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Il ministro Seehofer pensa alle dimissioni: la Germania ad un passo dalla crisi di governo
di Cesare Sacchetti
Il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, sarebbe pronto a rassegnare le sue dimissioni da leader della CSU, il partito bavarese alleato della CDU della Merkel, e a lasciare allo stesso tempo anche il suo incarico ministeriale.
La crisi governativa tedesca sembra ad un passo dal portare ad una clamorosa frattura tra i due partiti di governo, la CDU e la CSU, alleati dal 1949.
Secondo i media tedeschi, Seehofer nella riunione del partito tenutasi la scorsa notte a Monaco, avrebbe prospettato questa soluzione per uscire dallo stallo della crisi governativa che nelle ultime 2 settimane ha raggiunto la fase più acuta.
Il ministro Seehofer difatti aveva presentato proprio 14 giorni fa alla cancelliera Angela Merkel il suo piano per arrestare i flussi migratori verso la Germania che prevede il respingimento ai confini tedeschi dei richiedenti asilo che hanno già presentato domanda di protezione umanitaria negli altri paesi europei.
La Merkel si era opposta fermamente a questa eventualità che ,a suo dire, avrebbe sollevato problemi con gli altri partner europei riguardo a questa delicata questione.
Seehofer su questo aveva concesso alla cancelliera 2 settimane per trovare una soluzione largamente condivisa dai partner europei ma che andasse comunque nella direzione delle richieste presentate dal leader della CSU.
Ora la frattura tra i due sembra essere insanabile.
Lo scorso sabato, prima della riunione domenicale della CSU, c’era stato un incontro proprio tra la Merkel e Seehofer per cercare di colmare la distanza di vedute sulla questione dei migranti, ma non c’è stato nessun avvicinamento tra le due parti.
E’ stato lo stesso ministro dell’Interno a confermare che non c’è stata nessuna intesa dall’incontro e che le divergenze tra i due restano immutate.
La Merkel all’indomani della sua riunione con Seehofer, nella consueta intervista annuale che la cancelliera tiene con la tv pubblica ZDF prima della chiusura estiva del Parlamento tedesco, aveva rilasciato dichiarazioni di segno opposto quando ha sostenuto che “la sintesi di tutto ciò che è stato deciso ha lo stesso effetto” delle misure nazionali proposte dal ministro dell’Interno.
Ma i vertici della CSU non sembrano affatto condividere quanto dichiarato dalla cancelliera e restano perplessi sull’effettiva efficacia dell’accordo raggiunto dai 28 paesi dell’UE.
La leadership del partito ritiene difatti fondamentale mantenere la barra dritta sulla questione dei migranti, e non cedere di un millimetro sulla facoltà di respingere i migranti che hanno presentato richiesta di asilo negli altri paesi europei.
Il prossimo autunno in Baviera, la roccaforte della CSU, si terranno le elezioni regionali e si teme fortemente l’ascesa di AfD, Alternativa per la Germania, che sul contenimento del fenomeno migratorio ha una posizione altrettanto risoluta a quella del partito bavarese.
Dunque la CSU non può permettersi di perdere terreno sulla questione dei migranti e deve continuare a tenere la sua posizione di fermezza su questo punto.
La crisi di governo dietro l’angolo
Ora ci si chiede cosa potrebbe accadere, dopo che Seehofer ha messo sul tavolo la possibilità di lasciare entrambi gli incarichi che ricopre.
Per il momento i vertici del partito hanno respinto fermamente le sue dimissioni e lo hanno invitato a restare. Oggi ci sarà un tentativo in extremis di trovare una soluzione con un nuovo incontro tra i due.
“Nell’interesse del Paese e della stabilità di questo governo, che vogliamo mantenere, faremo un tentativo di trovare un accordo sulla questione centrale del respingimento dei migranti”, così si è espresso il ministro Seehofer.
Le anticipazioni della vigilia comunque non lasciano presagire esiti positivi e in molti iniziano a pensare che la rottura sarà inevitabile.
A questo punto, le sorti del governo tedesco sono appese ad un filo. Se non dovesse esserci nessuna intesa, Seehofer potrebbe andare avanti per la sua strada e agire unilateralmente applicando il suo piano di respingimenti.
Alla Merkel non resterebbe altra scelta che quella di rimuoverlo dal suo incarico, ma questo significherebbe la fine della coalizione e la caduta dell’esecutivo.
Sui media italiani, ad essere spesso descritto come governo “debole” e diviso è il governo Conte, ma il vero governo debole in Europa appare essere quello di Angela Merkel.
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