Di Cesare Sacchetti La storia dell’Ucraina non è soltanto la storia di un barbaro regime nazista...
Giovanni Falcone, i fondi neri del PCI e l’assalto del mondialismo all’Italia
di Cesare Sacchetti
Ci sono dei momenti che restano impressi nella memoria di ognuno di noi.
Ci sono dei momenti che vengono scolpiti nel profondo della nostra mente perché sono associati a degli eventi, in questo caso traumatici, che ci fanno ricordare, anche a distanza di 20 o 30 anni, dov’eravamo in quell’istante e cosa facevamo quando quell’evento ha avuto.
Ognuno probabilmente ricorda dov’era quando avvenne l’11 settembre e cosa stava facendo in quel tragico giorno che ha cambiato la storia del mondo e nel quale è stato lanciato un colpo di Stato negli Stati Uniti i cui effetti si sono riverberati in tutto il mondo.
Allo stesso modo, ognuno di noi probabilmente ricorda dov’era quando il 23 maggio del 1992, Giovanni Falcone saltava in aria con la sua scorta mentre viaggiava sull’autostrada di Capaci.
Una quantità di esplosivo impressionante, da far pensare che la Sicilia fosse diventata improvvisamente una zona di guerra dei Balcani che in quegli anni erano vittima di un altro attacco sovranazionale che volle a tutti i costi mettere in atto la dissoluzione della Jugoslavia e portare poi alla successiva guerra della NATO contro la Serbia di Slobodan Milosevic.
Falcone era uno di quegli uomini che possono considerarsi dei martiri di quei poteri che vogliono costruire un governo mondiale di stampo autoritario che non tollera l’esistenza delle nazioni e soprattutto non tollera l’esistenza stessa della civiltà cattolica, quella autentica pre-conciliare e non certo il suo camuffamento nei panni del cattolicesimo liberale, che, semplicemente, non è cattolicesimo come disse chiaramente Pio IX nella sua enciclica Quanta cura.
Giovanni Falcone era stato un pioniere delle indagini antimafia. Era stato il primo a comprendere che in Cosa Nostra esisteva una struttura verticistica che si fonda su dei giuramenti di fedeltà che non sono per nulla dissimili da quelli praticati nelle logge massoniche, poiché quest’ultime sono il piano superiore del fenomeno mafioso, ma ovviamente ciò agli “intellettuali” liberal-progressisti quali Saviano, Santoro e Travaglio questo non fa comodo ricordarlo.
Non fa comodo ricordare che la mafia era un fenomeno del tutto marginale ai tempi del regno delle Due Sicilie e che furono massoni quali Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini ad elevarla al ruolo di organizzazione criminale in grado di condurre e condizionare la società e la politica, ma sempre su impulso e su direzione delle logge che sono il vero terzo livello del quale parlavano i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Ogni anno però si deve assistere alla stessa storia. Ogni anno si deve assistere ai riti ipocriti di quei sepolcri imbiancati che cercano di intestarsi la memoria di Giovanni Falcone quando in realtà, quando il giudice palermitano era vivo, non avevano alcuna esitazione a gettargli addosso secchiate di fango soltanto perché Falcone aveva la colpa di essere un magistrato al servizio dello Stato.
Falcone aveva questa “colpa”, per così dire. Non era espressione di quella magistratura correntizia attaccata alla gonna della massoneria e che decide le nomine nelle procure sulla base appunto di tali logiche.
Falcone voleva servire lo Stato e non accettava che i giudici avessero una loro agenda che nulla aveva a che vedere con gli interessi delle istituzioni pubbliche e tutto invece con quelli di quei poteri oscuri che governavano e governano la cosa pubblica e sono, come già detto, i padroni del fenomeno mafioso.
SI pensi soltanto al caso di Matteo Messina Denaro per avere una delle prove regine, o pistole fumanti che dir si voglia, che la mafia altro non è che un’emanazione della massoneria.
Il cosiddetto “boss dei boss” ha trascorso 30 anni di latitanza a casa sua, nel trapanese, e ciò gli è stato possibile soltanto perché ha sempre goduto della protezione della libera muratoria.
Ci chiediamo quante inchieste ci siano state da parte della magistratura sulle logge massoniche e sulle loro finalità eversive che mirano a impossessarsi dello Stato fino a quando esso nemmeno può dirsi che esista come una entità giuridica ma piuttosto come un simulacro svuotato dai suoi poteri e dominato da questa fitta rete di interessi massonici, paramassonici, come quelli del Rotary e dei Lions, senza contare poi la lunga lista di think tank liberisti e globalisti “italiani” e stranieri, quali lo IAI, il gruppo Bilderberg, la Commissione Trilaterale , l’Aspen Institute, il forum di Davos e il club di Roma, soltanto per citarne alcuni.
A memoria, la risposta che ci viene in mente è soltanto una, quella del procuratore di Palmi, Agostino Cordova, che stava scoprendo i veri signori delle logge, che vanno oltre il 33° grado, il massimo ufficialmente nella libera muratoria, e i cui nomi sono contenuti in elenchi segreti noti soltanto a pochi.
La verità sui veri signori della massoneria non si è potuta scoprire perché ci pensò la moglie dell’ineffabile Bruno Vespa, il GIP Augusta Iannini, a scrivere la parola fine su questa storia archiviando generosamente il tutto.
Capaci: una strage collegata al potere del mondialismo
Giovanni Falcone è stato condannato a morte da questi poteri occulti e forti, e non certo da qualche folkloristico uomo con la lupara per via di una presunta vendetta di Cosa Nostra che non aveva né la forza né le capacità di attuare la strage di Capaci.
Quel giorno, sull’autostrada siciliana, c’è stato un attentato terroristico di natura militare. La mafia era soltanto l’ultimo piano di tale operazione, il più basso, come sempre.
Ogni elemento rimandava ad un’operazione decisa oltre i confini nazionali, a partire dall’esplosivo che era un “composto compatibile con il contenuto di mine ed ordigni navali di fabbricazione americana o inglese” come riferirono i due periti della procura di Caltanissetta, Claudio Miniero e Marco Vincenti, che analizzarono la bomba di Capaci.
La pista della strage non portava a Palermo o in qualche masseria fuori città dove si nascondevano Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Portava altrove. Portava direttamente a Londra e Washington. Portava al cuore di quei poteri esteri che in quell’annus horribilis stavano lanciando un sofisticato attacco alla sovranità nazionale dell’Italia che era il risultato di quanto già si era visto ai tempi del rapimento di Aldo Moro nel 1978, minacciato pesantemente da Henry Kissinger, uomo del Club di Roma, del Bilderberg e del potente Council on Foreign Relations che ha deciso quasi ogni elezione presidenziale, con l’eccezione di Trump, nemesi di questi club globalisti negli Stati Uniti.
L’anglosfera non poteva permettersi che il giudice siciliano portasse avanti l’inchiesta che stava conducendo nei suoi ultimi mesi di vita.
L’inchiesta di Falcone sui fondi neri del PCI cancellata dai liberal-progressisti
Non un’inchiesta che voleva in qualche modo dimostrare quelle zone di contiguità tra la Democrazia Cristiana e la mafia, come ha provato a far credere recentemente Report che segue il filone di falsificazione della morte di Giovanni Falcone negli ultimi 30 anni.
La DC era stata il partito che aveva messo in atto la più dura lotta alla mafia con una serie di leggi speciali che il PCI, che voleva ammantarsi di una sedicente postura antimafia come fanno ancora oggi i suoi eredi, in realtà respingeva.
Era stata la Democrazia Cristiana a volere al governo Giovanni Falcone. Era stato il governo di Giulio Andreotti a dargli l’incarico di direttore degli affari penali a largo Arenula, mentre la sinistra allestiva la sua personalissima macchina del fango contro il magistrato siciliano.
Soltanto quattro mesi prima della sua morte, il tempio della sinistra progressista “italiana”, La Repubblica, all’epoca di proprietà dello spregiudicato ingegner De Benedetti, ospitava sulle sue pagine un articolo, occultato con cura dalla coscienza sporca di chi lo ha pubblicato, firmato da Sandro Viola nel quale si impallinava il magistrato di Palermo descritto più come un uomo da “compagnia di giro” che come un servitore dello Stato.
Il “peccato” di Falcone era ancora una volta quello di essersi sottratto alle logiche clientelari e correntizie dei “compagni” di sinistra del quotidiano fondato da Scalfari , in prima linea nel soffiare sul fuoco della rivoluzione colorata di Mani Pulite, concepita ancora una volta a Washington per consegnare agli eredi del PCI, il PDS, lo scettro del potere seduti sulle macerie della Prima Repubblica.
La morte di Falcone si incastra nelle caselle del puzzle che era stato composto per l’Italia dall’anglosfera.
Il mondo stava cambiando ad una velocità impressionante. Soltanto tre anni prima, era crollato il muro di Berlino dopo che Gorbachev, uomo stimatissimo dai poteri Occidentali e membro, tra gli altri, anch’egli del club di Roma, si impegnava per liquidare l’URSS, creazione della finanza askenazita di New York, che ormai non serviva più nella logica di costruzione di un governo mondiale.
L’impero sovietico andava liquidato e il bipolarismo controllato di USA ed URSS doveva andare in soffitta.
L’impero americano era ormai il protagonista assoluto della storia. Non c’erano più contropoteri, seppur apparenti.
A Mosca, in quei concitati mesi del’92, hanno luogo tutta una serie di ruberie del patrimonio pubblico consentite dal presidente fantoccio Eltsin che altro non era che un referente dell’anglosfera e della CIA che aveva rimesso la sovranità della nuova Russia nelle mani dell’anglosfera e della onnipresente finanza askenazita.
Qualcuno però in Russia si mise in allarme e provò a fermare una delle più grandi ruberie della storia, pari o superiore forse soltanto a quella messa in atto il 2 giugno del 1992 sul panfilo del Britannia dove il “cerimoniere” Mario Draghi diede vita alla liquidazione dell’intero patrimonio pubblico industriale dell’Italia senza alcun mandato governativo, dal momento che il precedente governo Andreotti era caduto, e la magistratura, non sorprendentemente, mai indagò su quello che può definirsi a tutti gli effetti come un atto eversivo commesso a bordo della nave della regina Elisabetta, altro referente di primissimo piano del mondialismo.
Il qualcuno in questione è l’ambasciatore russo, Adamiscin, che chiese aiuto all’allora presidente della Repubblica, Cossiga, che a sua volta chiamò in causa il presidente del Consiglio, Giulio Andreotti.
Andreotti, il “mafioso” fino al 1980 secondo l’ineffabile pool di Caselli e le varie prefiche travagline che ovviamente nulla raccontano di questa storia , ebbe l’idea di chiamare Falcone, ostracizzato dalla sinistra di Magistratura Democratica, per fare luce su quanto stava accadendo.
Inizia così una fitta collaborazione tra il magistrato siciliano e il suo omologo russo, il procuratore Stepankov, per cercare di comprendere dove finivano i fondi neri del PCUS che transitavano nelle casse del PCI e delle sue società ombra.
Non si sta parlando di pochi spiccioli. Si sta parlando di una enorme quantità di denaro pari a 985 miliardi di lire.
Giovanni Falcone sarebbe dovuto andare a Mosca i primi giorni di giugno. Non fece purtroppo in tempo perché esplosero le bombe di Capaci sulla sua strada.
In Russia, il quotidiano Izvestia, scriveva dopo la morte che l’omicidio del magistrato era legato all’inchiesta che stava conducendo sui fondi neri del PCI.
Falcone era ad un passo dall’arrivare alla verità di una enorme rete di affari sporchi che riguardava gli ex compagni, che intanto avevano indossato i panni della sinistra social-democratica del PDS, dopo che i viaggi a Washington di Giorgio Napolitano, intimo amico di Kissinger, avevano preparato negli anni precedenti il terreno a questo processo politico.
A via delle Botteghe Oscure, sede del PDS, la notte della strage di Capaci, ci fu un via-vai di camion che portavano via materiale dalla sede del partito come raccontano Valerio Riva e Francesco Bigazzi nel loro libro “Oro da Mosca” che ricostruisce nel dettaglio questa storia dimenticata e soprattutto oscurata.
Nessun magistrato, tantomeno, ça va sans dire, quelli della procura di Roma, ritenne di indagare su questo episodio.
Giovanni Falcone rimase schiacciato da un enorme ingranaggio internazionale molto più grande di lui. Rimase schiacciato in una macchina che aveva decretato che l’Italia andava deindustrializzata e rinchiusa nella prigione di Maastricht.
Il PDS era il partito “prescelto” per attuare questo disegno e nessuno doveva mettersi su questa strada.
Se Falcone fosse andato avanti, la storia d’Italia oggi sarebbe probabilmente molto diversa. Gli eredi del PCI, gli ipocriti alfieri della “questione morale” che ovviamente per loro non si sollevava quando ricevevano fondi neri dall’URSS, probabilmente sarebbero stati spazzati via assieme agli altri partiti travolti dal golpe giudiziario di Milano.
Non era questo però il copione designato per l’Italia da quel potere chiamato dai suoi stessi adepti “Nuovo Ordine Mondiale”.
Il copione era quello di far saltare il viadotto di Capaci prima e di far saltare in aria poi Paolo Borsellino che aveva ereditato quella inchiesta che nessuno, specialmente a Washington, voleva che andasse avanti.
Sono passati 32 anni e nessuno racconta ancora questa verità. Noi crediamo che valga la pena continuare a raccontarla perché la battaglia della storia può essere vinta mai come in questo momento.
Sta crollando tutto il potere dell’anglosfera che instaurò la Seconda Repubblica, e questa, come un naufrago alla deriva, non ha più una direzione dove andare.
I suoi membri pensano ormai a scannarsi tra di loro perché si sta chiudendo un processo storico.
La chiusura di questo processo storico può portare a galla tante verità sulla storia insanguinata della repubblica dell’anglosfera, e la strage di Capaci è soltanto una di queste.
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Ricordo male o avevano già tentato di far fuori Falcone sulla spiaggia nei pressi della sua abitazione? Articolo che come sempre dimostra il giornalista sublime e coraggioso che sei.
Ti ringrazio, Massimo. Sì, ci avevano già provato all’Addaura e se non ricordo male era nel periodo in cui Falcone concorreva per diventare capo della procura nazionale antimafia.
Complimenti per questo grandioso articolo👏👏👏e’ inutile ripetersi ma certe cose scritte così bene le fa solo lei, l’ unico e solo che trasmette il valore dell’Italia,la storia, il senso di appartenenza alla propria terra, io devo dire che il tema della cospirazione dell’ nwo lo conosco e l’ ho studiato per 10 anni ma leggendo i suoi articoli ho potuto comprendere meglio l’ importanza,il valore di essere italiano…..
Non vedo l’ ora che crolla questa repubblichetta….ma non capisco una sola cosa:
se stanno crollando perché questi politici continuano a fare leggi,decreti, redditometro, bonus e cavolate varie…..mma😳
Ti ringrazio, Gabriele. Mi pare che stiano facendo pochino, ad esempio sul redditometro non c’è nulla. Solo una dichiarazione e basta.
Vanno avanti per inerzia. Che altro possono fare?
Che bell’articolo! Piano piano, passo dopo passo, sento profumo di cambiamento…. e se molti alzassero il nasino all’insù lo sentirebbero anche loro!
Grazie
Ti ringrazio molto, Sara.
Quando ti leggo mi approprio di dati di cui non ero a conoscenza, che mi permettono di ricostruire alcune lacune che ho (dovuto al non aver avuto accesso alla verità dei fatti in quel momento) Penso che la ragione sia dalla tua parte quando dici che “… la civiltà cattolica, quella AUTENTICA pre-conciliare e non certo il suo camuffamento nei panni del cattolicesimo liberale, che, semplicemente, non è cattolicesimo come disse chiaramente Pio IX nella sua enciclica Quanta cura”. E aderisco alla speranza che, come anche tu dici: “Sta crollando tutto il potere dell’anglosfera” Da Mendoza, Argentina: grazie, apprezzato Cesare, per smantellare le imposture della Storia adulterata.
Grazie mille, Isabel.
Isabel ti suggerisco per approfondire e conoscere meglio gli intrighi subiti dall’Italia e dagli innumerevoli Ascari di leggere questi 2 libri: il Golpe Inglese e Colonia Italia, scritti da Mario Josè Cereghino e Giovanni Fasanella, sulla stessa linea di fatti ed argomentazioni su cui scrive, sempre preciso e minuzioso, il Dottor Sacchetti da vero Giornalista qual’E’.
Apprenderai moltissimo della Ns. storia soprattutto perchè essi riportano moltissimi documenti desecretati dagli archivi del governo inglese.
Ti ringrazio, Enzo, ma Fasanella non è nemmeno un po’ sulla linea che io seguo. È l’autore di una “tesi” che sarebbe più corretto definire “montatura” che associa Mussolini agli inglesi quando tutta la politica estera del duce dimostra il contrario. Fasanella viene dagli ambienti del PCI. Ultima cosa: meglio non fare pubblicità ai libri di questi personaggi..
Credo che questo valga per le fasi successive. All inizio gli inglesi gli andava bene che Il Duce controllasse l avanzare del socialismo e gli mandarono soldi. POI Mussolini tento , come potè, di affrancarsi dai primissimi appoggi, e anche dai debiti con le banche dell Anglosfera. Gli ando male, anche perchè non capi che anche Hitler e il nazismo erano un prodotto di quel mondo..
Non ci sono tracce o prove solide di di finanziamenti degli inglesi verso il duce mentre ci sono per ciò che riguarda i nazisti e i bolscevichi.
Credo che Fasanella abbia delle tracce di alcuni contatti..tanto piu che Mussolini era segretario dell Avanti….non era uno sprovveduto politicamente, ma nemmeno un aquila….senno ci sarebbero ancora i suoi successori diretti..La Meloncina è un fake ingegnerizzato
Delle tracce però mi sembra un po’ poco per reggere tutta la sua fragile impalcatura..Fino al ’36-37 fu perfetto. Da capire ancora cosa lo spinse all’alleanza con il nazismo da lui profondamente avversato.
Complimenti per questo ennesimo articolo veritiero. Grazie mille!
Una cosa mi e’ rimasta impressa di un suo recentissimo articolo,quando dice che il 9 giugno e’ da segnare sul calendario.
Ipotizziamo che i 3/4 degli europei abbiano capito e non si recano nelle urne dei morti….. bene, se viene delegittimato sulla ” carta ” il sistema europeista, cosa potrebbe succedere successivamente nel breve termine? Cosa accadrebbe in questi casi? Come eventi intendo.
Tipo non so, esempio
( militarizzazione, arresti di massa,?) sto dicendo a caso per farmi capire nella domanda…
Grazie
Grazie Veronica. Nel caso dell’Italia, lo scenario più probabile è quello di una dismissione dell’attuale classe politica.
E’ corretto ciò che scrive Dottor Sacchetti, fino al 36 non ando’ poi cosi male il Dux,è inspiegabile il repentino dietrofront fatto dopo il 1936,difatti rammentiamoci che il Duce sosteneva la neutralità dell’Italia, e la Non entrata in guerra,soprattutto perchè era Ben consapevole della scarsita delle Ns. forze Militari e dei suoi armamenti,tranne i reperti impegnati in africa quelli d’èlite impegnati durante la battaglia di El alamein che si batterono a mani nude come la divisione Pavia,la Folgore mio nonno ne faceva parte e torno a casa per poi raccontarlo a noi nipoti, e l’Ariete col supporto di alcuni reggimenti di Bersaglieri.
Mussolini aveva il compito di controllare e cercare di contenere Hitler per incarico di Churchill. Poi…
Dottor Sacchetti,mi scusi per il fraintendimento, per “in linea” intendo dire in linea con i fatti reali accaduti e ben da Lei spiegati, Grazie.
Mussolini non aveva nessun incarico da parte di Churchill. Non so chi abbia tirato fuori questa corbelleria. Sempre Fasanella, immagino? Hitler fu sostenuto sin dal primo momento dagli inglesi e da potenti lobby sioniste e angloamericane. Furono loro a permettere l’ascesa del partito nazista.
Se la verità è figlia del tempo, speriamo che quel tempo sia arrivato, grazie sempre
I segnali sembrano esserci tutti, Sere. Grazie mille e a presto.
Grazie, egregio Cesare: eccellente articolo, VERO GIORNALISMO, ricostruzione ineccepibile, che piega veramente l’accaduto.
Ti ringrazio, Rodolfo.
Comunque anche Blondet aveva fatto articoli su questi argomenti, sono abbastanza convinto che avete idee abbastanza simili tu e Maurizio.Fa parte della controinformazione sana il suo sito?
Non amo fare liste di nomi, Marco, ma comunque vedi che il mio blog non è associato ad altri..
Io Cesare non la penso come te. Un’altissima astensione alle urne europpe (che è tutta da verificare al di là dei “si dice”, dei “pare che”…) servirà solo a rafforzare la convinzione nelle classi politiche, tutte, che tutto sommato la strada intrapresa va bene (faranno finta di voler cambiare rotta), e farà fregare le mani ai padroni del Vapore, quelli che comandano davvero, per i motivi ben noti. Il discorso sarebbe molto lungo, ma no, l’eventuale grande astensione non cambierà assolutamente nulla. Andranno avanti per la loro strada, attaccandosi alle virgole e ai decimali. Mi dispiace dirlo, e mi auguro non accada mai: in questo Paese, ahimé, per cambiare e ripartire da zero, per farla finita con tutte le caste, in primis quella della magistratura coi suoi referenti politici, per fare tabula rasa insomma, perché ormai siamo a questo punto o non se ne esce, bisogna fare una rivoluzione. È brutto, ma è così.
È un’analisi fondata su tue convinzioni personali e non sulla situazione oggettiva dei fatti. Sono per primi tutti gli occupanti illegittimi delle istituzioni ad essere terrorizzati dell’astensionismo di massa e stanno letteralmente suplicando le persone di andare a votare.
È una mia convinzione personale, certo, fondata sul passato, su mie convinzioni personali e sulle analisi fatte anche da altri controinformatori. Semplici ragionamenti, semplici idee. Non Bibbia, non Verità assoluta in tasca. Se tutto andrà come dici tu, sarò il primo ad esultare e l’ultimo a smettere di farlo, altrimenti staremo a vedere. Chi (come diceva quel tale) sopravviverà, vedrà.
Come dimenticare cristalline figure come tale Greganti… eroico antesignano rigorosi pagamenti elettronici… che a puro scopo precauzionale girava con valigette contenenti un miliardo di italiche lirette in contanti!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Vorrei capire se un articolo come questo non dovrebbe essere divulgatoco tutta la forza sututti i media, perché sia letto dal maggior numero di persone possibile. Tutti i suoi articoli. Mi sembra che non possano rimanere chiusi dentro a un canale Telegram o a un blog che ancora troppo pochi seguono. Qual è la sua opinione a riguardo? Dovremmo tutti condividere e divulgare?
Più divulghiamo, Deborah, più forza abbiamo.
non riesco ad iscrivermi, dice messaggio spam
Dove te lo dice, Deborah?
La mafia oltre che manovalanza del vero potere è stata un capro espiatorio..
(motivo per cui i vari boss al vertice della cupola,da riina fino a messina denaro passando per provenzano hanno potuto circolare indisturbati per il paese , come normali cittadini,e paradossalmente dopo decenni di lbertà ,sono stati loro ad essersi consegnati alle autorità nei momenti concordati,da ultimo messina denaro “arresosi” solo perché malato terminale)
Prima di falcone e borsellino il vero ruolo della mafia lo aveva ben compreso rocco chinnici, che seguendo i “soldi” che la cupola ricavava dalla droga era giunto a scoperte sconvolgenti che aveva confidato solo al suo giovane allievo falcone(e poi a borsellino)perché non si fidava dei suoi colleghi magistrati e soprattutto dei vertici delle forze dell’ordine e per questo chinnici fu la prima vittima del tritolo di origine militare..
(chissà per quale ragione il massacro di chinnici viene omesso,,piu che dimenticato!!!!e in quegli anni sono successe cose imprescindibili!!!!!!)
Chinnici era giunto alla conclusione che i delitti di natura politica da moro a mattarella(piersanti)passando per la torre erano inerenti la stessa logica, la stessa strategia che diventerà realtà operativa negli anni successivi…..ovvero mantenere gli equilibri del vero potere avvalendosi di una sinistra “riformata”,ripulita da ogni legame con il comunismo e con la non secondaria missione di smantellare il patrimonio finanziario industriale dell’IRI, cosa questa che nessun governo di centro o di destra avrebbe potuto fare senza urtare le classi subalterne e l’intellighenzia di sx e soprattutto i sindacati.
E sarà un governo di psedo-sx che calpesterà addirittura la costituzione quando nel 1999 gli arerei da guerra italiani bombarderanno belgrado.
Comunque è giunto il momento di metterci una pietra sopra se non si vuole trasformare la storia degli ultimi 60 anni del nostro paese in soap opera o simil fiction stile gomorra. A meno che prima di fare ipotesi ed ulteriori congetture non si cominci a fare luce sui depistaggi, sulle fake-news o meglio leggende metropolitane che hanno caratterizzato l’italia dall’omicidio mattei fino ad oggi.
PERCHè TUTTO HA INIZIO CON L’OMICIDIO MATTEI, VERO FAUTORE DEL MIRACOLO ECONOMICO ITALIANO!!!!!!!!!!!
Immaginare l’eni in mani private…o peggio straniere, quale sarebbe stato il suo ruolo e soprattutto la politica economica del paese?
ps.negli anni di piombo io c’ero…c’ero anche negli anni successivi quando(ahimé)nelle strade l’eroina e la droga in genere ha preso il posto della politica….e constatare che nella piazza a spacciare la merce in società alla pari, erano persone che fino a qualche anno prima avevano posizione politiche opposte e se le davano di santa ragione quando si scontravano, ebbene per me è stata la fine del mondo!!
Grazie per aver ricordato Chinnici e le sue inchieste. Dovrò dedicare anch’io un articolo a lui. Hai qualche materiale in particolare da suggerire per ciò che riguarda il suo omicidio? Non ci va messa una pietra sopra. È il momento invece di chiedere verità per quello che è accaduto perché sta crollando l’anglosfera che ha creato questa Repubblica.
Riprendendo il commento di Veronica e la tua risposta, nel caso di una dispersione di questa squallida classe di approfittatori mi pongo la domanda ovvia di chi verrà al loro posto. Sarà il nuovo che finalmente avanza oppure il vecchio, alias Nuovo Ordine Mondiale che si arroccherà e ci costringerà all’angolo della futura e prossima Storia?
Grazie dei tuoi articoli sempre ben documentati.
Grazie Manfredo, suggerisco di leggere ciò che scrissi sulla profezia di padre Pio al riguardo.
Dopo aver riletto “la Profezia di Padre Pio” da te pubblicata, prendo atto che l’ipotesi di un nuovo re sia possibile. Se ne parli evidentemente hai i tuoi buoni motivi e molte conoscenze che io non ho. In quell’articolo mi pare che non menzionavi quale potrebbe essere il gioco dell’unione europea da qui in avanti. A me sembra che comunque questa organizzazione tenga il dito “lì” alla compagine anglo americana, perché i pseudo politici che la rappresentano sono dei “vili affaristi” senza un minimo di schiena dritta, credo non tutti. Ho la sensazione che la classe industriale europea e non solo, stia lavorando a soluzioni più interessanti per se stessa; in questo caso non so se a noi ne potrebbe venire qualcosa di buono.
Concordo sul fatto che a questo punto sia meglio cambiare, sia quel che sia.
Buon lavoro.
Adesso si imporrebbe un suggerimento su cosa fare…è chiaro che: qualunque cosa si faccia a queste elezioni si sbaglia: se si vota la destra ci si consola che forse le sinistre sono peggio, ben sapendo che alla fine, come fece la Meloncina, sono comunque ricattati da forze superne …se non si vota c’è il rischio che vadano avanti comunque, anzi meglio…ma io credo che se la astensione raggiunge, cioè , l ottanta per cento sarà palese, a chi governa come a chi si fa imbambolare dai media, che il parlamento europeo è una farloccata, come lo è comunque dato che non decide nulla…ma è difficile prevedere il futuro…unica cosa prendere una via generale di astensionismo, voto a parte, da tutte le manifestazioni mainstream, tipo: Sanremi, partitissime di calcio , eventi ufficiali, affabulazioni di massa, ferie ai soliti posti, week end fuori le solite porte, black fridays di massa e cosi via. Se cresce questa cultura dell astensionismo generale allora forse qualcosa si smuove…quanto alle elezioni , sono anch ‘esse un evento di massa, quindi farlocco, ma bisogna vedere quale comportamento produce risultati meno dannosi. Io per la prima volta nella mia vita vorrei non andarci affatto..poi si vedrà…
“Vaste programme”…