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Il caso di Gianluca Buonanno e ciò che non torna nella storia della sua morte
di Cesare Sacchetti
Sono passati quasi 8 anni ormai da quel tragico giorno del 5 giugno quando Gianluca Buonanno perse la vita sull’autostrada Pedemontana in Lombardia.
In molti ricordano il personaggio di Buonanno per le sue uscite a dir poco folkloristiche tra i banchi del Parlamento europeo quando dotato di tuta mimetica annunciava nelle aule di Strasburgo e Bruxelles che l’Europa era ufficialmente in guerra.
O come non ricordare l’altra sua celebre uscita prima di diventare parlamentare europeo, nel 2014, tra i banchi di Montecitorio quando portò una spigola in dote al presidente della Camera, Laura Boldrini, allora icona del mondo femminista e dell’immigrazionismo di massa tanto da portarla a dire che gli immigrati clandestini, spesso avanzi delle patrie galere, fossero delle “risorse”.
Buonanno era tutto questo. Era surrealità e comicità spontanea eppure se si mette per un attimo da parte la paradossalità del suo personaggio, si possono trovare delle serie note di denuncia di quelle tematiche che infastidivano un certo potere.
Quelle certamente del business della immigrazione clandestina sul quale una sterminata pletora di ONG e di sedicenti ONLUS hanno costruito una fortuna da “bravi” parassiti del loro Paese addosso al quale scaricano immigrati senza nome che spesso, come si è detto, erano e sono pericolosi soggetti allontanati persino dai loro Paesi di origine, ma anche quelle della geopolitica che Buonanno, nonostante la sua eccentricità, toccava in una maniera certamente non conforme a quella del mainstream.
Quando perde la vita quel giorno, si assiste ad un vero e proprio valzer di differenti versioni sulle circostanze che hanno portato alla sua morte.
I media mainstream riferiscono in un primo momento che l’onorevole Buonanno sarebbe stato investito sulla corsia d’emergenza dell’autostrada Pedemontana.
La prima versione dei fatti fatta poi sparire dai media
Non si comprende in questo caso cosa ci facesse lì Buonanno, dal momento che la sua auto, un moderno maggiolino della Volkswagen, non risultava essere in panne.
Questa versione poi sparisce alquanto rapidamente e i media cambiano repentinamente la loro storia.
Buonanno non si trovava sulla corsia d’emergenza ma avrebbe avuto un “malore improvviso” alla guida e poi avrebbe perso il controllo della vettura che sarebbe andata a schiantarsi contro un Mercedes nero parcheggiato proprio su quella corsia d’emergenza, in una autostrada molto poco trafficata, e il successivo impatto sarebbe stato fatale all’europarlamentare ma non alla sua compagna che si trovava sul lato passeggero anteriore della macchina.
Anche su quanto accaduto alla compagna, Maria Bernadette Mariotti, i media propongono una prima versione nella quale affermano che questa, un medico di Varallo, sarebbe rimasta perfettamente cosciente dall’inizio alla fine dell’incidente, e ciò in questo caso farebbe di lei una testimone decisiva di quanto accaduto quel giorno.
La compagna di Buonanno viene descritta come perfettamente cosciente dall’inizio alla fine
Giunge però un improvviso e strano dietrofront. Maria Bernadette Mariotti dichiara che era “addormentata” al momento dello schianto e quindi non potrebbe ricordare nulla di quanto successo in quei drammatici attimi.
La domanda però su cosa ha provocato l’incidente resta ancora senza risposta. Quando viene eseguita l’autopsia di Buonanno, anche la seconda versione degli eventi si rivela di fatto falsa.
L’europarlamentare della Lega non ha avuto nessun malore improvviso al momento della guida e allora ci si chiede che cosa abbia provocato quel drammatico schianto.
A questo punto, gli inquirenti tirano fuori dal cilindro una terza versione nella quale si afferma che dalle telecamere presenti su quel tratto autostradale si sarebbe visto Buonanno al volante che si sarebbe chinato per raccogliere il cellulare caduto presumibilmente sotto il suo sedile, e questa imprudenza del deputato europeo sarebbe stata la causa della successiva uscita di strada della sua auto.
Qualcuno già all’epoca fece notare l’assurdità di questa versione. Se si prende una qualsiasi immagine di una telecamera autostradale sulle vetture che passano, si potrà vedere facilmente come non si veda nulla dell’interno dell’abitacolo e non si riesce nemmeno a distinguere con certezza quanti siano gli occupanti delle auto.
Una ripresa di una telecamera autostradale: come si vede è impossibile vedere bene dentro l’abitacolo
Se poi gli inquirenti hanno veramente a disposizione queste immagini, allora la domanda più spontanea è perché queste non siano state mai mostrate al pubblico.
In quelle immagini si dovrebbe vedere tutto quello che è accaduto. Si dovrebbe vedere la macchina di Buonanno passare su quel tratto, così come si dovrebbe vedere la Mercedes nera parcheggiata sulla corsia d’emergenza.
Il conducente della Mercedes, Alberto Cetto, un albergatore di Lenno, afferma che si trovava lì perché la sua vettura aveva bucato una gomma e questa è la versione che fornì all’epoca al quotidiano locale La Provincia di Como.
“Mi sono accorto di aver bucato. Sono sceso sulla corsia d’emergenza […] ho fatto scendere i due occupanti che si sono posizionati oltre il guardrail ed ho chiamato, attraverso mio fratello che si trovava in albergo, l’assistenza. Ho rispettato i protocolli. Da quando sono risalito in macchina al momento del ‘botto’ saranno passati 30 secondi. Ho capito che qualcuno aveva centrato la mia auto“.
Il problema in questa storia, come fece notare a suo tempo il blog Straker, è che il guardrail non c’è sulla corsia di emergenza, quindi ci si chiede come abbia fatto l’albergatore a far superare a questi due non identificati personaggi, turisti inglesi pare, una barriera che in realtà non c’era, e non si può di conseguenza non dedurre che questa versione ha in sé un elemento non veritiero.
Non è chiaro nemmeno se questi due inglesi siano stati ascoltati dagli inquirenti, e se hanno confermato o meno quanto dichiarato invece da Cetto.
Un altro elemento molto anomalo riguarda la Mercedes nera che sarebbe stata colpita dal maggiolino di Buonanno. La vettura sarebbe di proprietà di una società che era stata messa in liquidazione soltanto pochi mesi prima l’incidente e non poteva pertanto essere stata noleggiata come è stato affermato da Cetto.
Anche questo elemento della storia, come si vede, non corrisponde al vero.
Quello però più clamoroso riguarda la posizione del corpo di Buonanno al momento della morte.
Se si guardano le immagini a disposizione, si vede chiaramente che il corpo dell’europarlamentare non è dentro la vettura, il cui abitacolo è rimasto intatto, ma fuori, sdraiato sull’asfalto della corsia di emergenza e coperto da un telone messo lì dalla polizia stradale.
il corpo di Bonanno riverso al suolo sulla corsia d’emergenza
Non è stato, a quanto risulta, estratto da nessuno e messo lì per terra. Era già lì e in questo caso l’intera versione che è stata raccontata dai media e dagli inquirenti non può essere vera.
Se Gianluca Buonanno è morto sull’asfalto della corsia di emergenza, è evidente che non può essere morto invece dentro la sua macchina.
L’unica spiegazione plausibile sul punto nel quale è stato ritrovato il suo corpo è quella che Buonanno quando sia uscito dalla sua auto era ancora vivo e soltanto dopo sia stato travolto da un’altra vettura che non è mai stata identificata.
Questo riporta direttamente alla prima versione degli eventi che probabilmente è quella che si avvicina di più alla verità ed è quella che è stata subito fatta sparire dai media.
Buonanno si era probabilmente fermato sulla corsia di emergenza in seguito ad un impatto con un’altra vettura che gli aveva causato i danni che si vedono dalle immagini a disposizione.
L’altra vettura si allontana, Buonanno accosta e scende per costatare i danni ricevuti ma non fa nemmeno in tempo a capire cosa è successo che arriva una seconda auto che lo travolge sulla corsia d’emergenza e che poi avrebbe anche colpito il Mercedes nero.
Questo spiegherebbe perché Buonanno sia morto fuori dalla sua auto e non dentro, e spiegherebbe anche perché l’europarlamentare si sia fermato proprio su quella corsia di emergenza.
La versione che è stata fornita è del tutto incongruente con la dinamica dell’incidente e con la posizione nella quale è stato trovato il corpo del politico della Lega.
Non c’è stata nessuna seria inchiesta, ad oggi.
La magistratura, come suo solito, rappresentata in questa occasione dalla procura di Vercelli e dal PM Luca Pisciotta, ha archiviato a tempo di record, due mesi appena, le “indagini”, e il tutto sulla base delle presunte o forse fantomatiche immagini nelle quali si vedrebbe Buonanno cercare il suo cellulare in macchina anche se, si è visto, da immagini simili in genere non si vede nulla e se c’è comunque un filmato che mostra la dinamica dell’incidente ci si chiede perché esso non venga mostrato.
Si è di fronte ad un vecchio “vizio”, a quanto pare, da parte della magistratura che dichiara di essere in possesso di immagini incriminanti in diversi casi, come ad esempio quello di Filippo Turetta, ma ad oggi anche su questo caso, non è stato possibile visionare nessuna immagine di Turetta in fuga o mentre faceva rifornimento nelle varie stazioni di servizio, nonostante gli inquirenti abbiano dichiarato che ci sarebbero vari video nei quali si vedrebbe il giovane intento a fare tutto questo.
A rendere ancora meno credibile la versione degli inquirenti sulla morte di Buonanno è il fatto che il politico della Lega poi non aveva bisogno di rispondere manualmente al cellulare perché la sua auto era dotata di un sistema bluetooth che gli consentiva di parlare al volante senza mai staccare le mani dal volante come si poteva vedere anche in diversi suoi filmati dell’epoca.
Se poi si crede ancora alla debole ipotesi della tragica “fatalità” , perché la magistrature e i media non hanno mai messo a tacere gli “scettici” o i “complottisti”, altra categoria immaginaria dei media mainstream, attraverso la condivisione della “prova regina” che sarebbe appunto il filmato della scena?
Tra i pochi “fortunati” ad aver visto questo filmato in esclusiva ci sarebbe Eraldo Botta, all’epoca sindaco leghista di Varallo, che fece questa dichiarazione al riguardo.
“Non avevo dubbi che fosse andata così; avevo parlato con gli inquirenti sin da subito e ho avuto modo di visionare i filmati ripresi dalle telecamere dell’autostrada. E’ stata una tragica fatalità come troppo spesso ne accadono in Italia. Le immagini sono nitide e permettono di ricostruire chiaramente quanto successo”.
Ci si chiede perché mai gli inquirenti avrebbero mostrato proprio a Botta queste “nitide immagini” mentre agli altri non è stato concesso tale “privilegio”.
La dinamica di quanto capitato a Buonanno ricorda molto quanto già visto con la strana morte di Jorg Haider, politico austriaco euroscettico morto nel 2008 in un incidente d’auto che secondo la moglie non sarebbe stato affatto casuale, un caso sul quale si avrà occasione di tornare in un’altra analisi.
La pista libica e l’invito di Haftar a Buonanno
Nei mesi prima della sua morte, l’europarlamentare della Lega aveva annunciato di aver ricevuto un invito da parte del colonnello libico Haftar, governante della Libia Orientale e inviso al blocco Euro-Atlantico e all’anglosfera, che lo aveva invitato ad entrare nel suo bunker.
Buonanno aveva già visitato la Libia un anno prima della sua morte, da solo, e aveva riservato dure critiche all’Unione europea per le sanzioni che stava imponendo alla Libia, mentre era il Paese era sotto l’assedio dell’ISIS, che in realtà non è altro che una rete terroristica che è stata gestita dalla intelligence israeliana sin dai primi momenti della sua comparsa.
Haftar non era e non è particolarmente gradito agli ambienti dell’anglosfera.
Il colonnello viene considerato vicino a Mosca anche se la Francia di Macron con un’abile operazione di doppiogiochismo diplomatico ha cercato di intrattenere rapporti con entrambi le parti in gioco nella guerra civile libica, dove si fronteggiano Al-Serraj, primo ministro che controlla la Libia Occidentale sostenuto in primo luogo dalla NATO e dall’UE, e il citato colonnello Haftar.
L’Italia, si sa, dal 1945 in poi ma soprattutto dal 1992 a questa parte non ha una sua politica estera ma ha quella che gli dettano l’anglosfera e i vari referenti transnazionali, e quindi i vari inquilini di palazzo Chigi si sono adeguati alle direttive ricevute standosene passivamente con le mani in tasca mentre Macron si dava da fare per soffiare il petrolio libico all’Italia.
La Libia era ed è al centro di una enorme battaglia geopolitica e militare. La NATO e soprattutto la Francia di Sarkozy che voleva estendere la sua posizione coloniale dominante nel continente africano volevano rovesciare Gheddafi perché questi era un presidente che non seguiva i dettami e i voleri di quei poteri finanziari che controllano invece l’Occidente.
Gheddafi era scomodo. Aspirava a creare una valuta africana alternativa al dollaro americano e tale valuta avrebbe inevitabilmente anche posto fine al giogo del franco CFA, moneta coloniale creata dalla Francia attraverso la quale Parigi controlla, o meglio controllava considerata la decolonizzazione in corso attraverso il decisivo contributo della Russia e dei BRICS, la sovranità monetaria di 14 Paesi africani.
C’era, e c’è tuttora, la questione degli enormi giacimenti petroliferi sui quali siede la Libia che fanno gola alla Francia coloniale da sempre avida delle risorse altrui.
Buonanno poco prima del suo viaggio in Libia dichiarò che Haftar era pronto a fargli delle importanti rivelazioni forse proprio su quegli interessi e sui mandanti dell’omicidio di Gheddafi avvenuto nel 2011, all’epoca dell’amministrazione Obama e del famigerato segretario di Stato, Hillary Clinton, che rideva di gusto alla notizia della morte del presidente libico.
La dichiarazione di Buonanno su Facebook prima del suo viaggio in Libia
A distanza di 8 anni, ancora non c’è verità su quanto accaduto a Gianluca Buonanno e viene da fare una riflessione amara al riguardo.
Tra tutti gli indecenti politici della Lega e tra tutti quelli che hanno costruito la loro carriera, breve per loro sfortuna, politica attraverso false campagne sovraniste come Claudio Borghi, Alberto Bagnai, Antonio Maria Rinaldi, Marco Zanni e Francesca Donato, alla fine il politico della Lega che veramente ci credeva e che forse voleva provare a fare qualcosa era proprio quello più provocatorio e paradossale.
Era Gianluca Buonanno, e ciò spiega perché oggi i suoi stessi ex compagni di partito siano i primi a non ricordarlo e spiega anche perché questi non abbiano mai chiesto verità sulla sua morte.
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Splendido articolo, finalmente qualcuno che si addentra in questo argomento volutamente lasciato a impolverarsi per anni e anni.
Grazie
Grazie mille, Sara.
Mi fa piacere che qualcuno abbia preso in considerazione questo tragico evento e nei commenti qualcuno si ricordi di Haider, la cui morte commemorai sul mio blog di allora. Ma la storia non finisce mai di “colpire”. Basta fare un pensierino a Giulietto Chiesa, Michel Ravasi, Sassoli e potrei fare un centinaio di nomi al “proposito”. Tutti morti improvvisamente. Ma vorrei ricordare anche il figlio di Umberto Agnelli, che più che un suicidio era un avvertimento. Ma anche lo stesso Umberto morto poco dopo, forse roba di mesi. Non c è niente da fare, come ho commentato in un altro blog citando gli anni 60 del secolo scorso, “questi poteri” non guardano in faccia nessuno in qualsiasi parte del mondo. Se necessario ammazzano tutti, non importa chi, come, quando. Ah, pensate al giapponese Abe.
Se dai fastidio muori. Il prossimo sbaglierò, ma sarà Trump, tanto per citarne uno che conta.
Chiesa però non era in nessun modo una minaccia per il sistema. Era molto vicino al Bilderberg e altri club mondialisti. Sassoli, nemmeno a dirlo..Probabilmente in quest’ultimo caso potrebbe essersi trattato di qualche intervento esterno non necessariamente voluto dell’establishment.
Sassoli seppi più avanti che voleva una commissione di inchiesta sulle interferenze dei lobbysti a Bruxelles, proprio poco prima che trovassero le borse piene di soldi in casa della (greca). Chiesa era da anni che denunciava quello che poi accadeva regolarmente e che sta accadendo anche oggi o domani. Devo dire però che non mi risultava vicino al Bildeberg. E sì che seguo da anni, per quanto possibile, le vicende del Bildeberg, da ogni fonte possibile. Mi sarà sfuggito qualcosa.
Chiesa disse, tra le altre cose, che la macabra parata di Bergamo era giustificata e si faceva beffe di chi denunciava la farsa pandemica..Mai sentito nulla di simile su Sassoli..Non ha mai dato fastidio a nessuna delle lobby che dominano a Bruxelles..Era lì per garantire lo status quo, non per cambiarlo..
Come molti altri. Con altrettanti morti sospette.
Parola d’ordine… allineare disallineati… possibilmente freddi in una bara… modello Haider!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
grazie per aprirci la mente
Di nulla, Silvio.
Ricordo i dubbi avuti in seguito all’incidente e come per prima cosa avessi pensato ad Haider. Anche su questo incidente occorrerebbe scrivere una lunga pagina. Solo alcuni dettagli: le ruote anteriori dell’automobile che letteralmente schizzano via come fosse esploso l’avantreno, la centralina della VW Phaeton, all’epoca uno dei primi esempi di scatola nera integrata in un’automobile, che non viene letta perché a parere del produttore non aveva retto all’urto. E la campagna denigratoria contro Haider in seguito all’incidente, con voci relative a frequentazioni omosessuali. Almeno questo, nei confronti dell’atipico leghista, è stato risparmiato.
Complimenti Sig.Sacchetti
Grazie Andra.
Ma le due immagini dell’incidente sono completamente diverse l’una dall’altra: nella prima c’è dell’erba intorno alla carreggiata, nella seconda c’è un guardrail e delle protezioni. E’ evidente che non sia lo stesso posto…
E’ la stessa autostrada… Nella prima immagine si vede il maggiolino sull’erba, nella seconda il corpo di Buonanno che sta più indietro alla macchina. Se guardi con attenzione c’è anche lo stesso cartello autostradale che segnala un’area di servizio in entrambe…
Complimenti Cesare, non conoscevo la storia Dell’europarlamentare Buonanno, e leggendo il tuo blog devo riconoscere che hai esposto i fatti in modo sintetico ma cristallino. E’ evidentissimo che Gianluca è stato “fatto fuori” perchè troppo scomodo al sistema. Ma penso che nonostante questo comportamento della “elite” che gia da decenni o secoli fa “sparire” personaggi scomodi nei diversi ambiti, si vada solo ed unicamente in un’unica direzione: quella del risveglio delle Anime e Coscienze. E’ solo questione di tempo: Abbiamo vinto, ed il mondo che conoscevamo cambierà radicalmente ed irreversibilmente. E questo anche grazie a te ed il tuo lavoro! Bravo!
Ti ringrazio, Luciano.
Anche in questo caso sono presenti due misteriosi inglesi…La moglie “dormiente” non ha mai parlato. Le avranno “consigliato” di tacere.
Se hai qualche elemento in più sulla vicenda, Alfio, scrivimi pure nella sezione contatti del blog, se vuoi. Un saluto.