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George Soros:”dobbiamo impedire che l’euro distrugga l’UE”
di Cesare Sacchetti
Mentre i venti della più grave crisi istituzionale che la Repubblica ricordi continuano a spirare sul Quirinale, giunge un preoccupato allarme sullo stato dell’UE e dell’eurozona da uno dei sostenitori più convinti dell’integrazione europea, il finanziere americano George Soros.
Davanti alla platea dell’European Council of Foreign Relations di Parigi – l’organizzazione europea omologa della statunitense Council of Foreign Relations alla quale appartiene, tra gli altri, Emma Bonino – il magnate di origini ungheresi espone la sua relazione intitolata “Come salvare l’Europa“ nella quale si esprime sullo stato di salute dell’UE sempre più cagionevole.
Soros rileva innanzitutto che il problema della crisi dei migranti è il principale tra quelli che stanno mettendo a dura prova la stabilità dell’Unione Europea.
Sebbene sia sempre stato un convinto sostenitore della “società aperta” e dell’apertura dei confini per accogliere milioni di migranti economici, Soros in questa occasione riconosce che “gli stati membri dell’UE non dovrebbero essere obbligati ad accettare rifugiati che non vogliono e che gli stessi migranti non dovrebbero obbligati a trasferirsi in paesi nei quali non vogliono andare.”
Dunque il principio dell’immigrazione imposta viene mitigato fortemente nella strategia di Soros per fare fronte alla crisi, così come quello dell’accoglienza illimitata verso i paesi europei.
Se prima non esisteva altra soluzione per fare fronte al problema migratorio se non quella di aprire le porte dell’Europa a chiunque volesse entrare, ora si fa strada l’idea di “tendere la mano europea per offrire un aiuto sostanziale ai governi tendenzialmente democratici.”
Questa assistenza verso i paesi afro-asiatici, sostiene Soros, permetterebbe “di dare istruzione ed impiego ai cittadini di questi paesi”, una circostanza che “renderebbe meno probabili le partenze” ed escluderebbe coloro che decidessero di migrare ugualmente dallo status di rifugiati.
Spicca quindi il radicale cambio di approccio di Soros, da tempo finanziatore di quelle Ong che alimentano l’immigrazione clandestina verso i paesi europei, che in questa occasione arriva per la prima volta arriva a proporre esplicite soluzioni per arrestare l’immigrazione e non per agevolarla.
Abbandonare l’euro per salvare l’UE?
Ma a sorprendere ancora di più sono le considerazioni espresse sullo stato dell’arte dell’Unione Europea e dell’eurozona.
Se Soros non ha difficoltà a riconoscere chiaramente come lo spirito dei padri fondatori della costruzione comunitaria come Jean Monnet sia andato perduto per essere sostituito da una mera relazione tra “creditori e debitori dove i primi stabiliscono le condizioni che i secondi devono rispettare”, l’elemento di novità è rappresentato dalla messa in discussione dell’eurozona.
Per il fondatore della Open Society, “occorre riconoscere che l’euro ha molti problemi irrisolti e che non deve essere consentito a questi di distruggere l’Unione Europea.”
Sacrificare l’euro per salvare l’UE? E’ il principio che sembra possibile dedurre dalle parole di Soros che giudica i trattati UE “superati per il fatto che ci si aspetta che tutti gli stati membri aderiscano all’euro una volta raggiunti i requisiti.”
Una condizione che porta a rappresentare l’eurozona come il “cuore pulsante dell’UE” e relega i membri che non ne fanno parte dell’euro in una condizione di inferiorità, tanto da dare vita alla teoria dell’Europa a più velocità.
Questo principio per Soros “deve essere abbandonato” per passare dalla concezione di “un’Europa a più velocità ad un’Europa a più binari che consenta agli stati membri una più ampia varietà di scelte.”
Quindi il principio fino ad ora difeso in maniera ferrea da Bruxelles e già dalla Bce, secondo il quale difendere l’esistenza dell’euro equivaleva a difendere l’esistenza dell’UE, viene radicalmente rimesso in discussione da Soros.
Non è questa una notizia di poco conto, dal momento che il parere del finanziere americano viene tenuto in alta considerazione dagli ambienti di Bruxelles, se si pensa che 226 eurodeputati vengono considerati vicini alla Open Society dello stesso Soros.
Si è dunque vicini ad una svolta negli ambienti comunitari dove si potrebbe rimettere in discussione l’irreversibilità dell’euro per salvare l’esistenza dell’Unione Europea? E’ presto per dirlo, ma se Soros inizia a sostenerlo apertamente, qualcuno a Bruxelles potrebbe iniziare ad ascoltarlo.
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