplomatico di carriera e già rappresentante dell’ONU, Calin Georgescu.

In Romania le elezioni presidenziali sono basate sullo stesso principio di quelle francesi, nelle quali i due primi arrivati al primo turno hanno diritto di accedere al ballottaggio dove si sfideranno per aggiudicarsi la presidenza.

Georgescu aveva sconvolto le previsioni dei sondaggisti del Paese che probabilmente come avviene da quest’altra parte dell’Europa Occidentale avevano rilasciato delle “previsioni” altamente manipolate nel tentativo di influenzare l’opinione pubblica.

I sondaggi infatti nelle democrazie liberali di rado sondano veramente qualcosa perché questi sono commissionati da istituti legati a vari centri di potere bancari e finanziari che vogliono far uscire da quelle interviste i risultati che più gli aggradano.

I rumeni avevano votato l’ex membro delle Nazioni Unite che si era presentato come indipendente aggiudicandosi il primo posto della competizione con il 23% delle preferenze elettorali.

Il secondo turno avrebbe dovuto tenersi due settimane dopo, l’8 dicembre, giorno nel quale la Romania avrebbe dovuto avere il suo nuovo presidente, ma ciò non è stato possibile.

In quella settimana si mise infatti in molto un vero e proprio golpe ai danni del candidato rumeno.

La Corte Costituzionale del suo Paese d’imperio annullava le consultazioni perché stabilì, senza alcuna seria prova, che Georgescu avrebbe vinto le elezioni in seguito ad una presunta manipolazione avvenuta sulla piattaforma di Tik Tok, presso la quale si sarebbero iscritti, secondo i togati rumeni, dei profili riconducibili alla Russia che avrebbero poi iniziato a sostenere Georgescu.

E’ apparso subito chiaro sin dal principio che ci si trovava di fronte ad una versione rumena della bufala del Russiagate allestita ai danni di Trump nel 2016, quando l’allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, decise di autorizzare lo spionaggio illegale ai danni del candidato repubblicano servendosi, secondo diverse fonti, dell’apporto di Matteo Renzi, all’epoca presidente del Consiglio in Italia.

Lo scopo del golpe era quello di raffigurare Trump come una sorta di “agente russo” che veniva manipolato da Putin per degli imprecisati scopi.

E’ interessante poi notare anche, oltre la palese falsità, anche la paradossalità di tali accuse poiché provengono tutte da coloro che sono realmente agenti e utili idioti dei vari circoli globalisti quali la Commissione Trilaterale, il Bilderberg, Davos e l’immancabile finanza askenazita e non si tratta di una teoria.

Si tratta di un fatto e a tal proposito sarebbe sufficiente vedere tutti i finanziamenti ricevuti da personaggi come il citato Obama oppure del citato Renzi che in quegli anni riceveva fondi da speculatori finanziari quali Davide Serra e Guido Ghisolfi, proprietario dell’azienda chimica Mossi e Ghisolfi, soltanto per citarne due.

La macchinazione che venne messa in moto in Romania ai danni di Georgescu è una riedizione di quella avvenuta negli Stati Uniti contro Trump e la Corte costituzionale rumena che agiva suppostamente in difesa della cosiddetta “democrazia” era quella che in realtà violava le stesse regole di questo sistema politico che è connaturato da una irredimibile ipocrisia di fondo.

Nel mondo Occidentale difatti tutti i principi dell’illuminismo che affermano la libertà di pensiero e di espressione sono validi sino a quando non arrivi un partito politico che ai quei principi non si ispira e che anzi dichiara di ispirarsi, ad esempio, ai valori della religione cattolica e cristiana e di essere contro ogni ipotesi di cessione della sovranità nazionale.

Se si arriva ai confini, per così dire, del liberalismo allora il liberalismo agisce esattamente, o peggio, di come agisce ogni regime totalitario e si adopera per estromettere l’avversario dalla competizione elettorale attraverso un castello di carte di imbarazzanti e bugie.

Verrebbe da dire che ai tempi dell’URSS, creatura della finanza askenazita, almeno non c’erano tali ipocrisie e se si era giudicati una “minaccia” lo si era perché l’oligarchia di quel Paese agiva per preservare la sua feroce dittatura marxista e non pretendeva almeno di essere un qualche sistema che difendeva la “purezza” dei “valori” del liberalismo.

Georgescu: la variabile rumena che terrorizza Bruxelles

Georgescu è stato fermato perché ha avuto la “colpa” di aver violato la regola del liberalismo e dei poteri che alimentano questo sistema politico.

Non è infatti il classico politico “ortodosso” delle varie democrazie liberali Occidentali che segue le linee guida dell’anglosfera, ma è invece un dichiarato difensore della sovranità nazionale che non ha avuto nemmeno paura in passato di esprimere la sua ammirazione per il movimento fascista della Guardia di Ferro rumena, fondato nel 1928 da Corneliu Codreanu, che aveva una viva ammirazione per Mussolini e per le idee del fascismo italiano.

Georgescu ha violato, per così dire, il “sancta sanctorum” del liberalismo e non ha esitato ad esprimere simpatie per personaggi apertamente fascisti, una sorta di “peccato mortale” nel tempio della scuola di Francoforte i cui filosofi di origini ebraiche concepirono persino un “fascistometro” per stabilire il grado di adesione a questa ideologia, ripreso poi dalla non compianta Michela Murgia negli anni passati.

L’establishment però per quello che riguarda il candidato indipendente rumeno è messo persino peggio di prima perché la mossa di annullare le consultazioni avvenute a novembre e il secondo turno programmato a dicembre, non ha fatto altro che produrre il risultato inverso, ovvero quello di compattare ancora di più l’elettorato rumeno e convincerlo che il candidato indipendente sovranista è davvero l’uomo che può portare la Romania fuori dall’egida di Bruxelles e dell’anglosfera.

Calin Georgescu non è infatti un semplice politico alle prime armi.

E’ molto più insidioso per le varie gerarchie del mondialismo perché può definirsi una sorta di loro infiltrato, un insider, se si considera che il diplomatico rumeno è stato direttore del centro di ricerca europeo del Club di Roma.

Il simbolo del club di Roma

Il Club di Roma è uno di quei circoli di eletti che fanno parte del piano superiore del mondialismo, quello nel quale ci sono personaggi del calibro di Henry Kissinger, Gianni Agnelli, Romano Prodi, Mikhail Gorbachev, Javier Solana, Pierre Trudeau, padre di Justin e influente massone, e David Rockefeller.

A fondarlo nel lontano 1968 fu un uomo vicinissimo ad Agnelli, Aurelio Peccei, dirigente della FIAT, che dichiarava di sentirsi una sorta di moderno Adam Weishaupt, il fondatore degli Illuminati, per la sua fervente attività a sostegno degli ambienti mondialisti e della massonici.

Peccei aveva un odio profondo per l’umanità giudicata da lui come una sorta di “minaccia” che erodeva le risorse del pianeta ed è proprio da tale idiosincrasia che deriva l’opera neo-malthusiana pubblicata dal suo club nel 1972, la famigerata “I limiti della crescita”, sulla quale ancora oggi si basano quelle false teorie che vogliono far credere che il depopolamento sia una necessità per salvare il pianeta poiché le risorse alimentari sarebbero “limitate”.

La teoria dei limiti della crescita si può definire a tutti gli effetti la madre dell’altra falsa teoria del riscaldamento globale che ha come solo fine quello di ridurre la popolazione attraverso la deindustrializzazione e il controllo della nascite.

Si è chiaramente in presenza di una filosofia luciferiana che considera l’essere umano una specie di “parassita” da sradicare ad ogni costo e non desta sorpresa che i proponenti di questa ideologia anti-umana siano gli stessi che hanno promosso le vaccinazioni di massa e il successivo e presente sterminio di massa seguito ad esse.

Il politico rumeno conosce a menadito tutta questa impalcatura ideologica ed è particolarmente pericoloso per i suoi ex “amici” perché sa molto bene su quali tasti battere e soprattutto come toccarli.

Lo ha dimostrato già due anni prima in una intervista nella quale spiegava molto lucidamente come Donald Trump sia stato la variabile non prevista dagli apparati che governano il club di Roma che avevano pianificato la vittoria di Hillary Clinton per poi arrivare all’ultima fase del Nuovo Ordine Mondiale, definitivamente sfumata dopo il fallimento della farsa pandemica.

L’intervista nella quale Georgescu spiega il funzionamento del mondialismo

Georgescu però si era addentrato in un terreno ancora più minato.

Aveva denunciato in quell’occasione come i signori di questa rete transnazionale siano gli stessi dediti al traffico di bambini e le sue parole coincidono perfettamente con tutti coloro che si sono avvicinati a questo mondo, a partire da lady Diana, ad esempio, che aveva potuto vedere come i membri della famiglia Windsor fossero invischiati fino al collo nella pedofilia assieme ai loro sodali come Jimmy Saville.

Se Trump era la variabile imprevista in America, Georgescu lo è chiaramente in Romania, ma ora per i vari Euro-Atlantisti che vogliono scongiurare la presa del potere dell’ex diplomatico rumeno si presenta lo stesso problema, come si diceva prima, di dicembre, ancora di più esacerbato.

I vari analisti politici non possono esimersi stavolta dal far notare come il candidato sovranista possa vincere questa tornata con consensi persino maggiori di quelli del 2024, e allora si sarebbe messa in moto ancora una volta una macchina eversiva ai suoi danni.

Il piano della NATO e dell’UE per destabilizzare la Romania

Secondo varie fonti di intelligence serbe, la banca centrale rumena si starebbe prodigando per finanziare una vasta campagna diffamatoria contro Georgescu attraverso un massiccio giro di soldi sporchi.

A presiedere la banca centrale rumena c’è un personaggio come Mugur Isărescu, anche lui membro del club di Roma, come lo è stato Georgescu, e iscritto anche un altro potente clan del mondialismo come la Trilaterale della famiglia Rockefeller, ricevuta con tutti gli onori qualche anno fa da Sergio Mattarella.

Mugur Isarescu

A dirigere l’operazione sul piano internazionale sarebbe la NATO che pare pronta a tutto pur di sbarrare la strada a Georgescu, anche all’eventualità di precipitare il Paese in una guerra civile o in un colpo di Stato molto simile a quello che avvenne all’Euromaidan ucraino nel 2013.

Georgescu però non è solo in questa sua battaglia per salire alla presidenza.

Se certamente a Mosca ci sono suoi estimatori, anche a Washington il politico rumeno può contare sull’appoggio di Donald Trump.

Le vecchie operazioni di destabilizzazione sorosiana che venivano frequentemente messe in moto quando si voleva rimuovere un personaggio sgradito ai vari signori dell’alta finanza e della massoneria sono certamente molto più complicata da quando la Casa Bianca da centrale della eversione internazionale è invece divenuta un centro di potere ostile e contrapposto al globalismo e lo smantellamento dell’USAID iniziato da Trump è parte di un processo di inversione di tendenza da parte di Washington iniziato già durante il primo mandato del presidente americano.

All’indomani del golpe eseguito dalla Corte costituzionale rumeno contro Georgescu qualcuno fece notare come un aereo partito dalla Florida decollò per raggiungere la Romania, e tutti pensarono ad un arrivo tempestivo del figlio di Soros per assicurarsi del risultato raggiunto, ma nessuno pensò invece che la Florida è la base operativa di Trump e che da lì potrebbe essere partito probabilmente un emissario del presidente americano per dare appoggio a Georgescu.

C’è una partita enorme in questi mesi sulla Romania perché questo Paese era stato già scelto nel 2024 per ospitare la più grossa base militare della NATO in Europa, a Costanza, sulle rive del Mar Nero.

Il patto atlantico vuole espandere l’attuale base Mihail Kogqlniceanu fino a farla diventare più grossa di quella di Ramstein, in Germania, per insidiare la Russia nel Mar Nero e soprattutto per cercare probabilmente di eseguire una delle solite provocazioni che la NATO cerca da tempo contro la Russia.

Georgescu oltre ad essere contrario ad un ampliamento della base, è molto critico sia della NATO e dell’Unione europea, e la possibilità che la Romania lasci il blocco Euro-Atlantico sotto una sua presidenza sono alte.

Bruxelles in questo momento si trova chiaramente in mezzo alla tempesta.

Dopo che gli Stati Uniti ormai hanno consumato il divorzio dall’UE, un tempo creatura di Washington, si è indebolita ancora di più e il discorso di Vance alla conferenza di Monaco non ha fatto altro che aumentare la distanza tra le due sponde dell’Atlantico.

Trump ha chiuso l’epoca dell”ordine” angloamericano della seconda guerra mondiale e non è più disposto a dare il suo sostegno a conglomerati internazionali come l’Unione europea, nati per esautorare gli Stati nazionali della loro sovranità.

Un’altra crepa a Oriente per Bruxelles assieme la frattura sempre più profonda portata dall’Ungheria di Orban sarebbe fatale, e non va dimenticato che già ora in queste condizioni l’Unione non può comunque resistere ad una prossima imposizione dei dazi americani.

Questo spiega perché dalle parti della NATO e dell’UE si stiano giocando il tutto per tutto e siano pronti a destabilizzare la Romania, anche se, come detto in precedenza, l’operazione è di difficile riuscita.

Bruxelles è isolata. A Occidente, c’è Trump. A Oriente, c’è Putin.

La morsa attorno alla dittatura eurocratica si sta stringendo sempre di più.

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8 Commenti

  1. Isabel.

    Buongiorno, Cesare. Sai che ti seguo e ti leggo dall’Argentina, il cosiddetto “terzo mondo” in cui siamo tutti presumibilmente relegati e sottoposti ai capricci del Nuovo DISORDINE MONDIALE. Nel mio paese esistiamo persone che NON SIAMO TELECREDENTI e che cerchiamo INFORMAZIONI AFFIDABILI e CREDIBILE in spazi ONESTI come il tuo. Per questo motivo la mia visione della geopolitica mondiale è allineata con le tue analisi SEMPRE ILLUMINATE nelle quali ESPONI le VERITÀ NASCOSTA e SMANTELLI le MENSOGNE ESPOSTE SPUDORATAMENTE. Grazie per lasciarmi sempre ARRICCHITA ogni volta che ti leggo. Un grande saluto per te da Mendoza.

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  2. Gabriele

    Salve
    I dazi ue dovrebbero arrivare da aprile ma ancora personalmente non capisco il meccanismo dei dazi per fare cadere l’UE.
    I dazi colpirebbero anche le persone comuni e non comprendo, almeno io, come questo possa fare disintegrare l’ UE intesa come apparato globalista transnazionale.
    Potrebbe spiegarmi il perché i dazi sono così pericolosi per questa gabbia kalergiana chiamata unione europea?
    Qual’ e’ il meccanismo che la fa cessare di esistere?
    Può farmi un esempio?
    Grazie saluti

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      I dazi non colpiscono le persone comuni. Colpiscono in larga parte quelle grosse imprese che esportano, che hanno spesso delocalizzato la produzione all’estero e che hanno assunto immigrati poco qualificati a basso costo. I dazi colpiscono tutto quel potere economico che ha sostenuto l’UE e la globalizzazione.

      Rispondi
  3. Frank

    Peccei, Loggia Centesimus Annus, come gli Agnelli e altri. C’è anche una Fondazione Centesimus Annus con nunn ottimo sito: centesimusannus.org. Leggere e farsi quattro grasse risate.

    Rispondi
      • Gabriele

        Scusate, si può sapere perché Trump ha detto a Zelensky di andare in Francia?😂
        Cosa deve andare a fare in Francia? 🤣
        Non poteva essere Germania o Italia?

        Rispondi
  4. Veronica

    Ottimo articolo.
    Ormai si e’ arrivato al punto che l’Alleanza Trump-Putin e’ diventata pubblica e sta mostrando in superficie, in modo diretto e limpido che da molto anni questa Alleanza opera per cancellare l’ impero globalista e ovviamente anche l’ UE.
    Il fatto e’ che adesso anche questi criminali che abbiamo da noi stanno dicendo che vorrebbero mobilitare truppe militari per aiutare Kiev a resistere contro un Putin che dichiarerà forse un’ ufficiale vittoria il 24 febbraio e un Trump che corre velocissimo per schiacciare questa struttura autoritaria mondialista che ha anche le sue radici in Europa.
    La domanda e’: visto che questi criminali non si arrendono e ormai anche loro pubblicamente mostrano di voler continuare a fare la guerra pur di salvarsi e so o pronti a tutto, alla fine si arriverà all’ azione militare necessaria in cui vedremo la Russia e Trump intervenire militarmente per far capitolare il regime massonico nel nostro continente?
    Putin ha sempre detto che se fossero state mandate truppe o altri aiuti avrebbe reagito pesantemente e Q ha sempre detto che la soluzione e’ militare….
    Cosa ne pensa? Grazie. Saluti.

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