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Il ministro della giustizia svedese:”no alla pubblicazione di contenuti estremi”
di Cesare Sacchetti
Il ministro della Giustizia svedese, Morgan Johansson, ha annunciato sulla tv pubblica nazionale STV un giro di vite sulla pubblicazione sul web di contenuti considerati “estremisti” e in particolare ha rimproverato il popolare motore di ricerca Google per non aver fatto abbastanza in questo senso. “Dobbiamo aumentare la pressione sui giganti del web”, così si è espresso il guardasigilli svedese.
Nei giorni scorsi, la TU, l’associazione degli editori dei media svedesi, aveva criticato Google per la stessa ragione, ovvero quella di non vigilare abbastanza sui contenuti “estremi” che vengono pubblicati su YouTube, il popolare canale di condivisione video di proprietà della stessa Google.
Il governo svedese sembra voler adottare in questo senso la stessa linea, in particolare su quei video considerati di “estrema destra” condivisi su YouTube e ha invitato la TU a collaborare insieme alle autorità governative svedesi per chiedere alle grandi corporation del web di rimuovere questo tipo di contenuti considerati illegali.
Johansson ha attaccato duramente proprio i giganti della rete, colpevoli “di consentire che materiale illegale venga pubblicato” e quando il guardasigilli si è soffermato a commentare se questa politica restrittiva non minacci in qualche modo la libertà di espressione, ha chiarito che alcuni contenuti non rientrano in questa categoria, piuttosto in quella del “nazismo che è un crimine contro l’umanità.”
“Quando si diffondono opinioni di carattere estremo, a volte queste non mancano di incitare alla violenza e a ricorrere alle minacce nei confronti di altri gruppi, tutto questo diventa illegale”, ha aggiunto il ministro.
Sotto accusa sono finiti anche gli articoli e video che diffonderebbero “odio”, in quelli che sono stati ribattezzati nel mondo anglosassone appunto come “hate speech”.
Quello dell’incitamento all’odio è un terreno piuttosto scivoloso dal momento che spesso tale argomento è stato utilizzato in Svezia per censurare quelle ideologie che in qualche modo contraddicevano la linea del politicamente corretto adottata dall’esecutivo.
Nonostante questo, il governo svedese non sembra avere intenzione di fare retromarcia tanto da considerare “pericolose” tali opinioni, e si avvarrà della collaborazione dell’Unione Europea per contrastare la loro diffusione.
“Il commissario UE responsabile della questione verrà in Svezia questo giovedì, e in quell’occasione continueremo la discussione su come sanzionare con gli strumenti giuridici dell’Unione i giganti del web, in caso questi non provvedano alla rimozione di questo materiale estremo.”
Il ministro tuttavia è stato piuttosto vago sulla definizione di “estremo”, se non quando ha portato ad esempio contenuti che richiamino all’ideologia nazista e all’incitamento all’odio.
A questo proposito è utile citare due recenti episodi della cronaca svedese, che hanno visto finire sotto accusa il pensionato Denny Abrahamsson e una mamma 32enne di Göteborg, entrambi finiti alla sbarra proprio per aver diffuso su Facebook materiali che “incitavano all’odio”.
In particolare, il primo sarà processato a giugno per aver definito l’Islam come una ideologia “fascista”; la seconda invece è stata rinviata a giudizio con la stessa accusa ma, a differenza di Denny Abrahamsson, la sua colpa è stata quella di aver pubblicato una vignetta satirica sull’Islam per la quale il procuratore incaricato del suo caso ha deciso di processarla.
Ci si chiede pertanto se in Svezia dietro l’apparente pretesto di impedire la pubblicazione di materiali considerati estremi, non ci sia la volontà invece di mettere al bando le opinioni che contraddicano l’ideologia del politicamente corretto.
Sollecitare l’intervento delle autorità pubbliche per rimuovere opinioni sgradite al governo e persino processare i “colpevoli” di questo, è tipico della dittature totalitarie, non delle democrazie occidentali.
In Svezia, il rischio che qualunque opinione che possa turbare la linea del politicamente corretto seguita dal governo, venga automaticamente definita “nazista” e pertanto degna di censura, comincia a farsi sempre più probabile.
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