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Gli USA e Israele volevano bombardare la Siria prima del presunto attacco chimico
di Cesare Sacchetti
L’esercito siriano ha catturato un gruppo di soldati britannici nella zona del Goutha Orientale, in Siria.
La notizia è stata riportata dal canale di informazione libanese in lingua araba, al-Mayadeen, che descrive un piano che, se confermato, vedrebbe il diretto coinvolgimento dei paesi occidentali nel sostegno ai terroristi islamici per rovesciare il governo di Assad.
La regione del Goutha Orientale è stata prima del presunto attacco chimico di Duma avvenuto la scorsa settimana, al centro delle polemiche per l’alto numero di vittime civili che la repressione di Damasco, sostenuta dalla Russia, stava provocando.
Assad e lo stesso Cremlino avevano risposto alle accuse ricordando che se stavano morendo molte vittime civili era a causa dei gruppi terroristici presenti nell’area che si facevano scudo appunto della popolazione locale.
Il piano di USA ed Israele
Ora quanto riporta al-Mayadeen, getta una luce ancora più oscura sull’aperta collusione tra i paesi occidentali e i jihadisti che la Siria sta combattendo ormai da 5 anni.
Secondo il canale libanese difatti, non solo i soldati britannici avrebbero fornito assistenza e supporto ai terroristi, ma avrebbero fatto parte di un vero e proprio complotto ordito lo scorso marzo per cercare di rovesciare il governo Assad.
Il piano in questione vedeva la regia degli Stati Uniti e di Israele che avrebbero coordinato gruppi di terroristi come Jeish al-Islam e Faylaq al-Rahman, i quali avrebbero dovuto ricevere una adeguata copertura di bombardamenti aerei da parte dei due paesi, per poi lanciare l’offensiva finale su Damasco e prendere il controllo del paese instaurando un nuovo governo con l’appoggio di Washington e Tel Aviv.
Una volta scoperto il piano, “la Russia e la Siria hanno dato il via alle operazioni nel Goutha Orientale per sventarlo.”
La strategia di Damasco e di Mosca ha avuto la meglio perchè nel giro di poche settimane i terroristi hanno subito pesanti sconfitte e sono stati costretti ad arretrare.
Nell’evacuazione dei civili avvenuta dopo il successo russo-siriano, si sarebbero mischiati gli stessi militanti sostenuti da Stati Uniti, Israele, Turchia e Giordania.
I jihadisti quindi, una volta lasciato il Goutha Orientale, avrebbero fatto rotta ad al-Tanf e nel nord della Siria dove è prevalente la presenza delle truppe americane.
Se tutto ciò dovesse essere confermato, il presunto attacco chimico di Duma andrebbe letto da una prospettiva completamente diversa.
I terroristi presenti nell’area per avere effettivamente qualche possibilità di successo nel loro tentativo di rovesciare il governo Assad hanno bisogno di massicci bombardamenti aerei che gli consentano di sferrare l’attacco su Damasco, la sede del governo siriano.
La settimana scorsa, il controverso gruppo di opposizione antigovernativa degli elmetti bianchi, ha fatto sapere che a Duma sarebbe avvenuto un presunto attacco chimico ad opera del governo siriano.
Ad oggi, non si hanno conferme di questo fatto, e a sostegno di questa tesi ci sono solo dei frammenti di immagini che non provano un effettivo bombardamento chimico.
E’ quindi possibile ipotizzare che il presunto attacco chimico sia stato inscenato per fornire un pretesto alle forze occidentali per intervenire a sostegno dei terroristi?
Stando al resoconto di al-Mayadeen, gli unici che hanno un disperato bisogno di un intervento esterno sono i gruppi di opposizione ad Assad che ormai hanno perso la guerra e senza un “soccorso” più massiccio dei paesi occidentali non hanno alcuna possibilità di cambiare le sorti del conflitto.
L’Occidente quindi è vicino a scatenare una guerra alla Siria per instaurare un regime composto da membri dichiarati del terrorismo islamico?
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