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Cesare Sacchetti

I rapporti tra mafia e massoneria, e la legge di Mussolini che mise al bando la massoneria

07/09/2024

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di Cesare Sacchetti

Qualche tempo fa uscì sui quotidiani, senza però particolare risalto, la notizia che Sergio Mattarella sarebbe stato ospite negli anni’80 della loggia massonica coperta “Scontrino” che era attiva nel trapanese.

La corte d’Assise di Trapani nella sua sentenza sul caso del giornalista ucciso da Cosa Nostra, Mauro Rostagno, scrisse che in quell’epoca furono scoperte sei logge segrete alcune delle quali avevano anche nomi chiaramente esoterici quali Iside, Iside 2, Osiride, Ciullo d’Alcamo, Hiram e Cafiero.

Rostagno era un giornalista che stava indagando non solo su Cosa Nostra, ma stava arrivando al piano superiore, quello che i compianti magistrati Giovanni Falcone e Borsellino definivano spesso come terzo livello.

Il terzo livello è il livello del vero potere mafioso che non è certo rappresentato dalla grottesca immagine che i mezzi di comunicazione e la cinematografia hanno provato ad offrirci, ovvero quella di una mafia con la lupara e la coppola in mano che prende a schioppettate chi si rifiuta di pagare il pizzo.

Questa mafia, se è esistita, esisteva prima della nascita dello Stato unitario liberale in quanto ai tempi del Regno di Sicilia la mafia era un fenomeno prettamente rurale e marginale, e non aveva affatto il potere che essa acquisì negli anni del Regno d’Italia.

Le cronache storiche non studiate sui banchi di scuola ci aiutano a comprendere come l’Unità d’Italia non sia stata fatta purtroppo da patrioti animati da un sincero spirito di unificare la Penisola, ma da massoni che si proponevano di dare al nuovo Stato unitario un’impronta liberale, laica, e fortemente nemica della Chiesa Cattolica.

Il Risorgimento, la mafia e la massoneria

Le origini del Risorgimento sono le origini della massoneria e della sua scalata al potere nella nuova Italia liberale, dominata da una parassitaria borghesia che godeva della protezione estera britannica, poiché ad accompagnare la nascita dell’Italia risorgimentale fu soprattutto la Gran Bretagna e il suo primo ministro dell’epoca, Lord Palmerston, che viene descritto da monsignor George F. Dillon nel suo saggio “La guerra dell’Anticristo contro la Chiesa e la civiltà Cristiana” come uno dei massoni più importanti della sua epoca.

Lord Palmerston, primo ministro inglese dal 1859 al 1865

L’unificazione però sarebbe stata impossibile senza ricorrere all’aiuto di quelle sacche criminali presenti nel Mezzogiorno che la massoneria ha premiato dopo la raggiunta unità trasformando la mafia da fenomeno rurale a fenomeno progressivamente urbano e, se vogliamo, prettamente borghese.

Sono sostanzialmente tre le forze che hanno creato lo stato unitario e queste sono principalmente la finanza ebraica di Londra che ha sempre elargito generosi contributi ai vari risorgimentali, i massoni italiani fedeli alla stessa Londra quali Garibaldi e Mazzini, e infine la mafia in ordine gerarchico sottoposta agli altri due poteri.

Quando dunque leggiamo la sentenza della corte d’Assise di Trapani e incappiamo in espressioni quali “logge infestate dalla mafia”, non possiamo fare a meno di sorridere, poiché i togati sembrano quasi prendere in considerazione l’idea che la mafia abbia infiltrato la massoneria per asservirla ai suoi scopi, mentre nella realtà la prima è sempre stata una diretta emanazione della seconda.

Il mafioso, più semplicemente, è il braccio del massone e il suo potere sul territorio si spiega soltanto con la protezione delle logge che presenti nei più alti apparati dello Stato assicurano al capobastone di turno impunità e protezioni in alto.

L’esempio più lampante, tra i molti, è quello del boss Matteo Messina Denaro che in tanti anni di latitanza se n’è stato a casa sua nel trapanese, una circostanza che chiaramente è impensabile a meno che l’apparato di sicurezza che avrebbe dovuto assicurare il capo mafioso alla giustizia non sia stato in qualche modo dalla sua parte.

In tale apparato troviamo però la mano della massoneria, e ogni qual volta qualche uomo valoroso ha perduto la sua vita mentre indagava sulla mafia, non l’ha perduta in larga parte dei casi perché stava denunciando soltanto qualche boss, ma perché stava salendo al piano superiore, quella sorta di zona proibita, se vogliamo, dove ci sono i veri signori del potere che governano le logge ufficiali e quelle coperte, nelle quali sono presenti i nomi degli uomini più potenti del mondo e i veri signori della massoneria, i quali sono noti soltanto a pochissimi eletti.

Quando uscì la notizia nel 2015 che Mattarella era un frequentatore della loggia in questione, il Quirinale fece uscire una nota stampa nella quale il capo dello Stato affermava di non essere stato un habitué di questo circolo e di essere stato invitato ad ascoltare una conferenza di un suo amico docente della facoltà di Giurisprudenza.

Una ricostruzione molto diversa da quella fornita invece dal generale dei carabinieri Nazareno Montanti che dichiarò che nelle rubriche telefoniche a disposizione della loggia c’era anche il numero di telefono di Mattarella, allora deputato della DC, e dallo stesso Paolo Scontrino, ben introdotto in tale circolo, che riferì che il capo dello Stato in quegli anni tenne alcune conferenze in questo “centro studi”.

La loggia Scontrino presieduta dal Gran maestro Gianni Grimaudo dev’essere stata, se effettivamente sciolta, una delle più importanti non solo della Sicilia, ma dell’Italia intera se si pensa che tra i suoi vari frequentatori c’era anche un altro famigerato Gran maestro quale Licio Gelli, capo, almeno di facciata, della loggia massonica P2.

A Trapani c’è un fitto reticolato di misteri che potrebbe aiutare a spiegare il segreto della latitanza trentennale di Matteo Messina Denaro e potrebbe anche aiutare a comprendere quali sono i segreti che il boss dei boss si è portato con sé nella tomba, ma la magistratura, ovviamente, non si è nemmeno avvicinata a quelle zone che mostrato non solo la contiguità ma soprattutto la subalternità della mafia alla massoneria.

L’argomento negli anni passati suscitò qualche attenzione tanto che nel 2015, non appena Mattarella si era insediato al Colle, qualche media come Dagospia, molto vicino all’anglosfera, si chiese se il presidente fosse un libero muratore.

La questione massonica e la legge del 1925 che abroga la massoneria

La domanda non è stata più posta negli anni passati né il problema della presenza della massoneria non è stato mai sollevato seriamente, perché se esso lo fosse molti direttori di giornali dovrebbero iniziare a scrivere contro loro stessi, in quello che sarebbe un loro improbabile harakiri.

La questione della presenza della massoneria ai più alti livelli dello Stato ci aiuta però ad affrontare un dibattito e una vicenda storica che si sembra più attuale che mai, e si tratta della opportunità e necessità, ci sentiremo di aggiungere, della messa al bando della massoneria.

Ad oggi, nel secolo scorso, l’unico governo che si spinse nelle zone proibite dalla democrazia liberale è stato soltanto quello di Mussolini, ai tempi del fascismo.

Mussolini nel 1922 era diventato già presidente del Consiglio, e dopo soltanto tre anni del suo mandato da primo ministro mise mano alla più annosa e spinosa delle questioni, quella che prevedeva l’abolizione della libera muratoria.

Il dibattito che si tenne alla Camera dei Deputati il 16 maggio del 1925 sull’approvazione di questa legge è estremamente interessante sotto il profilo storico, poiché aiuta a comprendere davvero quali sono le impostazioni ideologiche del fascismo e quelle dei suoi oppositori, liberali e comunisti, che come si vedrà a breve, saranno uniti anche in questa istanza.

A prendere la parola quel giorno, tra gli altri, fu uno dei miti della sinistra comunista erto quasi a figura eroica da qualche sedicente sovranista, ovvero Antonio Gramsci, segretario del PCI.

Antonio Gramsci

Gramsci inizia la sua analisi anche da qualche premessa corretta quando afferma che la massoneria ha asservito gli scopi dell’alta borghesia, poiché, ma questo il deputato comunista non lo disse esplicitamente, la seconda è di fatto integrata nella prima e la sua fortuna in Italia e in altri Paesi Occidentali dipende esclusivamente dalla libera muratoria e dalle protezioni finanziarie di cui essa gode.

La massoneria serve molteplici scopi tra i quali c’è certamente quello di assegnare al liberalismo il potere assoluto nello Stato unitario, ma al contempo c’è anche un aspetto ancora più filosofico e spirituale, che è il vero fine massonico, cioè quello di condurre ad una progressiva scristianizzazione dell’Italia, culla del cattolicesimo e del cristianesimo mondiale, per lasciare il posto ad una repubblica universale che fa della sua religione quella luciferiana.

Gramsci affermava che la legge allora in discussione alla Camera non avrebbe cambiato, a suo dire, lo status quo in quanto ci sarebbe stata “soltanto la sostituzione di un personale amministrativo ad un altro personale” fino a sostenere che i fascisti “arriveranno facilmente ad un compromesso con i massoni”.

L’esponente del partito comunista non vedeva alcuna contrapposizione tra massoneria e fascismo, perché la sua analisi era viziata dalla sua errata ideologia, e forse potremmo dire anche malafede.

La sua previsione, intanto, si è rivelata completamente infondata perché non appena finiva di pronunciare quelle parole, nei mesi successivi, nel novembre del 1925, non solo veniva messa fuori legge la massoneria ma ai suoi membri veniva proibito l’accesso alle cariche pubbliche.

Gramsci, forse non se l’aspettava, ma  è diventato l’eroe dei massoni che ancora oggi sul sito del Grande Oriente d’Italia ospitano il suo discorso contro la legge sull’abrogazione della massoneria.

Sì, perché poi l’intellettuale comunista arriva ad un incredibile salto carpiato. Dichiarava che la massoneria è stato il partito della borghesia, ma allora, se il suo fine era veramente quello di elevare le sorti del proletariato, perché votare contro una legge che metteva fuori legge quello che Gramsci stesso definiva il  partito della borghesia?

Mussolini, nel corso del dibattito, glielo fa notare. I capitalisti, tutti, non erano affatto a favore del fascismo, ma lo avversavano fortemente.

Gli stessi capitalisti poi, stranamente, non nutrivano la stessa avversione che avevano per il fascismo nei riguardi del comunismo.

Forse perché erano pienamente consapevoli che il pericolo, per loro, non era certo quello comunista ma quello fascista.

Gli articoli di Mussolini sul Popolo d’Italia nei primi anni’20 sono alquanto utili per comprendere quale fosse il vero nemico per il fascismo.

Mussolini, senza peli sulla lingua e senza timore, denuncia chiaramente il potere delle famiglie della finanza ebraica e fa i loro nomi, in un articolo del 4 giugno del 1919 sul Popolo d’Italia, denunciando come i Rothschild, i Warburg, gli Schiff e i Guggenheim siano coloro che detengono le sorti non solo della rivoluzione bolscevica ma anche delle democrazie liberali Occidentali, occupate dalla massoneria che le presidia per conto di questi finanzieri.

Gramsci, da parte sua, come gli altri comunisti, a partire dallo stesso Marx, se ne guardava bene dal dire chi era davvero che aveva in mano i cordoni della borsa e chi governava il sistema bancario mondiale.

Non poteva denunciare perché se lo avesse fatto avrebbe anche dovuto dire che la sua tanto amata URSS nacque attraverso un colpo di Stato attuato dal movimento bolscevico, composto al 90% da ebrei, che erano generosamente sovvenzionati dalla finanza di New York e le prove al riguardo sono schiaccianti.

Mentre, al tempo stesso, non c’è nulla che indichi che il fascismo fu un fenomeno ispirato dal capitalismo o da potenze estere, quali la Gran Bretagna, che invece sostenevano, anche qui guarda caso, i partiti della sinistra.

I fatti dimostrano l’esatto contrario e la differenza tra fascismo e comunismo si riassume tutta qui. Mentre il primo sfida davvero lo status quo, mette fuori legge la massoneria e attua delle politiche economiche sociali contro il liberismo, come la nazionalizzazione della banca d’Italia e la nascita dell’IRI, il secondo dichiara di essere contro il capitale, ma alla fine ne preserva sempre gli interessi.

Questo spiega la falsa dicotomia tra liberalismo e comunismo del secolo scorso, perché i due rami della democrazia liberale sono sempre stati controllati dagli stessi apparati, tanto che gli stessi fondatori del comunismo erano iscritti alla massoneria.

A distanza di un secolo, la legge approvata nel 1925 è di un’attualità straordinaria perché è la prima indispensabile cura per guarire dai mali della corrotta democrazia liberale.

La costituzione del’48 è il trionfo della massoneria che ebbe un ruolo decisivo nella sua stesura e che determina la fine della sovranità nazionale dell’Italia, assoggettata all’anglosfera, e il successivo e conseguente avvento della strategia della tensione e tutti gli altri fenomeni di natura angloamericana che sono stati utilizzati per tenere l’Italia prigioniera in questo recinto.

Gramsci affermò che il fascismo sarebbe venuto a compromessi con la massoneria, ma la storia e i fatti si incaricarono di smentirlo, come diceva un compianto politico del passato, tanto che non appena la massoneria fu ricostituita dopo il fascismo, fu proprio il PCI di Togliatti a intrattenere strettissimi rapporti con essa e con il Grande Oriente d’Italia all’epoca diretto dal Gran maestro Guido Laj.

Quello che l’ex segretario del PCI non ha colto, o non ha voluto cogliere, è che è la massoneria che ha cercato di addomesticare, non riuscendoci, il fascismo mandando tra le sua fila dei grembiulini, ma Mussolini è sempre stato pienamente consapevole del fenomeno e questo non gli ha impedito di tagliare la testa dell’idra e di mettere fuori legge la massoneria.

Non si può quindi giungere ad una naturale conclusione che è la stessa alla quale Mussolini giunse 100 anni prima.

Non può esserci uno Stato sovrano senza prima mettere fuori legge quei poteri che lo Stato lo hanno infiltrato e reso un simulacro al servizio di potentati finanziari e Paesi stranieri.

Il futuro passa dalla lezione che ci è stata impartita 100 anni addietro.

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31 Commenti

  1. Giuseppe Teti

    Dovete correggere:
    “Questa mafia, se è esistita, esisteva prima…”
    Con:
    “ Questa mafia, se è esistita, NON esisteva prima…”

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      No, Giuseppe, rileggi bene. Si riferisce alla mafia con coppola e lupara della frase precedente. Quella mafia, se esistita, esisteva prima della nascita del regno d’Italia.

      Rispondi
    • Veronica

      Complimenti, condivido tutto, e’ solo conoscendo le nostre origini e la verità sul passato che si può tornare una grande nazione….
      Mi scusi ho una domanda, una mia curiosita’:
      Lei per caso e’ discendente dai Sacchetti nobili di origine fiorentina o del cardinale Vescovo Giulio Cesare Sacchetti cattolico del 1600 d.C.?
      Oppure nessuno dei due?
      La prima vabè era laica quindi non penso ma il secondo era forse un vero cardinale cristiano a favore dell’ umanità?
      E’ solo una curiosità, avevo notato il cognome in comune, tutto qua, cordiali saluti.
      Grazie ancora per tutto il suo costante impegno.

      Rispondi
      • La Cruna dell'Ago

        Ti ringrazio, Veronica. Non so se ho qualche parentela con loro. Dovrei fare una indagine genealogica, e non è cosa semplicissima.

        Rispondi
  2. silvio

    spero di sbagliarmi , ma per ora non si vede nessuno in grado di tappare i buchi di quel gruviera che è diventata l’Italia ,non siamo nemmeno in grado di difenderci da attacchi , militari ,finanziari ,sanitari ,religiosi ecc ecc …..

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Bisogna pazientare, Silvio. La disgregazione dell’attuale classe politica sta fornendo il terreno ideale per la ricostruzione.

      Rispondi
      • Imperscrutabile

        ESATTO!!!

        Rispondi
  3. brisklypostf156f9d433

    Perché non si può condividere?

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Certo che si può condividere, se ti riferisci all’articolo.

      Rispondi
      • Gabriele

        Grande articolo che smentisce tutti quei cialtroni della falsa controinformazione che continuano a dire che l’ Italia e’ stata unificata dai patrioti..
        E’ il primo che ha toccato il tema del 1861, i veri mandanti e la vera motivazione che fu una delle più grande infamita’ contro l’ Italia…..le faccio i complimenti per il suo coraggio di fare nome e cognomi di tutti senza paura….
        Ci vuole pazienza ma c’è la faremo a vincere, e sono convinto che avremo un mondo fondato sul vero cristianesimo e non su quello falso dove vengono decantati richieste di sacrifici umani (Isacco) o di animali….
        Cristo e Dio non chiedono sacrifici di bambini o di animali come vogliono farci credere anche sui libri per bambini…..queste abominevoli pratiche sono richieste dal loro antagonista luci**ro.
        Spero che con l’ avvento di Trump vengano decertificate molte verità, soprattutto quelle di natura spirituale…..
        Saluti e buon lavoro

        Rispondi
        • Giovanni

          Non ci hanno raccontato tante cose, sulla mafia e quel furfante di Mazzini (consiglio il libro della ricercatrice francese ma di chiare origini italiane, Lea Raso Della Volta “La mafia, la falange di Mazzini), sul vero fascismo storico e non quei cani sciolti asserviti agli invasori che hanno fatto gli agenti atlantici (Nar, Ordine Nuovo) che col fascismo storico non c’entrano nulla!! Comunque sempre grandi disamine da Sacchetti!!

          Rispondi
  4. Topaz

    Complimenti per questo articolo! Un fatto degno di nota: il comunismo è stato pesantemente influenzato da illuminismo e darwinismo, altre due ideologie anticristiane e sataniche i cui effetti i notano ancora oggi. La massoneria ha fatto il lavaggio del cervello a molti studenti con quelle correnti di pensiero, un altro valido motivo per metterla al bando.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Ti ringrazio, Topaz. Notazione importante. Verissimo che c’è questo legame del comunismo con l’illuminismo e il darwinismo.

      Rispondi
  5. Isabel.

    Buongiorno, Cesare. Imparo sempre ogni volta che ti leggo. Questo argomento era piuttosto diffuso per me a causa della mancanza di dati. Ora capisco un po’ di più poiché le tue valutazioni sono, come al solito, fondate e spiegate molto chiaramente. Grazie per il tuo spazio di eccellenza. Da Mendoza, Argentina, un grande saluto.

    Rispondi
  6. Gabriele

    Sacchetti ha fatto proprio bene ad allontanarsi da questo giornale, stanno scrivendo che le piattaforme che parlano a favore di Trump e Putin sono controllate da Mosca per fare disinformazione,persino RT…..che squallore, alla fine la disinformazione la fanno i canali alternativi🤣 si come no,intanto le perdite le stanno avendo loro e non di certo i canali come il suo….

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/06/putin-e-il-falso-endorsement-a-kamala-harris-irride-la-risata-della-candidata-dem-come-fa-trump-e-sogna-una-vittoria-del-repubblicano/7683557/

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      In realtà non c’è mai stato nessun rapporto professionale tra me e loro. I blog erano tutti gratis. Comunque sì, fanno di gran lunga più schifo di Repubblica.

      Rispondi
  7. Mali

    A mio avviso, in accordo con la storiografia alternativa legata al Cattolicesimo della Tradizione Apostolica, Mussolini è stato per la Rivoluzione Italiana (come la chiamavano i “patrioti”) detta Risorgimento, quello che Napoleone è stato per la Rivoluzione Francese, ovverosia una normalizzazione dei valori della Rivoluzione. Non a caso colui che ha inventato “Dio Patria e Famiglia” è stato l’orrido “patriota” Mazzini (1860), benché, ve lo concedo il demente rivoluzionario si riferisse alla divina Umanità, e lo stesso Mussolini si presentò come l’ultimo atto del Risorgimento. Avrà fatto buone politiche sociali? Non lo metto in dubbio. Avrà fatto piazza pulita di chi poteva mettergli i bastoni tra le ruote, ossia la Massoneria? Come avrebbe fatto un Napoleone, certo. Da buon assolutista ha fatto quello che serviva a tenersi saldo al potere, ma quando le dinamiche geopolitiche della storia ne hanno avuto necessità, come tutti gli attori di quella tragicommedia ha fatto la sua parte e si è messo con l’altro burattino dei banchieri col baffetto. Non ha fatto gli interessi del popolo italiano. Ma in ogni caso nel ventennio fascista non v’è nulla della dottrina sociale di Cristo, se non un pallido simulacro di questa per compiacere un popolo ancora profondamente cattolico. C’era solo il culto di Mussolini e questo è quanto. Queste nostalgie fasciste non servono affatto la nostra causa, che è “instaurare omnia in Christo”.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Un’analisi molto superficiale e nemmeno corrispondente alla verità storica. Intanto Bonaparte era massone e sotto il suo regno la massoneria ha prosperato come mai prima a differenza di Mussolini che invece non era massone e la massoneria la mise al bando. L’esordio quindi è già sbagliato in partenza. Non va meglio nemmeno dopo quando provi a liquidare il fascismo come il culto di Mussolini, quando in esso c’è stato molto di più. C’è stato il riscatto della sovranità nazionale e la fine del potere delle banche. Dimostri anche ignoranza per quello che riguarda la dottrina sociale della Chiesa, visto che le politiche sociali del fascismo sono proprio quelle raccomandate da Leone XIII nelle sue encicliche e non credo sia un caso che il Vaticano apprezzasse non poco il fenomeno fascista e quanto fatto per la Chiesa. Il fascismo è infatti la sintesi perfetta dell’economia mista cattolica. Non mette al bando la proprietà privata ma nemmeno assegna lo scettro al capitale. Ultima notazione sull’alleanza con Hitler. Fu questo certamente il grande errore di Mussolini dettato non da una sua malafede ma probabilmente da un suo timore di essere attaccato dalla Germania. Un errore che comunque ha pagato lui stesso con la vita.

      Rispondi
      • Mali

        Il fatto che non fosse massone o che non abbia desiderato entrarvi è un’opinione, poiché è solo possibile eventualmente confermare il contrario avendo accesso ai registri della Massoneria. Così come affermare che egli non abbia avuto finanziamenti dagli inglesi come da documenti, è una sua opinione, perché non si può provare la falsità dei documenti stessi solo affermando che sono di fonte ambigua. Bisognerebbe piuttosto riportare le conclusioni di uno storiografo. In ogni caso in merito a quello che lei dice delle politiche che trovano ispirazione nelle encicliche di Leone XIII, io ho parlato di pallido simulacro infatti, ma che un ateo socialista abbia avuto come ispirazione la dottrina sociale di Cristo mi sembra quantomeno improbabile. Mi sembra più logico che un personalità assolutista abbia come dicevo seguito la Chiesa quel tanto che faceva lui comodo per mantenersi saldo al potere, in quanto nonostante la Rivoluzione italiana gli “italiani” rimanevano profondamente cattolici. È ancora facilmente reperibile materiale della propagandistica per sostenere che l’unico culto che stava a cuore al fascismo era quello di Mussolini e come valore per unificare il Paese ci fosse solo la Patria. Quanto alle simpatie della Chiesa, cosa ci si può aspettare dopo la cancellazione dello Stato Pontificio, le leggi Siccardi, e tutta la maleodorante infiltrazione massonico modernista che già ai tempi di PioX era in atto da un pezzo? Era uno scambio di reciproco guadagno. Non mi ricordo un pontefice che abbia fatto apologia del Fascismo, ma magari mi sbaglio. Poi rimane che lui stesso parli di Rivoluzione Fascista, di compimento del Risorgimento, e del motto mazziniano Dio Patria e Famiglia, dell’alleanza con la Germania, destinata a soccombere da piano e consegnare totalmente così il nostro Paese agli Stati Uniti (avere paura della Germania quando c’era dall’altra parte gli Stati Uniti non mi sembra una ragione logica per un uomo dall’intelligenza fina di Mussolini, era più la “scusa” che ci veniva propinata a scuola). Grazie in ogni caso per avermi risposto, avere differenti opinioni in merito non vuol dire che io non le riconosca il grande merito di quello che stia facendo per la causa.

        Rispondi
        • La Cruna dell'Ago

          Fino a prova contraria quando si fa un’affermazione bisogna portare delle prove o dei documenti a sostegno. L’onere della prova ricade su chi le fa le dichiarazioni, non il contrario. Dunque affermare che Mussolini è massone senza nulla in mano è palesemente falso, anche alla luce del fatto che Mussolini non solo abrogò la massoneria nel 1925 ma aveva già attaccato le logge negli anni precedenti. Stesso discorso per il fantomatico sostegno degli inglesi. Non c’è nulla, se non il libro fuffa di un noto esponente del PCI che non tira fuori una carta che è una a sostegno delle sue affermazioni, quando invece sono provati i rapporti di Londra con le sinistre italiane. La dottrina sociale della Chiesa si fonda anche sullo Stato imprenditore da Mussolini fondato. Si legga Petrilli, e approfondisca di più…Per ciò che riguarda il culto della personalità, ho già risposto. Che il fascismo elogiasse il Risorgimento è vero, ma soltanto per l’unificazione dell’Italia. Per finire non sono pochi i sacerdoti e i vescovi che definivano Mussolini “uomo della Provvidenza”, elogi e non “apologia di fascismo”, una espressione che è stata coniata proprio dagli antifascisti e dai massoni ed è alquanto strano che la usi un cattolico…

          Rispondi
  8. Alice

    Ciao Cesare, articolo illuminante come sempre.
    Ne approfitto per porti alcune domande di approfondimento.

    Al netto dei meriti del regime (giustamente sottolineavi l’economia mista sul modello cattolico), come giudichi il fatto che le conquiste operaie più importanti: statuto dei lavoratori, art.18, riduzione della settimana lavorativa a 40 ore, scala mobile, ecc… siano state ottenute dall’autunno caldo in poi?
    Non dimentico certamente che maternità e 13esima siano state progressi sociali del ventennio, è solo per avere una tua lettura storica. Io ho sempre trovato comunque onesto affermare che in generale le condizioni lavorative erano più dure sotto il fascismo, ma vorrei anche su questo, e su un fenomeno storico come il biennio rosso una tua lettura.

    Oltre a ciò cosa ne pensi dell’impronta classista del Liceo che, anche per Gentile, sulla falsa riga dell’Italia liberale, rimaneva appannaggio “dei Signorini” e dei figli della borghesia? Anche qui te lo chiedo senza dimenticare come le colonie estive per le famiglie più povere e l’aumento della scolarizzazione nel ventennio siano innegabili.

    Vado un attimo fuori tema, infine, solo per avere aggiornamenti sull’Iran. Dal colpo di stato e dalle elezioni “all’occidentale” ad oggi, come vedi la situazione?

    Con stima, un caro saluto e un abbraccio

    Alice

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Grazie Alice, personalmente credo che se il fascismo fosse rimasto in piedi si sarebbe potuti arrivare comunque a riforme simili, soprattutto la scala mobile e la riduzione della settimana lavorativa. Il ventennio ha costruito le basi per la rinascita economica successiva degli anni’60. La DC si tenne ben stretta l’IRI. La riforma Gentile, ad oggi, rimane la migliore del secolo scorso e quella che ha prodotto gli studenti migliori del passato. Vuoi dire che prima il liceo era solo appannaggio di certe classi? Se è così, devi pure considerare che l’Italia era ancora a vocazione rurale e diversi giovani dovevano restare nei campi a lavorare. Sull’Iran, siamo in attesa di capire quando ci sarà la risposta ad Israele.

      Rispondi
  9. influencershiny70522f80c1

    Tutto come sempre, in sostanza. Ovvero chiodo scaccia chiodo. Il fascismo ha abolito la massoneria, ma non i canali attraverso i quali il fascismo agiva e molti dei suoi più alti personaggi da Gentile a Balbo per passare a Ciano avevano le giuste aderenze. Cambiare i nome di una strada non significa cambiarne la forma. Purtroppo se le pulizie non vengono fatte in maniera accurata non si cambia nulla, ma si getta solo fumo sugli occhi ai creduloni.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Fermo restando che non c’è una carta o una qualche seria testimonianza che indichi che Gentile e Balbo fossero iscritti alla massoneria, questo non cambia nulla rispetto a quanto fatto da Mussolini. Potrà esserci anche stato qualche massone coperto tra le fila del fascismo ma ciò non toglie che la massoneria con il fascismo perse tutto il suo potere. Prima del 1925, era la massoneria a comandare l’Italia. Dopo e fino alla fine della seconda guerra mondiale è stato il fascismo. Finita la guerra, la massoneria è tornata ai posti di comando e ha anche scritto la costituzione. Questi sono i fatti storici che qualche ottuso, forse in malafede, prova a sminuire o negare tanto da far passare il tutto come creduloneria..

      Rispondi
  10. Sara

    Bellissimo articolo.

    Si potrebbe raccogliere tutti i suoi articoli e raccoglierli tipo sussidiario. Poi, dalle medie in sù, utilizzarli nelle scuole, farli leggere e spiegare da persone capaci e di buon senso, al posto delle indecenti menzogne che ci sono state propinate fino ad oggi da zerbinacci del sistema, e gli studenti imparerebbero davvero qualcosa di VERO.

    Grazie, Sara

    Rispondi
  11. CESARE MANNESCHI

    Salve, Ennio Rimondini nel suo STORIA D’ITALIA afferma e lo troverei fondato che Mussolini combatte la massoneria – che aveva finanziato la marcia su Roma – per ingraziarsi Pio XI con il quale stava trattando i Patti Lateranensi. Comunque sia, poi lo hanno fatto fuori ….. spero non crediate ai miti delle resistenza.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Mussolini la massoneria la combatteva quando nemmeno era iniziato il pontificato di Pio XI. Rimondini si sbaglia e di grosso.

      Rispondi

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