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Cesare Sacchetti

Il Manifesto e l’allarme sul nostro canale Telegram: le paure del mainstream

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Categorie: Notizie

06/10/2022

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di Cesare Sacchetti

Era un po’ che i media mainstream non si interessavano di questo blog o del nostro canale Telegram che ormai sembra avere tolto il sonno a molti, specialmente dalle parti dello stato profondo “italiano”.

Stavolta a fare una profilazione della rete di profili considerati vicini a Qanon in Italia è il Manifesto, il quotidiano comunista fondato da Lucio Magri e Rossana Rossanda.

C’è da specificare innanzitutto che Qanon non esiste. Si tratta di una invenzione mediatica che deriva da alcuni media del mainstream americano che è stata pedissequamente ripresa da quest’altra sponda dell’atlantico dai media italiani ed europei.

Esiste Q, una sua bacheca e i suoi cosiddetti “drop” che sono delle comunicazioni, a volte in codice, che vengono fatte per dare indizi e tracce a coloro che seguono il movimento di Donald Trump.

L’ipotesi più probabile è che dietro Q ci sia in realtà un gruppo di intelligence militare americano che affianca il presidente da diversi anni. Lo stesso Trump ha rimandato innumerevoli volte a Q e ai suoi scritti attraverso condivisioni sui social. Non è un’entità astratta.

È un fenomeno reale senza il quale è impossibile comprendere quale sia la missione di Trump da quando ha iniziato la sua avventura in politica, e da quando è nato il movimento fondato sul principio di mettere al primo posto l’America e i suoi interessi nazionali, e non quelli di oscuri gruppi di potere che da troppo tempo infestano Washington e le sue istituzioni.

La ragione per la quale i media americani ed italiani definiscono Qanon come Q è probabilmente quella del depistaggio. Attraverso questo falso nome vengono attribuiti fatti e dichiarazioni a Q che in realtà hanno fatto Qanon e i canali che falsamente dichiarano di essere “rappresentanti” di Q quando in realtà sono spesso i primi disinformatori.

È la palude della falsa controinformazione della quale si è parlato in numerose occasioni e che abbiamo denunciato numerose volte perché molto spesso tali infiltrati producono danni persino più rilevanti dei media mainstream.

L’ultimo esempio, tra i numerosissimi che si possono fare a questo proposito, è quello di aver fatto credere che Draghi prima di lasciare palazzo Chigi abbia in qualche modo preparato il terreno ad un ritorno alla sovranità monetaria attraverso una fantomatica riforma della Banca d’Italia che in realtà non c’è mai stata.

Costoro hanno fatto credere che nel nuovo statuto di Bankitalia si fosse messo fine al famigerato divorzio del 1981 attuato dall’allora ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta, e l’ex governatore di palazzo Koch, Carlo Azeglio Ciampi.

Nulla di tutto questo è ovviamente accaduto ma il mestiere del disinformatore è appunto quello di confondere le acque e depistare per conto degli apparati dello stato profondo che lo governano e lo retribuiscono per tale opera di mistificazione.

Lo scopo è far apparire come amici i nemici e viceversa in modo da indurre il lettore nella confusione più totale e farlo precipitare paradossalmente a tessere le lodi di coloro che invece egli vorrebbe denunciare e combattere.

Questa parentesi sulla falsa controinformazione era essenziale perché i media mainstream quando fanno le loro profilazioni mischiano giornalisti che non rispondono al sistema ad altri elementi manovrati dal sistema stesso, per far credere che i primi abbiano qualcosa a che spartire con i secondi.

Per poter distinguere i primi dai secondi, il lettore deve fare un esercizio di verifica dei contenuti messi in circolo da entrambi e metterli a confronto in modo da avere un’idea chiara di chi ha costantemente fabbricato montature quali quella di Draghi “sovranista” oppure quella del certificato verde che sarebbe stato prorogato di 3 anni a marzo scorso.

Oppure ancora quella del fantomatico arrivo dei Black block a Trieste che sarebbero dovuti giungere lo scorso ottobre nel capoluogo friulano per sabotare le proteste dei portuali che stavano facendo davvero paura al governo Draghi.

E ancora si potrebbe citare a questo riguardo il caso Biscardi dello scorso gennaio, quando purtroppo in completa solitudine denunciammo come si stesse facendo passare un noto truffatore per un ricercatore scientifico e di come si stesse cercando di far credere che tale personaggio fosse stato ucciso per via delle sue “ricerche” sui sieri.

In quel caso, l’apparato della disinformazione aveva ricevuto il compito di far credere, falsamente, che chi parlava dei danni dei sieri veniva eliminato perché scomodo.

È l’”arte” della psy-op, ovvero quel depistaggio messo su da ambienti dei servizi che in questo caso hanno deciso di scatenare una guerra psicologica permanente nei confronti dei dissidenti per farli vivere in uno stato di paura perenne e indurli in qualche modo alla rassegnazione.

Attraverso tale tecnica si raffigura il potere come più forte di quello che in realtà è, e lo si protegge avvolgendolo di una artificiale aura di “invincibilità”.

A questo punto, c’è abbastanza carne al fuoco da far comprendere al lettore quali sono le tecniche dei depistatori e come riconoscerli.

Tornando all’articolo del Manifesto, stavolta non si ravvedono i toni irrisori e diffamatori dei precedenti articoli del mainstream contro di noi. Non c’è la falsificazione vista con Newsguard, una società vicina ad ambienti sorosiani, e non c’è il fango e le menzogne, scritte anche in maniera ridicola, della versione italiana della rivista americana Rolling Stones, già nota per aver fabbricato clamorose storie false su ospedali congestionati da pazienti che avevano preso la ivermectina, il farmaco usato da Trump per trattare l’influenza COVID.

Stavolta si ravvedono dei toni più asciutti e formali di quelli di chi vuole fare una fredda analisi statistica di quei canali che sono diventati una vera e propria spina nel fianco nei confronti di determinati poteri.

E stando a quello che scrive il quotidiano comunista sul podio ci sarebbe proprio il nostro canale.

Questo è il ritratto che il Manifesto fa di noi.

Unico fra tutti coloro che hanno sposato le teorie di Q a produrre quasi esclusivamente contenuti originali (nell’ordine di decine di post al giorno sugli argomenti più svariati, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, oltre ad avere un suo blog anche in inglese), dai dati emerge che il suo canale Telegram (63.505 iscritti) è il più ripostato in tutto il network italiano – non solo quello Q – preso in analisi dal database, con un margine quasi di 2 a 1.

Due post di Sacchetti in cui insinuava che Mario Draghi fosse gravemente malato – che gli sono valsi lo scorso gennaio una perquisizione da parte della Digos – hanno rispettivamente 99.000 e più di 43.000 visualizzazioni – e hanno circolato non solo su canali Q come Qanon Italia e Italian Patriots ma anche su gruppi come Esercenti no green Pass e Italia Costituzionale no green pass.”

Ci sembra di capire quindi che il Manifesto ha commissionato o si è servito di un’analisi statistica per giungere alla conclusione che il nostro canale Telegram è in effetti il più popolare tra quelli presenti su questa piattaforma in Italia.

L’articolo del quotidiano poi prosegue scrivendo che “Sacchetti è in top ten fra i più ripostati sia che si parli di Qanon, di elezioni o di Covid, mentre è in assoluto il più condiviso in materia di guerra in Ucraina.”

Ciò suggerisce che il mainstream che ha in un primo momento adottato le tecniche del discredito per provare, invano, a squalificarci sia seriamente preoccupato.

Il blog e il canale sono evidentemente diventati un punto di riferimento per molte persone che da tempo hanno smesso di leggere i media mainstream e che diffidano al tempo stesso della palude della falsa controinformazione che infesta lo stesso Telegram.

Ciò pare che susciti irritazione perché quando non si è padroni del flusso delle notizie non si riesce a controllare le menti come vorrebbe il potere. E quando questa condizione si verifica, ciò vuol dire che quel potere ha perduto la leva del suo controllo. Quella che le consentiva di far dire e pensare ciò che si vuole anche ai dissidenti attraverso la citata rete di depistatori e disinformatori.

Sono gli uomini del mainstream stesso ad ammettere, a malincuore, che ciò che facciamo ha caratteristiche diverse dagli altri e, che piaccia o meno, sono queste caratteristiche – a mio modesto parere di serietà e metodo nelle analisi delle notizie – che, a quanto pare, preoccupano e non poco i proprietari dei mezzi di comunicazione.

Ciò porta alla conclusione precedente, ovvero quella che il sistema sta perdendo la battaglia del pensiero.

Per la prima volta dalla fine della farsa pandemica, è emerso quindi un elemento nuovo e incontestabile. Il potere ha paura perché i mezzi che assicuravano la sua esistenza sono divenuti ininfluenti.

Più semplicemente, c’è una larga parte di persone che non crede più al sistema e queste persone stanno andando laddove proprio il sistema non vuole che esse vadano.

Così come tramonta il potere finanziario che aveva voluto la globalizzazione, così tramonta tutta la macchina di propaganda che questo aveva messo in moto.

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10 Commenti

  1. Mauro Maddii

    Come sempre Cesare e ‘ il piu ‘ grande.

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  2. Gianni Meroni

    Non so cosa sia Qanon, ma tu sei un po’ fissato con Trump, oltretutto vorrei capire sulla base di cosa sarebbe il ” salvatore”, visto che la farsa pandemica è iniziata con lui ed è stato lui a spingere per i vaccini

    Non importa che tu pubblichi o risponda mi basta che lo leggi

    Saluti

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    • La Cruna dell'Ago

      Non ho scritto che Trump è il “salvatore”, ma ho scritto che ha avuto un ruolo decisivo nell’impedire il Grande Reset. La farsa pandemica è iniziata in Cina e Trump ha sempre cercato di disinnescarla sin dal primo istante. Sui vaccini ha espresso una posizione “favorevole” per mettere fine il prima possibile a chiusure e restrizioni e sottrarsi alla campagna mediatica diffamatoria che lo ha descritto falsamente come “no vax”. Tutte cose spiegate centinaia di volte nel blog. Basterebbe leggerle, ma per farlo bisogna essere prima in buona fede..

      Rispondi
    • Deborah

      Premetto che sono americana e abito negli USA. All’inizio della “pandemia” ovvero nel gennaio del 2020 leggevo notizie dalla Francia che il Dott. Raoult stava usando il Plaquenil contro il coronavirus con grande successo. Trump ha cominciato a parlarre di questo farmaco il giorno 7 marzo 2020, implorando gli americani a provarlo. Alcuni lo hanno usato e hanno avuto guarigioni incredibili. Anche una Congresswoman dal partito Democratico ha avuto modo di usarlo e lo ha descritto come miracoloso. Ma i media e l’associazione dei medici hanno fatto di tutto per non farlo avere agli americani. Trump ha anche parlato di molte altre terapie incluso il diossido di cloro. I media dicevano che Trump avevo suggerito di “bere la candeggina.” Io ebbi modo di usare il diossido di cloro molti anni fa e fu molto efficace. Lo usano contro la malaria. Non e’ la stessa cosa di candeggina. Ma costa poco ed e’ efficace, quindi ovvio che la mafia della medicina lo odia. Il punto qual’e’, e chiedo scusa per gli errori di ortografia, il punto e’ che non so se Trump sia o no un salvatore, ma non e’ stato lui a spingere per i vaccini. Se tutti avessero usato il Plaquenil come lui suggeriva, questa farsa sarebba finita prima di cominciare. Io mi sono ammalata gravemente di Covid l’anno scorso, anche se credevo fosse un po’ una presa in giro ma avevo la febbre alta per giorni e non potevo andare in ospedale perche’ da noi se entri in ospedale non esci viva, ho preso il Plaquenil ed entro 2 ore mi sono alzata dal letto e pulivo tutta la casa. Per dire che funziona. Ogni volta che Trump apriva bocca per suggirire di provare alcune di queste terapie, lo sfottevano e dicevano che lui non era medico. Gli hanno detto che per salvare il mondo ci volevano i vaccini e lui ci e’ cascato, ma non hanno lasciato altra via d’uscita. Era ed e’ circondato da nemici e spie. Persino Gesu’ aveva un solo Giuda, Trump ne ha quintali incluso il proprio genero. Quindi tornando al punto di partenza, non vedo Trump come salvatore del mondo, ma forse lo e’, semplicemente perche’ ha messo un bastone fra le ruote dei cattivi nel momento giusto. D’altronde il nome trump e’ un’abbreviazione della parola “trionfo.” E quindi possiamo sempre sperare.

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  3. jacksontube

    Il sedicente quotidiano comunista in realtà è la lunga mano di poteri sovranazionali. E dunque, Cesare, se dai fastidio vuol dire che hai fatto centro.

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  4. carlo

    Dire che il Manifesto sia un quotidiano comunista è come dire che Biden sia un cattolico.
    Il Manifesto è sempre stato legato ai circoli gesuiti e ora più che mai è un media globalista, che poco o nulla ha a che fare col comunismo, se non quello corrotto e stiracchiato dalle elite per imporne una versione distorta e utile a loro. Infatti loro non cedono un millimetro del loro potere e delle loro proprietà. Quindi come si può dire di sinistra o comunista una società verticistica simile a quella faraonica, anche nei simboli? Inoltre Trump è indifendibile per quanto concerne i vax. Non solo li ha permessi con l’operazione warp Speed, ma ha insistito per metterci pure la firma all’ultimo giorno della sua presidenza e ne raccomanda l’uso ancora oggi nei suoi rally. Ma s’è accorto dei danneggiati e dei morti? Tonto o complice?

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    • La Cruna dell'Ago

      Francamente fa abbastanza ridere il tentativo maldestro di rappresentare il comunismo come una ideologia aliena ai poteri forti. Marx era notoriamente massone e fu finanziato come Lenin e Trotsky dalle banche della finanza anglosionista. Per ciò che riguarda Trump e i sieri, ho già risposto prima. A parte il fatto che non ne parla da un pezzo, Trump li ha approvati solamente per mettere fine alla farsa pandemica che nell’idea di Davos sarebbe dovuta proseguire fino a giungere al Grande Reset. Se non fosse ststo per Trump, a quest’ora saremmo nella società distopica che il mondialismo anelava.

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  5. emanuele rizzo

    “Quando i cani abbaiano, ,vuol dire che siamo vicini” diceva Don Chisciotte al suo fido scudiero Sancho Panza!

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  6. Sonia

    Questi giornaletti sono in rotta di collisione con l’iceberg e non ci sono scialuppe! Ammesso che, in un futuro non lontano, qualcuno non chieda conto dei danni provocati all’Italia con la disinformazione sistematica che hanno fatto fino a oggi!!

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  7. Tim Shey

    The flak from anti-aircraft guns is always the most intense when you are flying over the target. The influence of mainstream media is dying; they are in a panic. Prominent people have been fired at CNN. Half the employees have been fired from Twitter by Elon Musk.

    “These people, NEW YORK TIMES, CNN, they’re media whores. They’re literally whores and they’re stupid and they do the bidding of whoever pays them. They’re not journalists. They’re not journalists, at all. They’re whores. It’s a public relations, you know. They’re just trying to control your mind – and they they will admit it. They have admitted it on camera. They said, ‘That’s our job!’ What’s her name, Brzezinski – Mika? She said, ‘It’s our job to tell people what to think.’”

    –Isaac Kappy

    “The trust in media, in newspapers and television, is hitting an all time low. People don’t trust us. They don’t believe us, and it makes me wonder if this job —as I’m currently doing it— is effective, but if it’s doing more harm than good.”

    –Katy Tur, NBC, July 17, 2022

    VOX POPULI, VOX DEI

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