I blackout in Spagna, Portogallo e Francia e le prove tecniche per destabilizzare l’Europa

29/04/2025

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di Cesare Sacchetti

In Spagna, lo chiamano grande “apagon”, ovvero il termine nella lingua castigliana per identificare l’interruzione di energia elettrica, il “blackout”, se invece si preferisce la terminologia anglosassone.

Molti spagnoli ieri hanno vissuto una giornata di inferno e di paura. Diversi sono rimasti bloccati nelle metropolitane mentre si recavano al lavoro e molti altri si sono trovati completamente disconnessi da Internet, che nell’era moderna significa semplicemente non essere più in grado di comunicare.

C’è stato in Spagna il buio delle comunicazioni esteso anche alle arterie stradali perché si è praticamente spento tutto, compresi i semafori.

Gli spagnoli si sono ritrovati in uno scenario praticamente simile a quello che si vedeva in un film di qualche anno fa, Live Free or Die Hard, nel quale l’agente di polizia John McClane, interpretato da Bruce Willis, si trova a dover fare i conti con un attacco cibernetico alla rete energetica eseguito da un gruppo di terroristi informatici, un tempo al servizio della NSA.

Il governo spagnolo di Sanchez ha dichiarato che una causa ufficialmente ancora non c’è, mentre il governo del Portogallo, anch’esso colpito dall’interruzione di energia elettrica, ha dichiarato che a causare l’interruzione di energia sarebbero state delle “estreme oscillazioni” nelle temperature atmosferiche, anche se non risulta che negli ultimi giorni il Portogallo si sia trasformato nell’Arabia Saudita agostana.

A leggere le righe scritte dal gestore dell’energia in Portogallo, la società anonima Redes Energéticas Nacionais, pare che un qualche suggeritore esterno abbia detto alla REN di provare ad utilizzare tale situazione di crisi per provare a spingere la defunta narrazione del riscaldamento globale, dietro la quale di scientifico non c’è praticamente nulla, ma di politico invece tutto.

Il comunicato del REN portoghese

L’interruzione di energia ha colpito però oltre a Portogallo e Spagna anche parti della Francia, e di conseguenza di deve fare i conti con una qualche situazione di improvvisa criticità che è riuscita a colpire tre Paesi diversi con tre diversi gestori energetici, e la improbabile “spiegazione” delle oscillazioni della temperatura, da scartare già prima, può essere definitivamente accantonata perché si parla di Paesi dove il clima in diversi casi non è affatto lo stesso.

La causa più probabile di una simile interruzione in tre Paesi europei è sembrata essere a molti proprio un attacco informatico, ma il presidente del Consiglio europeo, il portoghese Antonio Costa, si è subito precipitato a smentire qualsiasi correlazione con eventuali hacker, anche se non è ben chiaro come faccia Costa ad escludere già questa ipotesi, visto che l’inchiesta sulle cause è appena agli inizi.

In Spagna, ad esempio, non sembrano averla ancora scartata perché la INCIBE, l’agenzia per la cibersicurezza, pare la stia prendendo in seria considerazione, ma è proprio la tempistica di questo evento che desta invece sospetti sull’eventuale mandante.

Quegli strani spot dell’UE per il kit di sopravvivenza

Soltanto un mese fa infatti l’Unione europea, dal nulla, e senza che ce ne fosse una ragione apparente, iniziava a fare gli spot per fare fronte a fantomatiche situazioni di “sopravvivenza” tanto da rilasciare un breve, e paradossale video, nel quale una signora spiegava con il sorriso sulle labbra cosa fare in uno scenario che prevedesse un qualche evento catastrofico.

Lo spot dell’UE sul “kit di sopravvivenza”

Sempre dalle parti della Commissione europea, i vari burocrati di Bruxelles soffiavano di nuovo sul fuoco della paura quando invitavano i propri cittadini, anche qui senza alcuna valida ragione, a fare scorte di emergenza per almeno 3 giorni nuovamente per fare fronte a situazioni critiche non meglio specificate.

Non è però la prima volta che istituzioni o organizzazioni internazionali si adoperano per ventilare situazioni di improvvise catastrofi globali.

Il caso di Cyber Polygon

Qualche tempo fa infatti il forum di Davos stava lavorando ad una esercitazione dal nome Cyber Polygon, nella quale, casualmente, si immaginava uno scenario di attacchi informatici tali da gettare completamente nel caos i Paesi che ne venivano colpiti e da mandare in tilt i loro sistemi operativi, e di conseguenza, le loro infrastrutture energetiche, esattamente come avvenuto in Spagna, Portogallo e Francia.

La tempistica di questa “simulazione” è alquanto indicativa.

Cyber Polygon partì nell’estate del 2021, quando la farsa pandemica iniziava già a dimostrare dei seri segni di cedimento in quanto diversi Paesi, a partire dalla Cina che l’aveva iniziata, si stavano progressivamente sganciando dal terrore “pandemico” tramite la rimozione delle restrizioni e il ritorno alla precedente normalità.

A Davos, laddove l’operazione terroristica del coronavirus è stata concepita, mostravano già una certa preoccupazione perché il mondialismo vive di crisi artificiali senza le quali il disegno ultimo, il cosiddetto governo mondiale, è praticamente impossibile.

A spiegarlo è stato, tra gli altri, proprio uno dei vari adepti di questi circoli, Mario Monti, salito al potere dopo il golpe di Napolitano 14 anni fa e sodale del gruppo Bilderberg e della Commissione Trilaterale.

Monti spiega che le “crisi” sono indispensabili per costringere i Paesi a rinunciare alle proprie “sovranità nazionali” e consentire così, “finalmente”, la nascita di quella governance globale che gli uomini come lui vogliono.

David Rockefeller, uno dei leader assoluti di questo piano, fece le stesse identiche considerazioni  nel 1995, di fronte al consesso delle Nazioni Unite.

“Tutto quello di cui abbiamo bisogno è una grossa crisi e le nazioni saranno così costrette ad accettare il Nuovo Ordine Mondiale”.

Ogni qualvolta pertanto si sente di una qualche crisi violentemente spinta dagli organi di “informazione” è perché questi assumono al ruolo di megafono della paura.

I proprietari dei mezzi di comunicazione sono essi stessi parte dei vari gruppi dell’alta finanza mondiale, e gli organi di stampa da loro controllati hanno il compito preciso di tramortire il pubblico attraverso un massiccio flusso di notizie false di matrice terroristica.

Se si volesse individuare la causa prima del terrorismo moderno, non si potrebbe non chiamare sul banco degli imputati in quanto è sempre e soltanto essa che cerca costantemente di destabilizzare la popolazione per soddisfare gli interessi dei vari signori dell’editoria mondiale.

Non esiste caso di scuola più significativo in tal senso di quello del Covid , nel quale si è fatto prima falsamente credere che si fosse diffuso un letale agente patogeno,  per poi proporre la falsa soluzione dei vaccini, che, quelli sì, stanno facendo una interminabile strage da diversi anni a questa parte.

Ogni filone però prima o poi si esaurisce, e la farsa pandemica non è da meno, e quando si presenta tale situazione allora si apre il libro della paura e si cerca un altro nuovo scenario per giungere al fine desiderato.

All’epoca, erano già in corso le prove tecniche per sondare il terreno delle emergenze indotte degli attacchi informatici e i risultati si videro a breve distanza di tempo.

Non passarono pochi giorni da Cyber Polygon che dal nulla iniziarono a verificarsi degli attacchi cibernetici in varie parti d’Europa come quello capitato in Germania, nella cittadina di Anhalt-Bitterfeld, dove l’amministrazione comunale dichiarò la “catastrofe” dopo essere stata colpita da misteriosi hacker senza volto e ancora oggi mai identificati.

Dopo che terminò Cyber Polygon in questa piccola località della Germania non risulta che si siano mai manifestati più problemi di sorta così come i sistemi informatici della regione Lazio, colpiti soltanto poche settimane dopo la fine dell’esercitazione di Davos, non sembrano più aver avuto gli stessi problemi di allora.

In altre parole, si ha a che fare con la pura logica di quelle che nel gergo dei servizi vengono chiamate operazioni di falsa bandiera, dove i vari apparati di intelligence si mettono all’opera per organizzare eventi terroristici o attuare sabotaggi per dare la colpa a questo o quel Paese, quasi sempre la Russia, e arrivare in seguito all’attuazione di straordinarie misure di emergenza, indispensabili sia per restringere completamente il perimetro delle libertà personali ma anche per trasferire la sovranità altrove, fuori dai confini nazionali.

L’impossibilità di eseguire una nuova crisi globale

Le condizioni rispetto al 2021 sono però completamente mutate.

Ad oggi, l’Unione europea non ha più alcun modo di continuare a proseguire l’agenda di club come Davos, per il semplice fatto che quell’agenda è diventata di fatto inattuabile per la defezione e l’ostilità di troppi attori politici, come la Russia, gli Stati Uniti di Trump, la citata Cina, ma anche molti Paesi del mondo multipolare in Africa, Asia e in America Latina.

Se fino al 2020, il mondo era ancora in una situazione di guado, piombato in un buco nero che aveva sospeso il tempo e annullato la quotidianità, funestata da una criminale campagna di paura, dopo il 2021 e dopo soprattutto il rifiuto degli Stati Uniti di proseguire nell’attuazione dell’operazione terroristica del coronavirus, l’Europa è rimasta sola ed è stata costretta a rimuovere a sua volta le restrizioni.

Non si tratta dunque a questo giro di una crisi per cercare in qualche modo di rianimare la defunta agenda del mondialismo, ma piuttosto di un apparato come, quello dell’Unione europea, che non ha più sponda alcuna sul piano internazionale e che cerca più che altro di creare paura e destabilizzare senza avere però la reale possibilità di giungere al fine desiderato.

Se ne era avuto già un saggio nei mesi scorsi quando alcuni mesi fa, fonti dell’intelligence serba avevano raggiunto questo blog per informarlo che i servizi francesi e inglesi avevano allo studio l’esecuzione di attentati terroristici da attribuire alla solita ISIS per provare nuovamente a creare scompiglio e disordini.

Non passarono poche settimane da quella rivelazione, che alla fine dell’anno, iniziarono ad essere eseguiti degli attacchi terroristici in contemporanea in diversi Paesi europei e, a breve distanza di tempo, negli Stati Uniti, dove Matt Livelsberger e Din Bahar Jabbar, eseguirono due attentati terroristici a New Orleans e Las Vegas.

A sinistra, in alto, Matt Livelsberger, sotto Jabbar, a destra Ryan Routh

Livelsberger e Jabbar non erano però esattamente due psicolabili manipolati da qualche gruppo islamista.

Erano due ex militari formatisi nella base militare di Fort Bragg, nella Carolina del Nord, lo stesso luogo nel quale era di casa Ryan Routh, il secondo aspirante assassino di Donald Trump, arrestato lo scorso settembre.

Esaurito, almeno per ora, il copione del terrorismo islamico pare che i vari servizi di intelligence abbiano ripiegato su una operazione di attacco o sabotaggio delle varie infrastrutture, e in Italia, ad esempio, è da un po’ di tempo a questa parte che si verificano inspiegabili incidenti ferroviari, tanto che le stesse Ferrovie dello Stato hanno denunciato chiaramente i vari guasti alla rete ferroviaria come il risultato di sabotaggi eseguiti da anonimi.

Chi può avere interesse a sabotare la rete ferroviaria se non qualcuno che voglia creare una qualche situazione di instabilità?

Dà da pensare anche il fatto che tre giorni prima dell’apagon spagnolo, a Roma un trasformatore elettrico andava in fumo, e, ad oggi, le cause dell’incidente ancora non sono chiare.

E’ questa senza dubbio una piccola coda della strategia della tensione così cara agli apparanti atlantici che insanguinarono l’Italia dal dopoguerra in poi, ma le possibilità che questi eventi portino ad un altro evento globale come la farsa pandemica del 2020 sono praticamente inesistenti.

Quella fase, come si diceva in precedenza, è ormai finita.

Sono queste le battute finali di Maastricht e dell’idea stessa che la sovranità debba essere nelle mani di questi circoli globali di sedicenti “eletti” che vogliono sostituirsi alle nazioni e cancellare la loro storia e le loro identità etniche attraverso l’importazione di centinaia di migliaia di immigrati clandestini, così cari al pontefice preferito dalla massoneria, Jorge Mario Bergoglio.

Il conclave in programma il prossimo 7 maggio è proprio quell’evento che può scrivere la parola fine su qualsiasi residua velleità da parte dei decaduti mondialisti di accanirsi su un progetto ormai fallito.

La chiesa bergogliana è stata senza alcun dubbio un potente alleato del Nuovo Ordine Mondiale.

Francesco si è fatto in ogni modo portavoce di quei poteri che volevano che la Chiesa Cattolica vestisse definitivamente i panni di una ONG di stampo sorosiano, dedita non alla difesa dei valori cattolici, ma al loro progressivo svuotamento dall’interno fino a giungere alla fusione con la religione teosofica che il mondialismo vuole erigere.

Se la Chiesa esce dalla sfera della massoneria ecclesiastica come i primi segni del pre-conclave sembrano suggerire, allora la partita è definitivamente conclusa perché la liberazione di questa istituzione dalla quinta colonna segna la definitiva sconfitta del Nuovo Ordine Mondiale che prim’ancora che piano politico è piano spirituale, ma nel senso deteriore del termine.

Ciò non toglie che la bestia agonizzante cerchi di assestare altri colpi prima della sua dipartita, ed è per questo che occorre sperare che la sua morte avvenga quanto prima possibile, soprattutto se si pensa che il conclave potrebbe andare nella direzione ferocemente avversata dalla massoneria e dal sionismo, che hanno scelto tra i loro candidati principali il cardinale Pietro Parolin, già “benedetto” dal rabbino Shmuley Boteach.

Il tempo però non è a favore, ma contro i vari orfani del globalismo e dell’anglosfera.

Ogni giorno che passa, si avvicina sempre più rapidamente il momento della loro fine.

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5 Commenti

  1. Carlo

    Dici la loro fine?? Non credo che con l’imbecillità popolare che regna sovrana si possa parlare di fine e soprattutto con le forze dell’ordine ormai completamente asservite e deviate

    Rispondi
  2. giovanni

    Articolo come al solito superlativo!! Vorrei essere positivo come lei quando parla di potere agli sgoccioli…

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Ti ringrazio, Giocanni. Guarda alla situazione generale. Sono ormai circondati.

      Rispondi
  3. Andrei

    Grazie per il tuo lavoro

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