Di Cesare Sacchetti La storia dell’Ucraina non è soltanto la storia di un barbaro regime nazista...
Giovanni Falcone, l’incontro con Bush e il mistero dell’attentato all’Addaura
di Cesare Sacchetti
Alcuni misteri dell’Italia della repubblica dell’anglosfera nata dopo l’infamia del tradimento di Cassibile sono ancora lì, in attesa di essere risolti.
Se dovessimo prestare ascolto a tutta quella infinita serie di depistaggi o di “verità” di comodo che i media ci hanno propinato negli ultimi decenni, dovremmo credere che la scia di sangue che è stata seminata dagli ambienti dell’anglosionismo in Italia siano soltanto il risultato delle attività criminose di soli gruppi terroristici o di cartelli della mafia che hanno sfidato lo Stato.
A noi questa falsa verità non interessa perché essa è smentita da tutta quella mole di fatti che dimostrano come il terrorismo in Italia sia sempre stato un fenomeno gestito dagli ambienti Euro-Atlantici a partire dalle stragi provocate nell’era della cosiddetta “strategia della tensione”, nella quale il coinvolgimento dello stato profondo americano e della sua intelligence è stato accertato già ai tempi della strage di piazza Fontana seguita poi da un’altra serie di sanguinosi attentati quali l’Italicus e la strage di Bologna, soltanto per citarne due.
Lo stesso principio si applica al fenomeno mafioso che non è mai stato veramente sviscerato come esso avrebbe dovuto esserlo poiché i media e i loro proprietari hanno interesse a farci credere all’immagine folkloristica della mafia, come quella organizzazione criminale gestita da due delinquenti dentro una masseria con la coppola appoggiata al muro.
Non hanno interesse questi ambienti a raccontarci la vera storia della mafia che sin dal primo momento è stata elevata a fenomeno criminale sistemico dagli ambienti anglosassoni che ai tempi del Risorgimento attraverso il decisivo contributo delle massonerie donarono alla mafia quel potere che essa non aveva mai avuto.
La mafia prima dell’Unità d’Italia era una mafia contadina, non strutturata e poco potente, nemmeno lontanamente in grado di avere quella organizzazione strutturale che ebbe dopo il 1861 e dopo la caduta del fascismo nel 1943.
La mafia deve tutto alla massoneria, in quanto è la seconda che dà alla prima il potere di controllare il territorio e di agire come sua manovalanza per condurre il traffico di droga e gli omicidi legati a questo enorme business mondiale.
Se leggiamo le pagine dei libri di storia che non si studiano sui banchi di scuola, sui quali viene trasmessa una falsa immagine eroica del massonico risorgimento, apprendiamo che la massoneria è la vera forza che controlla la mafia, e che ogni uomo del Risorgimento, quali Cavour, Mazzini, Garibaldi e Adriano Lemmi erano tutti adepti della libera muratoria che, ricordiamolo, nasce con lo scopo preciso di distruggere la civiltà cristiana per instaurare al suo posto la religione misterica luciferiana praticata nelle logge e rivelata soltanto agli iniziati che salgono ai vertici di questa società segreta.
Giovanni Falcone era uno di quegli uomini che sapeva cos’era il fenomeno mafioso. Era un uomo che aveva studiato quest’associazione criminale e aveva compreso che essa era soltanto il gradino inferiore di un sistema molto più potente e molto più esteso a livello internazionale.
Le menti raffinatissime delle quali parlava il compianto giudice dopo il fallito attentato dell’Addaura, del quale si dirà a breve, non sono certo Totò u curtu e Binnu u tratturi.
Sono i massoni dei gradi più elevati. Sono gli uomini più in alto ai vertici del sistema finanziario mondiale e sono coloro che sono in grado di provocare una crisi finanziaria e specularci sopra attraverso il click di un bottone come accaduto nelle settimane precedenti gli attentati dell’11 settembre, nelle quali uomini senza volto della finanza askenazita di New York ammassavano enormi profitti scommettendo contro quelle compagnie aeree che, guarda caso, poi finirono coinvolte negli attacchi di quel drammatico giorno.
La storia dell’attentato all’Addaura
L’Addaura è un esempio di come Giovanni Falcone era riuscito a salire ad un livello così alto nelle sue inchieste tale da mettere paura ai veri signori di questi traffici che poi sono gli stessi che aspirano alla costruzione della “civiltà” del Nuovo Ordine Mondiale, nel quale il cristianesimo è il nemico per eccellenza e dove le nazioni sono un ostacolo all’accentramento del potere nelle mani di questa élite internazionale.
Quel giorno del 21 giugno 1989, Falcone era già finito nell’occhio di quei poteri massonici che volevano sbarrargli la strada quando soltanto l’anno prima, il CSM, il Consiglio Superiore della Magistratura, gli aveva negato la possibilità di prendere il posto di Antonino Caponnetto a capo della procura di Palermo per preferirgli invece Antonino Meli.
La storia del tradimento del CSM a Falcone è la perfetta cartina di tornasole delle toghe italiane. Oggi c’è una vera e propria gara da parte di diversi magistrati ad intestarsi l’eredità del magistrato ucciso nel 1992, ma allora quei sepolcri imbiancati che costituivano e costituiscono la magistratura italiana facevano di tutto per affondare Falcone.
La magistratura già allora era un corpo fuori controllo, che non obbediva alle leggi dello Stato e che di certo non era all’opera per garantire il rispetto delle leggi e perseguire quei poteri paralleli della massoneria, P2 ma anche massonerie “regolari”, che dopo il crollo del fascismo sono i veri padroni di questa Repubblica per conto ovviamente delle solite forze anglo sioniste.
La magistratura aveva una missione. Quella di impedire ad un magistrato davvero al servizio dello Stato come Falcone di adempiere al suo dovere e di scoprire le identità dei veri padroni della mafia, circostanza che non poteva essere tollerata dalla massoneria.
All’Addaura era stato già deciso che Falcone doveva morire per questo. La sua inchiesta sul riciclaggio dei capitali sporchi della mafia in Svizzera aveva già suscitato le attenzioni di certi ambienti angloamericani che sono la chiave per comprendere la parabola della vita e della morte di questo giudice.
Soltanto 3 settimane prima dell’attentato dell’Addaura, Falcone infatti incontra l’allora presidente degli Stati Uniti, George H. Bush, che, fatto senza precedenti, chiede di parlare con il magistrato siciliano con il quale ha un incontro all’ambasciata americana a via Veneto.
Il giudice confesserà poi al giornalista Francesco La Licata di essersi pentito di aver parlato con il presidente americano, quasi ad essersi reso conto di essere caduto in una trappola e che l’allora capo della Casa Bianca avesse interesse a carpire al valoroso magistrato delle informazioni alquanto importanti sulle sue indagini.
Se Giovanni Falcone stava indagando sul piano superiore del fenomeno mafioso e sulla finanza e la massoneria che lo governavano, non poteva non arrivare a quei nomi che sono davvero i veri padroni della mafia.
Uno di questi nomi è proprio quello del citato presidente Bush che probabilmente è l’intera chiave di volta per comprendere quanto accaduto all’Addaura.
George H. Bush: capo della CIA e trafficante di droga
La biografia di George H. Bush non è raccontata dai media perché questa farebbe davvero comprendere chi è stato quest’uomo e quali poteri serviva.
Sentiamo parlare di traffico di droga, ma non ci viene detto che quando Bush lavorava alla CIA, della quale fu anche direttore negli anni’70, era a capo di un gruppo che si occupava del traffico di stupefacenti dai Paesi asiatici e del Sud America verso gli Stati Uniti.
A costituire il gruppo fu il direttore della CIA dell’epoca, Richard Helms, e ne facevano parte oltre al citato Bush, il Generale Edward Landsdale, il tenente colonnello Robert Ferrera, Richard Armitage, collaboratore di Bush, e William Colby, altro agente della CIA.
Richard Helms, capo della CIA dal 1966 al 1972.
I 5 si erano divisi i compiti e le aree geografiche dalle quali le droghe andavano importate negli Stati Uniti, e a George H. Bush fu assegnato il compito di gestire il traffico di oppio dalla Cina, oppio che poi viene utilizzato, com’è noto, per la raffinazione dell’eroina e questo ci aiuta a comprendere perché lo stato profondo americano era così sconcertato quando Trump ha ordinato il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, perché questo Paese, sotto l’occupazione atlantica, era diventato il centro mondiale della produzione di oppio, mentre sotto l’amministrazione talebana non è rimasto più nulla dei vasti campi di oppio coltivati dopo l’invasione del 2001.
Bush è uno degli uomini che ha reso realtà la cosiddetta “drug culture” già promossa dagli intellettuali tedeschi di origine ebraica della scuola di Francoforte che attraverso l’incoraggiamento dell’uso delle droghe auspicavano all’inebetimento delle masse e ad una loro più facile sottomissione alla nuova società sessantottina, nella quale i capisaldi del mondo cristiano, quali Dio, patria e famiglia venivano sostituiti da questa controcultura nichilista che si proponeva di plasmare una massa senza valori e senza più identità nazionale.
Il popolo del mondialismo, in altre parole.
La CIA voleva servire gli scopi degli uomini della scuola di Francoforte, e al tempo stesso la droga era ed è un ottimo affare per finanziare tutta una serie di attività illegali messe in atto dall’agenzia che ha sede a Langley, in Virginia.
Tra queste ci sono i traffici nei quali era partecipe un personaggio già noto al grande pubblico per “American made” il film a lui dedicato, il pilota Barry Seal, interpretato da Tom Cruise nella pellicola in questione.
Barry Seal, il pilota che trafficava droga per conto della CIA
Il film non sfiora nemmeno le potenti entrature che Seal aveva. Seal era il pilota incaricato di importare la droga prodotta in Colombia per conto della CIA.
A qualcuno potrà suonare nuovo e sconvolgente, ma la principale agenzia di intelligence americana lavorava con i cartelli della droga di Pablo Escobar, oggi invece sostituiti da quelli dei narcos messicani.
Seal fu ucciso nel 1986 crivellato di colpi dai cartelli colombiani, ma Hollywood e i media si sono “dimenticati” di dire che il pilota della CIA aveva il numero di telefono personale dell’allora vicepresidente Bush, membro dell’amministrazione Reagan.
Soltanto due settimane prima dell’agguato che ha portato la sua morte, Seal ebbe la sciagurata idea di mettersi a ricattare il vicepresidente per una questione di tasse non pagate che aveva in sospeso con l’IRS, l’omologa delle agenzia delle entrate in Italia.
Seal chiamò Bush e gli disse che se non avesse ricevuto il suo aiuto per questa questione con l’IRS, avrebbe iniziato a rivelare tutto del coinvolgimento del vicepresidente nelle attività di droga e riciclaggio di denaro sporco.
George Bush godeva dei favori dei circoli più potenti degli Stati Uniti, quali il CFR finanziato dalla famiglia Rockefeller e la sua scalata al potere non si è fermata purtroppo lì.
Diventa presidente nel 1988 e sarà l’uomo poi che nel 1990 fece il famigerato discorso sul nascente Nuovo Ordine Mondiale all’alba della guerra del Golfo e della caduta del muro di Berlino.
Il ruolo del SISDE nell’attentato all’Addaura
Torniamo dunque al 1989 e all’estate calda che avrebbe dovuto portare alla morte di Giovanni Falcone. Il presidente degli Stati Uniti, che come abbiamo visto ha un curriculum da trafficante internazionale di droga vuole vedere il giudice di Palermo, il quale si pentirà poi di aver avuto l’incontro con George H. Bush.
C’è interesse a Washington per quello che sta facendo il magistrato a Palermo e sorvolare sulla tempistica così ravvicinata dell’incontro tra Bush e Falcone e il successivo attentato all’Addaura rischia di non far capire quali interessi si erano messi in moto contro il magistrato.
Nell’attentato all’Addaura si riscontra sin da subito la presenza del SISDE.
L’esplosivo rinvenuto all’Addaura
Su quella spiaggia era stato posto un quantitativo di esplosivo che avrebbe portato alla morte certa del giudice e dei suoi colleghi svizzeri che erano giunti a Palermo per collaborare con Falcone per la sua inchiesta sul riciclaggio dei capitali sporchi della mafia in Svizzera.
Gli uomini che hanno salvato la vita al magistrato sono due. Sono Antonino Agostino ed Emanuele Piazza, poliziotti e membri di una sezione del SISDE, l’allora servizio segreto civile, che si occupava di dare la caccia ai latitanti della mafia.
Ancora oggi non abbiamo una ricostruzione univoca dei fatti che videro il decisivo intervento dei due nello sventare l’attentato.
A leggere una parte degli atti, viene affermato che i due, Agostino e Piazza, sarebbero giunti dal mare verso la villa di Falcone, si sarebbero identificati davanti alla scorta del magistrato e avrebbero così mandato a monte l’attentato facendo scappare il sub che aveva piazzato l’esplosivo e che nella fretta aveva lasciato anche le pinne vicino agli scogli.
Un’altra ricostruzione è quella fornita dal pentito Ilardo, secondo il quale i due avrebbero ricevuto l’incarico di piazzare l’esplosivo ma sarebbero poi stati decisivi nella manomissione del timer dell’esplosivo, circostanza decisiva che avrebbe salvato la vita di Falcone e dei suoi colleghi ticinesi.
Non si riuscì a fare luce sulla natura della bomba perché un carabiniere, il maresciallo Tumino, distrusse il timer e si prese per questo una condanna a 6 mesi per false dichiarazioni e favoreggiamento, ma la magistratura apparentemente si fermò qui, senza cercare di capire perché Tumino aveva fatto quello che aveva fatto e se su ordine di qualcuno.
Antonino Agostino viene nelle settimane successive ucciso in un attentato assieme alla moglie Ida Castelluccio.
Antonino Agostino e Ida Castelluccio
Il 5 agosto due sicari arrivano a Villagrazia di Carini, proprio nel momento nel quale i due stavano per andare dai vicini per fargli vedere l’album di nozze.
Arrivano due uomini in motocicletta che aprono il fuoco e uccidono prima Agostino, per poi sparare alla moglie Ida che aveva gridato “vi conosco” poco prima di essere freddata anche lei con un colpo al cuore.
Il padre di Agostino, Vincenzo, per anni ha combattuto per avere giustizia sulla morte del figlio e si è lasciato crescere la barba in segno di protesta contro le istituzioni che gli avevano negato la verità sulla morte di Antonino.
Proprio Vincenzo Agostino rivelò che nelle settimane precedenti il delitto, due uomini, uno dei quali soprannominato “faccia da mostro”, per via dell’aspetto sfigurato, si erano recati presso la sua abitazione qualificandosi come colleghi di Antonino.
Soltanto anni dopo si scoprì, dopo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che faccia da mostro era il poliziotto Giovanni Aiello che, avrebbe ucciso, assieme ai mafiosi Antonino Madonia e Gaetano Scotto, Agostino per punirlo di aver sventato l’attentato al giudice Falcone.
Anche qui però la giustizia ci ha consegnato una verità molto parziale. Mai sono stati approfonditi i veri mandanti del delitto e i veri nomi di coloro che ordinarono ad Aiello, poliziotto e agente del SISDE, vicino a Bruno Contrada, numero 3 dei servizi segreti civili all’epoca, di uccidere Agostino.
Antonino Agostino sapeva di essere in pericolo. Aveva dato istruzioni di guardare nel suo armadio qualora gli fosse successo qualcosa ma non si fa in tempo a vedere cosa c’è lì dentro.
Viene compiuta una perquisizione non verbalizzata e non autorizzata nel suo appartamento che fa sparire tutto in fretta e furia.
Giovanni Falcone sapeva perfettamente cos’era successo tanto da partecipare al funerale del giovane agente e di sua moglie e confessare al commissario Saverio Montalbano che lui doveva la vita a quei ragazzi.
L’altro uomo che finisce schiacciato da questi poteri occulti è Emanuele Piazza che scompare nel marzo del 1990 e il cui corpo non è mai stato ritrovato.
Il poliziotto e agente del SISDE, Emanuele Piazza
Piazza, secondo le dichiarazioni dei vari pentiti, era lì assieme ad Agostino a sventare il piano per uccidere il magistrato siciliano.
La storia dell’Addaura può essere considerata a tutti gli effetti l’anticamera di quanto accadde il 23 maggio del 1992 a Capaci.
Anche in quell’occasione poteri transnazionali che andavano ben oltre mafiosi di piccolo cabotaggio decisero la morte dell’allora direttore degli affari penali di largo Arenula.
La verità su quella strage è stata seppellita da una indecente coltre di menzogne che hanno voluto far credere agli italiani che a concepire quell’attentato fosse stato Silvio Berlusconi, seppur già accusato di rapporti con la mafia, quando quell’operazione aveva invece tutti i crismi di un complesso ed elaborato piano terroristico – militare nel quale si riscontra il coinvolgimento di ambienti NATO, a partire dall’esplosivo che proveniva da ordigni navali angloamericani.
Il filo che lega Capaci all’Addaura è lo stesso. Nel 1989, Falcone attraverso la sua attività di giudice antimafia era probabilmente vicino a risalire ai veri nomi di coloro che gestiscono il traffico di droga internazionale, mentre nel 1992 attraverso la sua indagine sui fondi neri del PCI, divenuto PDS, andò a toccare un altro filo di quei poteri transnazionali che gestiscono l’Italia dal 1943 in poi.
L’inchiesta di Falcone e del giudice russo Stepankov, se fosse proseguita, avrebbe probabilmente raso al suolo il PDS, già deputato vincitore da Washington della rivoluzione colorata di Mani Pulite che rase al suolo una intera classe politica con la sola eccezione dei post-comunisti già benedetti da Henry Kissinger anni prima.
Non poteva essere tollerato dagli architetti atlantici che questo piano andasse a monte ed ecco il massacro di Capaci.
La storia del giudice Falcone e di tutti gli uomini come Agostino e Piazza che sono morti dal’43 in poi per via della strategia della tensione e dello stato di sovranità limitata dell’Italia, è quella di un uomo che ha dedicato la sua vita ad opporsi ai poteri massonici che governano la repubblica dell’anglosfera.
E’ una storia che non viene raccontata, e speriamo che iniziare a dire la verità sui veri signori della mafia e sui mandanti atlantici della stagione stragista del dopoguerra possa fare onore a Falcone e agli uomini che come lui hanno pagato la vita per fare il proprio dovere.
La repubblica dell’anglosfera creata nel dopoguerra non è mai stata così vicina alla sua caduta.
Il momento per far uscire la verità su più di mezzo secolo di stragi non è mai stato così a portata di mano.
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Questo particolare dell’ incontro di Bush e Falcone non lo conoscevo, e come al solito solo lei da’ queste informazioni che nessun altro divulga, forse per ignoranza o malafede…..
Lei dice che siamo vicini alla caduta ma sinceramente non vedo come possa essere divulgata la verità se l’ informazione ufficiale e sotto totale controllo da parte dei massoni, cioè la verità rimane sul suo blog ma non esce fuori da questo confine……
Inoltre volevo parlare anche dell’ intervista di Musk a Trump…quella era un’ occasione d’ oro per dire cose che sui Mass media non arrivano.
Trump e Musk potevano sviscerare la verità sui sieri, sul satanismo elitario praticano sui bambini, si poteva parlare anche di tutte queste cose che lei scrive sul suo blog o per lo meno potevano accennare qualcosa e invece i temi toccati sono stati i soliti e niente di eclatante….tra l’ altro Trump ha parlato bene anche di Miley presidente argentino,lo ascolti nell’ intervista…..
Per non parlare del fatto che l’ Iran ancora sta dormendo mentre il regime di Kiev sembra essere entrato nel territorio russo a fare danni….perché non si muovono di piu’ militarmente se questa Alleanza di Patrioti e’ cosi forte? Grazie e complimenti per il suo articolo.
Grazie Gabriele, credo di aver già risposto alle domande che mi fai sul blog e sul canale Telegram.
Articolo che mette in luce particolari che non si conoscevano sul colloquio Bush – Falcone…
Forse chi le ha posto la domanda intendeva chiedere che prima o poi Trump o qualcun’ altro dovrà rompere la diga e fare scorrere il fiume della verità, perché altrimenti se Trump non può parlare, se Musk altrettanto e rimaniamo solo a raccontarcela fra di noi, allora quando verrà fuori la verità sui temi del siero, dell’ elite, delle twin towers e su tutto il piano della governance globale?
Buongiorno dott Sacchetti,
Il riminese Stefano Anelli che aveva vissuto negli Stati Uniti lavorando come ingegnere, poi tornato in Italia ha scritto come saggista alcuni libri firmandosi con lo pseudonimo John kleeves. Conferma pienamente quello che lei scrive su governi USA e traffici di droga. Un paio di titoli: “Vecchi trucchi”edito 1991 descriveva con cognizione di causa e molto criticamente la storia della politica estera USA che definirla criminale e dire poco. Ebbi modo se ben ricordo di leggerli nel 2018.
Descriveva anche il controllo mondiale sulla droga esercitato dalla CIA in particolare come forma di finanziamento per le operazioni in tutto il mondo. Kleeves cita (pagina 261) un docente americano (Alfred William McCoy) che aveva studiato il fenomeno ed aveva in sintesi scoperto che accordo in essere fra governi USA e i produttori di droga sud est asiatici funzionava così: Ti diamo copertura politica e i mezzi logistici per portare avanti l’attività ma porti i tuoi proventi nelle banche americane. ll docente fu ascoltato anche da una commissione del congresso USA a cui spiattellò tutto.
Kleeves è morto suicida nel 2010 suscitando molti dubbi e interrogativi sulla sua morte. All’epoca i suoi scritti generavano un circoscritto ma vivace risveglio di coscienze. Grazie a Kleeves ho rivisto da zero la mia percezione degli USA. Successivamente sul web ebbi modo di trovare altri sviluppi delle notizie svelate da Kleeves. L’enorme mole di narco-denaro dei produttori sud americani è finito nelle banche della Florida e riciclato alimentando il finanziamento della bolla immobiliare USA poi esplosa nel 2008. Infatti la Florida è stato un epicentro di proprietari di case che non riuscivano + a pagare il mutuo. A catena avviene il fallimento Lehman & Brother.
Spero di averle dato qualche spunto utile a spalancare gli occhi di noi tutti che seguiamo il suo lavoro sulle vere dinamiche che sconvolgono il mondo.
Un saluto, un incitamento a continuare.
Ti ringrazio, Davide. Non conoscevo la storia di Anelli/Kleeves. Approfondirò sicuramente e cercherò i suoi libri.
il libro “Vecchi trucchi” è presente su Amazon. Saluti
buongiorno Cesare e grazie per l’ennesimo, ottimo articolo.
Ho un dubbio. Come già sappiamo, nel 1925 il Governo Fascista mise fuorilegge la massoneria. Alla fine dello stesso anno il Governo nominò Cesare Mori prefetto di Palermo e gli diede carta bianca per eradicare la mafia da quei territori, cosa che riuscì perfettamente, almeno fino ad un certo punto. Quando Mori stava per arrivare ai “piani alti” e a scoperchiare pericolosissime “pentole”, fu improvvisamente richiamato dalla Sicilia e nominato senatore a vita. Perché? Forse lo decisero personaggi occulti dei quali anche Mussolini stesso non era a conoscenza? Stava Mori per arrivare alla cupola massonica, al “tetto”? Ma la massoneria non era già fuorilegge da anni? O veramente Mussolini considerava terminato il lavoro del prefetto Mori?
Grazie di nuovo per tutto ciò che fa.
Ti ringrazio, Salvatore. Francamente questa narrazione del Morì “richiamato” per non toccare certi noni non è chiaro da dove venga (forse dalla sinistra antifascista?) perché Mussolini è l’uomo che appunto sciolse la massoneria e sfidò la finanza anglosionista. Mussilini aveva già dato fastidio ai potenti veri ben prima di Mori.
grazie Cesare. Sì, lo so che non è chiaro da dove venga, ma questo è ciò che sappiamo (o che ci consentono di sapere…).
Storia parallela quella di Cesare Mori e Italo Balbo. Uno il miglior Prefetto e dunque funzionario del Regno. L’altro squadrista della prima ora e quadrumviro della Rivoluzione. Uno debella la mafia e l’altro “costruisce” l’aeronautica, civile e militare italiana, Uno Prefetto di Ferrara e l’altro a capo delle squadracce fasciste hanno modo di conoscersi per violenza e repressione. Alla fine, troppo bravi, uno viene esiliato a dirigere la bonifica di Torviscosa in Friuli e l’altro mandato, dopo le Crociere Atlantiche, a fare il Vicerè il Libia. Punto in comune la terra friulana dove Balbo sposa la contessina Florio e Mori dirige una bonifica leggendaria che darà il nylon organico all’Italia. Mio padre mi raccontò che volle avere tutti i bambini di Varmo alle suo nozze al parco di Villa Florio e furono nozze leggendarie tra l’aviatore più famoso al mondo e la contessina più bella e amata del Friuli.
Le banche hanno fatto 15 miliardi di utili in sei mesi…..ma siamo sicuri che tutto sta crollando?
Di quali banche parli..? Diverse di quelle importanti in America sono in rosso..
Sta circolando sul web, se sta crollando tutto perché fanno utili da record? https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/economia/2024/08/10/semestre-record-per-le-banche-in-borsa-15-miliardi-di-utili_87b0b5ce-064d-44e8-9fe8-c814ffedfe9a.html
Mi sembra una domanda un po’ sciocca. Il fatto che le banche “italiane” abbiano fatto registrare utili nulla c’entra con la crisi generale della finanza internazionale e dell’anglosfera.
Buonasera dottor Sacchetti eccellentissimo articolo,come sempre.
La sig.ra Veronica credo intenda riportare la seguente notizia: “Le banche italiane archiviano un nuovo semestre record, con utili che superano quelli già stellari del 2023, mentre sul mondo del credito e delle assicurazioni si riaccendono i fari della politica, a caccia di risorse in vista della manovra d’autunno. Le prime cinque banche italiane (Unicredit, Intesa, Banco Bpm, Mps e Bper), sottolineano gli analisti di Morningstar Dbrs, hanno conseguito utili per 12,6 miliardi di euro, il 20% in più dello stesso periodo del 2023, sospinti ancora una volta dai tassi alti.”
E’ una notizia riportata da diversi giornalai circa 7/8 giorni fa ansa inclusa; questo a parer mio,leggendo l’ultimo periodo del discorso significa che gli usurai di regime stanno strozzando sempre di più i “cittadini correntisti”.
Per uscire da questa Cabala economica di regime, si ha da fare quello che semplicemente il dottor Giovanni Falcone soleva rammentarci sempre, signori dovete seguire sempre i soldi e scoprirete/emo la Cabala…come fa ben comprendere Lei, dottor Sacchetti, nell’articolo nella narrativa sulla mafia e sodali.
Grazie mille, Enzo.
Gentilissimo dottor Sacchetti,
il suo articolo é illuminante e contribuisce al risveglio delle coscienze perlomeno italiane che tanto ne hanno/avrebbero bisogno.
Ma proprio su questo punto intendevo fare la mia domanda:
a fronte anche di oggettivita’ cosi’ “potenti”, chiare, grandi ed evidenti, come é possibile che il popolo italiano, almeno in apparenza, “dorma” ancora?
Io non credo che sia un vero e proprio “sonno” delle coscienze quello a cui assistiamo ma del risultato del regime corruttocratico che da tantissimi anni “possiede” tutta o quasi la pubblica amministrazione e grossa parte della societa’.
Infatti se anche tutto il “castello di carte” delle elite mondialsataniste dovesse essere scoperto, come in effetti sta avvenendo, loro sanno che possono comunque continuare a contare sui milioni di persone, perlomeno in italia, che con esse sono colluse e concusse.
in questo modo anche se si dovesse sapere la verita’, tutta, tutta intera, le elite sanno di non avere nulla da temere perche’ le persone, perlomeno in italia, stanno dalla loro parte che é una parte, al di la’ di tutto “confortevole”, “sicura” ed esistente da quando esiste il mondo…
Così, caro dottore, senza volere togliere nulla al suo preziosissimo lavoro ma anzi, proprio per valorizzarlo al meglio, le chiedo come sia possibile ricostruire una societa’ che é tutta o quasi completamente corrotta e concussa con il male? pensiamo per avere un’idea “soltanto” alla quasi intera classe “medica” italiana….
grazie
Salve Danilo, la ringrazio per gli apprezzamenti. Io differisco su tutta la premessa del suo ragionamento, ovvero sul fatto che gli italiani dormano. Se abbiamo più di un 50% di persone che non vota, se abbiamo una maggioranza assoluta e ampia che vuole tornare alla lira e uscire dalla NATO, se abbiamo una maggioranza assoluta che vuole stabilire rapporti di amicizia con la Russia, significa che non dormiamo affatto. Significa che gli italiani aspettano solo di trovare qualcuno che li rappresenti per davvero e che possa dargli tutto quanto quello scritto sopra.
Ha scritto che una maggioranza vuole ” tornare all’ euro”….
DA DOVE SI RICAVA CHE FALCONE ABBIA INCONTRATO BUSH?
Si ricava dalla foto enorme di copertina che c’è sull’articolo nella quale ci sono appunto Falcone e Bush, e dal link presente nell’articolo..Leggi ogni tanto prima di commentare..
che ridere: il 68 fu un movimento pacifista e di libertà…se poi ai catto-bigotti nostalgici del fascismo non piace è la conferma che i sessantottini erano dalla parte giusta…
La “libertà” di droghe e tutti quei valori nichilisti che hanno distrutto una generazione. È la conferma che era un movimento malato come quelli che lo difendono..
Ho letto con interesse ma ho tantissimi dubbi. Negli USA, così come presto avverrà anche in Europa, molti Stati stanno liberalizzando le droghe leggere. Come si colloca questo processo di liberazione dal proibizionismo di stampo chiaramente cattolico in questa visione del mondo? Lei è a favore del proibizionismo? Mi consenta anche una domanda personale: Lei crede in Dio?Grazie
Sono gli Stati dem che stanno provando a liberalizzare le droghe, e sono pochi. Le droghe sono una minaccia per la società in generale ma soprattutto per la visione cattolica. Trova molti articoli qui con le risposte alle sue domande.