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Il bambino yemenita che non vedremo mai sui media occidentali
di Cesare Sacchetti
Un bambino piangente che stringe disperato la testa del padre appena morto. Difficilmente lo vedremo sulle prima pagine dei giornali italiani ed europei, perchè tutto questo è accaduto nello Yemen, dove l’Arabia Saudita da 3 anni sta conducendo una feroce guerra contro la popolazione civile che sta provocando un vero e proprio disastro umanitario.
Il piccolo probabilmente è rimasto disteso tra le macerie per diverse ore, convinto che suo padre stesse solo riposando quando poi al suo risveglio lo avrebbe accompagnato al suo villaggio portandolo in spalla.
Il video del bambino yemenita piangente tra le macerie
I soccorritori provano a dissuaderlo per portarlo via ma lui ripete “no, no, no” e vuole restare lì con suo padre.
I sauditi non hanno bombardato un obbiettivo militare, ma civile, perchè in quel villaggio yemenita dove si trovava quel bambino si stava solo celebrando un matrimonio.
La strategia di Riyad è questa. Massacrare la popolazione civile per costringere a capitolare la fazione sciita degli Houthi che continua a far registrare successi militari in questa tremenda guerra civile.
Non è un segreto che la monarchia assoluta di Riyad sia uno stretto alleato di Washington e ultimamente molto più vicina anche ad Israele, dal momento che l’erede al trono saudita Mohammed bin Salman è stato ricevuto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lo scorso settembre.
La domanda che viene da porsi è : che cosa sarebbe accaduto se quel bambino fosse stato in Siria durante un bombardamento delle forze aeree di Assad?
Probabilmente oggi sarebbe già stata convocata d’urgenza una riunione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e vedremmo Nikki Haley, l’ambasciatrice degli USA presso l’ONU, che mostra indignata le immagini dei bambini siriani esposti alle terribili conseguenze della guerra tra Assad e dai tagliagole islamisti sostenuti praticamente da tutti i paesi occidentali.
Nikki Haley all’ONU mostra le immagini dei bambini siriani
Tutto questo probabilmente non accadrà invece, perchè l’Arabia Saudita si trova sotto l’ala protettrice di Washington, al riparo da qualsiasi critica.
Il paese che più incarna l’islamismo radicale non viene mai sfiorato minimamente dagli attacchi dei benpensanti occidentali sempre pronti a difendere i diritti umani negli stati giudicati “canaglia” dagli USA, ma ammutoliti quando quegli stessi diritti vengono brutalmente calpestati dagli amici del deep state americano.
Solamente per capire cosa sia la guerra nello Yemen, è utile citare i freddi numeri riportati dall’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità, secondo la quale ad oggi nel paese risulta esserci la più grande epidemia di colera conosciuta della storia moderna.
Sono 815.000 le persone affette da questa malattia e 2.156 le persone morte dopo averla contratta. Ci sono 4.000 nuovi casi al giorno e le cause di questa epidemia sono dovute ai bombardamenti sauditi che colpiscono principalmente la popolazione civile e le infrastrutture essenziali sanitarie che aiuterebbero a prevenire e limitare la diffusione della malattia.
Gli Stati Uniti e il Regno Unito sostengono ufficialmente l’Arabia Saudita in questa guerra dimenticata da tutti i media occidentali.
In tutto questo, nessuno ha una parola per i bambini yemeniti. Roberto Saviano pronto a tapparsi la bocca per protesta di fronte ad un attacco chimico in Siria probabilmente mai avvenuto, non dice nulla oggi. L’amara lezione da trarre da tutto questo è solo una. Chi è amico di Washington, ha licenza di uccidere.
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