di Cesare Sacchetti La volta passata si era discusso di uno studio condotto da alcuni ricercatori...
Il comunismo: la creatura della massoneria e della finanza askenazita
di Cesare Sacchetti
A New York, il rivoluzionario bolscevico Trotskij faceva la vita del signore. Disponeva di una limousine con autista, aveva un appartamento nella prestigiosa zona dell’East Side nonostante formalmente non avesse uno stipendio per potersi permettere tale sfarzoso stile di vita.
La città sede della finanza ebraica mondiale apparentemente può sembrare l’ultimo posto dove può andare a trovare rifugio un esponente del pensiero marxista e comunista, ma questa può sembrare una contraddizione soltanto se ci si ferma alla lettura superficiale ortodossa e liberale del comunismo.
Il comunismo sin da quando ha fatto la sua prima comparsa sul palcoscenico della storia ha sempre goduto di potenti appoggi massonici, tanto che lo stesso padre della filosofia comunista, Karl Marx, al secolo Moses Mordechai Levy, ebreo tedesco originario di Trier, era stato iniziato alla massoneria.
A darne notizia è stata, tra gli altri, la rivista massonica italiana Hiram nell’edizione del mese di maggio del 1990.
Soltanto questo singolo fatto sarebbe più che sufficiente a infrangere tutta la retorica del comunismo sorto come una risposta all’oppressione capitalistica in quanto il primo è nato e cresciuto nel grembo del secondo.
Marx e il suo sodale Engels, anch’egli di origine ebraica, oltre a far parte della libera muratoria avevano avuto sin da subito l’appoggio dell’alta finanza askenazita che nel secolo XIX si stava estendendo in tutto il continente europeo sino a diventare la vera forza dominatrice delle monarchie europee.
La rivoluzione francese aveva rotto completamente gli argini. Se prima esisteva una barriera di contenimento al potere delle banche e dell’usura rappresentata dalle monarchie e dalla Chiesa Cattolica, dopo il 1789 gli ostacoli precedenti vengono rimossi e l’avanzata del potere finanziario è divenuta pressoché inarrestabile.
A riconoscere che l’89 è stato uno spartiacque che ha consegnato un immenso potere all’alta borghesia sono stati persino i due comunisti citati sopra, Marx ed Engels, che nel loro manifesto del partito comunista non possono fare a meno di ammettere che il precedente ordine ereditato dal Medioevo consentiva ancora di mettere al centro i valori spirituali che l’uomo provava verso Dio, abbattuti dalla ferocia economistica e “razionalista” del secolo dei lumi.
Scrivono i due filosofi queste parole a tal riguardo.
“La borghesia ha avuto nella storia una funzione sommamente rivoluzionaria. Dove è giunta al potere, essa ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliache. Essa ha lacerato senza pietà i variopinti legami che nella società feudale avvincevano l’uomo ai suoi superiori naturali, e non ha lasciato tra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, lo spietato “pagamento in contanti”. Essa ha affogato nell’acqua gelida del calcolo egoistico i santi fremiti dell’esaltazione religiosa, dell’entusiasmo cavalleresco, della sentimentalità piccolo-borghese. Ha fatto della dignità personale un semplice valore di scambio; e in luogo delle innumerevoli franchigie faticosamente acquisite e patentate, ha posto la SOLA libertà di commercio priva di scrupoli. In una parola, al posto dello sfruttamento velato da illusioni religiose e politiche, ha messo lo sfruttamento aperto, senza pudori, diretto e arido. La borghesia ha spogliato della loro aureola tutte quelle attività che prima erano considerate degne di venerazione e di rispetto. Ha trasformato il medico, il giurista, il prete, il poeta, lo scienziato in suoi operai salariati. La borghesia ha strappato il velo di tenero sentimentalismo che avvolgeva i rapporti di famiglia, e li ha ridotti a un semplice rapporto di soldi.”
Gli ignari, e forse si dovrebbe dire stolti, rivoluzionari che gridavano “egalité, liberté, fraternité” era in realtà la volontà del’alta borghesia e della massoneria che compivano quando, aizzati appunto dai capi massoni della Rivoluzione, non facevano altro che consegnare loro stessi alla rovina quando decapitavano i sovrani francesi, Luigi XVI e la sua consorte Maria Antonietta, per consegnare lo scettro del potere alla libera muratoria e alla nascente finanza askenazita.
Il comunismo e la massoneria
Il comunismo non arriva per ripristinare l’ordine naturale delle cose. Il comunismo arriva per preservare la rivoluzione.
Non è certo per sbaglio che i fondatori del comunismo sono stati iniziati alla massoneria e non è certo per sbaglio che questi sin da quando hanno iniziato a muovere i loro passi nella metà dell’1800 abbiano goduto di importanti finanziamenti da parte di quei poteri bancari e finanziari che loro invece dichiaravano di voler contrastare.
La massoneria ha sempre avuto sin dal primo istante in cui essa fu concepita il proposito di cancellare la Chiesa Cattolica per mettere al suo posto una società gnostica e luciferiana.
Il comunismo nasce in seno alle logge per tale ragione.
E’ il caso, ad esempio, della prima internazionale socialista che si tenne nel 1864 a Londra e alla quale presero parte personaggi del calibro dei già citati Marx e Engels, assieme a Giuseppe Garibaldi e Mikhail Bakunin, anch’essi iscritti alla massoneria come i “padri” del manifesto del partito comunista del 1848.
La prima internazionale socialista del 1864
La prima internazionale non era altro che un vertice delle società massoniche segrete europee che stavano pullulando in quel periodo storico, e i fondi per organizzare questo evento rivoluzionario venivano tutti da queste società direttamente collegate all’alta finanza e alla influente famiglia dei Rothschild, vera signora delle monarchie europee.
A documentare lo strettissimo rapporto tra massoneria e finanza da un lato e comunismo, dall’altro, è stata, tra gli altri, una fonte “al di sopra di ogni sospetto” come lo storico marxista Boris I. Nicolaevsky che nel suo saggio intitolato “Le società segrete e la prima internazionale” spiega appunto come le società massoniche abbiano avuto un ruolo decisivo nell’orchestrare un evento che non serviva altro che a portare avanti lo spirito rivoluzionario del 1789.
Se si legge il tipo di società delineata da Marx ed Engels, se ne comprende meglio il perché.
Il comunismo aspira ad un completo annichilimento del lato spirituale dell’uomo.
Mentre dichiara ipocritamente che la borghesia ha distrutto qualsiasi afflato religioso che l’uomo nutriva nei secoli precedenti e soprattutto nel Medioevo, ipocritamente persegue gli stessi identici obiettivi del liberalismo che auspica la costruzione di una società laica, senza Dio, nella quale i valori cattolici e cristiani sono sostituiti dal culto illuminista dei diritti umani e ogni singola istituzione politica è, come si può vedere ancora oggi, intrisa dello spirito ateo e anticristiano del secolo dei Lumi.
Marx, Engels, Garibaldi e gli altri massoni radunatisi a Londra nel 1864 non aspiravano certo a sostenere la causa dei lavoratori sfruttati indegnamente dai signori delle nascenti industrie europee che alla fine erano le solite famiglie della finanza askenazita.
Il comunismo nasce dall’esigenza del grande capitale ebraico di costruire una antitesi controllata a quella liberale per far sì che la politica sia prigioniera di questa logica del conflitto controllato.
Si spiega così anche il fatto, come mette in rilievo Nesta Webster, per il quale Marx si guardi bene dal fare quei nomi dell’alta finanza askenazita che dominano l’Europa e additare queste come il “nemico”, ma preferisca invece relegare il tutto dietro la alquanto generica categoria della borghesia, che può comprendere sia il medico, l’avvocato e il commerciante senza particolari entrature sia coloro che invece siedono ai massimi vertici di questa nuova classe sociale sorta dopo il 1789.
Il comunismo vuole distruggere la famiglia
Non era questo lo scopo di Marx ed Engels. Il loro scopo era di mettere fine alla civiltà cattolica per come la si era conosciuta e demolire ogni precedente istituzione cristiana a partire dalla famiglia e dal patriarcato.
Si spiegano così le affinità elettive tra il comunismo e le prime femministe della storia come Clara Zetkin che nel 1895 scrisse un appassionato elogio dell’opera di Engels intitolata “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato”.
Clara Zetkin assieme a Friedrich Engels
In tale opera Engels propone apertamente l’abolizione dell’istituzione della famiglia con l’espressa proposta che i figli vengano cresciuti direttamente da comunità collettiviste statali che ricordano non poco i kibbutz ebraici e che riecheggiano le proposte degli eredi marxisti della scuola di Francoforte nel’900.
I filosofi marxisti della scuola di Francoforte quali Theodor Adorno e Max Horkheimer, ebrei tedeschi, avevano anch’essi, come si disse in un precedente articolo, il proposito di mettere fine alla società tradizionale cristiana per edificare al suo posto questa società senza Dio, senza patria e senza famiglia.
Il comunismo è questo quello che ha sempre voluto e desiderato e la ipocrita dichiarazione di consegnare il potere agli operai attraverso la cosiddetta “dittatura del proletariato” si è rivelata essere appieno nel 1917 attraverso la rivoluzione bolscevica per quello che è sempre stata: una bugia.
Il rivoluzionario Trotskij citato in precedenza non era certo dell’appoggio degli operai russi, tedeschi o americani che godeva quando trascorreva il suo soggiorno a New York.
Il bolscevico aveva già ricevuto ingenti finanziamenti dal gotha della finanza ebraica come la banca Kuhn & Loeb, che nei primi anni’80 si fuse poi con un’altra famigerata banca ebraica, la Lehman Brothers, tristemente nota per la crisi dei mutui subprime, responsabile del crollo dell’economia americana ed europea nel 2008.
Il bolscevismo e la finanza ebraica
Nelle cancellerie europee erano ben consapevoli quali forze c’erano dietro il movimento bolscevico che prese il potere in Russia nel 1917.
Lo sapeva, ad esempio, Londra che aveva già ricevuto nel 1919 informazioni molto dettagliate al riguardo dal diplomatico olandese Oudendyke di stanza a San Pietroburgo.
Il diplomatico scriveva che il bolscevismo è “gestito e organizzato da ebrei che non hanno alcuna nazionalità e il cui unico fine è quello di distruggere l’ordine esistente delle cose”.
Anche Washington lo sapeva tanto che il suo servizio segreto aveva compilato un altro dettagliato rapporto nel quale riferiva come la citata banca d’affari Kuhn assieme ai suoi partner Jacob Schiff, Paul e Felix Warburg, avevano messo a disposizione ingenti finanziamenti ai bolscevichi per poi mostrare la loro lista di nomi e scrivere a fianco dei nomi di ognuno di essi, tra i quali c’erano Trotskij, Zinoviev e Kamenev che erano tutti ebrei, e non russi.
Il bolscevismo una volta salito al potere mostra difatti pienamente qual è il vero volto del comunismo. E’ quello del sangue.
Vengono compiute stragi contro contadini e piccoli e medi proprietari terrieri. Viene messa al bando la fede cristiana e perseguiti ferocemente coloro che la praticano.
L’aborto viene legalizzato e al posto del culto religioso cristiano ne nasce un altro laico, quello del partito comunista e dei suoi leader, Lenin prima e Stalin poi, autore anch’egli di altre stragi di massa contro i cristiani.
Il sangue scorre ovunque in Russia e l’operaio non erediterà nulla, se non il regime di oppressione e miseria che il comunismo gli ha posto tra le mani.
Ancora oggi ci sono però alcuni che pensano che Stalin abbia in qualche modo reciso il precedente legame con la finanza askenazita, che in realtà mai è stata messa in discussione sotto il suo dominio di morte e terrore.
A spiegare perfettamente come nulla di questo sia accaduto e quale percorso abbia intrapreso la parabola del comunismo è stato il diplomatico sovietico Butenko che si rifugiò in Italia nel 1938.
Butenko si espresse così sulla “eredità” comunista.
“I bolscevichi avevano promesso di dare ai lavoratori le industrie, le miniere, etc., e di farli “padroni del Paese”. In realtà, mai la classe lavoratrice ha sofferto tali privazioni come quelle portate dalla cosiddetta epoca della “socializzazione”. Al posto dei pochi capitalisti, una nuova “borghesia” si era formata, composta al 100 per cento da ebrei. Soltanto un insignificante numero di capitalisti ebrei ha lasciato la Russia dopo lo scoppio della Rivoluzione. Tutti gli altri ebrei che si trovano in Russia godono della speciale protezione del consigliere più intimo di Stalin, l’ebreo, Lazare Kaganovitch. Tutte le grandi industrie e fabbriche, prodotti di guerra, ferrovie, grandi e piccole imprese, sono virtualmente ed effettivamente nelle mani degli ebrei, mentre la classe lavoratrice comparse soltanto in astratto come “la padrona dell’economia”. Le mogli e le famiglie degli ebrei posseggono auto di lusso e case di campagna, passano l’estate nelle migliori località balneari in Crimea e nel Caucaso, vestite in costosi cappotti di Astrakan; indossano gioielli, braccialetti d’oro e anelli, e vanno a Parigi per i loro vestiti e articoli di lusso. Intanto il lavoratore, ingannato dalla rivoluzione, si trascina in una esistenza da fame. I bolscevichi hanno promesso ai popoli della vecchia Russia piena libertà e autonomia. Mi limito all’esempio dell’Ucraina. L’intera amministrazione, i posti di controllo nella regione, sono nelle mani degli ebrei o di uomini fedelmente devoti a Stalin, commissionati espressamente da Mosca. Gli abitanti di questa terra un tempo fertile e prospera soffrono di una carestia quasi permanente.”
E’ la verità che mai è stata raccontata nelle famose case del popolo, nelle quali un tempo gli operai e i lavoratori pensavano veramente che attraverso il loro sostegno al partito comunista si sarebbero messi al riparo da quel capitale che li voleva schiavi, quando in realtà erano invece finiti direttamente tra le braccia del padrone, soltanto dotato di un’altra maschera.
Il comunismo aspira alla distruzione della società cattolica e di ogni istituzione tradizionale che c’è in esso, ed è solo e soltanto questa la ragione per la quale i suoi finanziatori sono stati i potenti uomini della finanza di New York e Londra.
Le due braccia della democrazia liberale non hanno fatto altro sin dal primo istante che partire da punti differenti per poi approdare verso la stessa destinazione.
Quella che conduce alla distruzione dell’ordine naturale delle cose, della famiglia, della cristianità e della patria.
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Credo che piu o meno tutti siamo arrivati a queste conclusioni. Che la finanza askkenazita che non significa esattamente ebraica, sia collegata al comunismo e alla massoneria. Io mi chiedo: dove combattere ora? di chi fidarsi? dei movimenti di destra non allineati ( non fratelli d Italia , quindi) che attualmente ci sono? parlano anch essi di rivoluzione permanente…
Ottimo articolo…..credo però che dobbiamo concentrarci sul nuovo e giusto che sta arrivando, il passato non possiamo cambiarlo purtroppo.
La storia è importante studiarla e saperla altrimenti in futuro si rischia di tornare al punto di partenza….
Un giorno, mi auguro, i suoi articoli verranno studiati a scuola, dopo essere stati inseriti nei libri di storia.
Grazie
Con stima, Sara
Ti ringrazio, Sara.
L’articolo mi induce a riflettere allora sull’oloxausto. Come sia stato possibile se gli ebrei erano i padroni del mondo occidentale?
Le consiglio di leggere l’articolo sul patto tra nazismo e sionismo, al riguardo.
Ottimo contributo su questioni che gli “addetti ai lavori” già sapevano ma che è bene – e proprio nell’attuale congiuntura storica – non solo ricordare ma approfondire ancora. Forse piccolo errore qui: “affluente famiglia dei Rothschild” (forse “influente”?). Potrebbe – anzi a mio avviso sicuramente lo è – risultare molto utile anche la lettura del libro (ormai esaurito da decenni) del libro di Dimitri sul “comunismo magico”: https://books.google.it/books?id=pXpbBPA0jqAC – non a caso sempre raro e ambito: https://www.cacciatoredilibri.com/sempre-raro-e-ambito-comunismo-magico-di-francesco-dimitri/ — ora un altro tema da trattare potrebbe essere quello degli aschenaziti….e quindi della Cazaria da cui provengono….e quindi ancora della nobiltà nera di Venezia….con al seguito famiglie reali…..quel deep state mondialista di cui Trump vuole sbarazzarsi……i Bourla della Pfizier, e poi i Fink di BlackRock, e quelli nella CIA e poi Avril Haines direttore dell’intelligence nazionale….. chi altri? Tanti ma tanti….di quelli che appaiono, beninteso. Elkann (aschenazita)….Zuckerberg, penso idem….De Benedetti, l’ebreo Giuliano Ferrara……e poi i Lerner, i Netanyahoo, Jacques Attali, —- by the way ho trovato un sito interessante, questo: https://isgp-studies.com/ — lo stesso parente di Trump Kushner…..ecco sarebbe auspicabile un articolo approfondito sugli aschenaziti dalle loro origini nella terra di Cazaria – l’attuale Ucraina – fino ad oggi……sono gli adoratori di Baal, questo è il Male nel mondo….da un punto di vista scientifico, ma qui forse chiedo troppo, appunto avendo citato Baal che era una divinità siro-cananea e fenicia, occorrerebbe anche poter fare un collegamento con l’antica Babilonia…..quei luoghi di cui parla Mariano Rumor ne “L’altra Europa” libro introdotto da Giorgio Galli, un grande politologo che ha dedicato anche studi su queste questioni….sulla magia….eccetera.
Salve Giulio, sicuramente le origini degli askenaziti sono uno spunto interessante per un articolo futuro. Su Kushner già spiegai in passato come i rapporti tra lui e Trump sono pessimi per la devozione del primo verso Israele.
Eccellente.
Ovviamente Marx era solo un manifesto/strumento dell’ aristocrazia nera e dei soliti askenaziti, di cui la discendenza arriva dai fenici e babilonesi……
Comunque non e’ un caso che questo articolo e’ stato scritto oggi giorno dell’ insediamento di Trump…..arriva la loro fine?
A proposito, che cosa ci fanno alla cerimonia di Trump di oggi quei criminali di obama,clinton,bush e pure la turista del mondo melona?
Non doveva scappare obama con quell’altro essere che si tiene a fianco? Saluti
Grazie Veronica. Obama avevano detto che non sarebbe stato presente, ma comunque lui stesso sa che sarà difficile per lui restare nel Paese così come gli altri personaggi da te citati.