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Cesare Sacchetti

Il golpe di Mani Pulite ha partorito la Seconda Repubblica nelle mani di Israele

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09/10/2024

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di Cesare Sacchetti

Lo scorso lunedì se qualcuno fosse passato dalle parti del ghetto ebraico a Roma avrà probabilmente pensato di aver sbagliato strada.

Talmente alta era la concentrazione di politici, di esponenti del governo, delle regioni e dei comuni che ad un certo istante a chi ha visto tale raduno di personaggi sarà sembrato di essere finito dentro Montecitorio nel corso di una seduta a camere unite per l’elezione del capo dello Stato.

E invece non c’era nulla di tutto questo. Si era nella storica sinagoga ebraica di Roma, in una delle zone più antiche di Roma, a pochi passo da largo Arenula, e roccaforte di molti noti personaggi di origine ebraica, quali, ad esempio, il noto volto di La7, Enrico Mentana, che vive assieme alla sua compagna, Francesca Fagnani, proprio nel ghetto ebraico.

L’occasione era la celebrazione del 7 ottobre del 2023, quando Hamas iniziò una serie di attacchi contro lo stato di Israele che sin dal primo momento per gli osservatori un po’ più attenti ha destato subito delle perplessità sia per le modalità che potremmo definire piuttosto “cinematografiche”, considerato l’utilizzo dei parapendii da parte di Hamas, sia per il fatto che varie inchieste hanno dimostrato che quel giorno i primi ad aprire il fuoco sugli israeliani che si sono radunati al festival di Nova sono stati proprio gli uomini delle forze armate israeliane che hanno fatto una carneficina dei loro stessi compatrioti.

Il discorso, evidentemente, si potrebbe già chiudere qui poiché se è provato che sono stati i soldati israeliani ad uccidere in larga parte le persone radunatesi al festival, non siamo di fronte ad alcun “attacco terroristico” ma di fronte al più classico dei “false flag”, ovvero quelle operazioni di falsa bandiera attuate dai servizi segreti, e nelle quali il Mossad vanta una lunga esperienza, a partire da quelle nei quali le barbe finte israeliane hanno pilotato il fenomeno del terrorismo islamico per arrivare al raggiungimento dei propri fini politici e geopolitici, come l’eliminazione dei propri avversari e l’espansione dei confini di Israele.

Senza poi parlare della questione relativa ad Hamas, una vera e propria creatura dello stato ebraico, i cui protagonisti hanno candidamente ammesso di aver finanziato e aiutato pur di togliere dalla scena la vera opposizione dell’OLP di Yasser Arafat ispirata invece alla filosofia politica del socialismo arabo, che sotto certi aspetti può considerarsi una derivazione mediorientale del socialismo nazionale del quale Benito Mussolini è stato a tutti gli effetti il caposcuola nel secolo scorso.

Non sono però ovviamente questioni che interessavano ai vari saltimbanchi accorsi a presenziare all’anniversario di questo evento.

A costoro interessava soltanto baciare la pantofola di Israele per rendere omaggio ai veri padroni della democrazia liberale partorita nel secolo dei lumi dagli “intellettuali” francesi quali Voltaire e Rousseau, di stretta obbedienza massonica, e che non ha fatto altro che accompagnare un processo di scristianizzazione dell’Europa per consegnare lo scettro del potere alla finanza ebraica e alla massoneria e ai loro emissari in Parlamento, di centrodestra e centrosinistra, poiché la contrapposizione tra i due blocchi è falsa e controllata dai veri signori della democrazia che da dietro le quinte hanno in mano le redini del potere.

E c’erano proprio tutti lunedì. C’erano i vari esponenti del governo in carica, quali il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni,  per una volta non fuori Roma, c’era Matteo Salvini che già da anni giura fedeltà allo stato ebraico, c’era il neo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, c’era il grottesco Bruno Vespa, il decaduto Gianfranco Fini, caduto sulla via di Gerusalemme potremmo dire, c’era l’imbarazzante Carlo Calenda, presidente di un partito fantasma, la ex ballerina Mara Carfagna, oggi sposata ad un avvocato ebreo romano, Alessandro Ruben, e c’erano il sindaco di Roma, Gualtieri, e il presidente della Regione Lazio, Alessandro Rocca.

Era una vera e propria gara ad accorrere al tempio ebraico pur di ribadire che questi personaggi non sono una espressione di una qualche rappresentanza popolare, ma sono appunto l’espressione di quel mondo sionista che ha saldamente in mano la disgraziata Seconda Repubblica.

Mani Pulite: l’origine dell’esplosione del sionismo in Italia

E’ però impossibile comprendere il processo di sionizzazzione, potremmo dire, della politica italiana senza prima prendere in esame il golpe giudiziario di Mani Pulite del 1992.

Quel processo eversivo nel quale i giudici di Milano hanno agito scientemente per rimuovere chirurgicamente una intera classe dirigente, fatta salva l’eccezione del PDS, erede del PCI, è stato del tutto indispensabile per il passaggio dalla Prima Repubblica, nata certamente già sotto pessimi auspici, quali l’infame tradimento di Cassibile e senza mai disporre della piena sovranità, e la Seconda, nella quale il perimetro della sovranità si è ristretto ancora di più e dove la politica con la P maiuscola è stata sostituita da impresentabili controfigure e magnati quali Berlusconi che hanno provato a riempire il vuoto per salvare i propri interessi di bottega, e quando si è trattato di scegliere tra questi e quelli del Paese, si veda il 2011 e il golpe di Napolitano, non hanno esitato ad eseguire le indicazioni dei centri del potere sovranazionale.

La Prima Repubblica, come detto, non aveva una sua piena sovranità ma aveva dei politici veri che non erano dei semplici gregari ai quali consegnare i vari ordini da eseguire, ma erano dei professionisti della politica per l’appunto che avevano a cuore le sorti della nazione, e non volevano che questa fosse ridotta ad un cortile dell’anglosfera e dello stato ebraico.

Non sono stati in pochi a pagare con il sangue la scelta di volersi spingere al di là del perimetro, ed è questa la sorte occorsa ad Enrico Mattei, condannato a morte dalla CIA per la sua volontà di rompere l’oligopolio petrolifero delle sette sorelle nelle mani dei vari signori del petrolio, quali la famiglia Rockefeller, e Aldo Moro, che aveva un’ambiziosa visione geopolitica in base alla quale l’Italia avrebbe dovuto affrancarsi dalla NATO non certo per entrare nell’URSS, ma per scegliere la sua personale strada nel blocco dei non allineati, in modo così da uscire dalla falsa contrapposizione di quel periodo storico.

Sono stati uomini che hanno avuto una visione di troppo ampio respiro e troppo indipendente da coloro che concepirono la repubblica di Cassibile, che sin dal primo istante è stata etero diretta da Washington, Londra e Israele, ma che nonostante tutto riusciva sempre in qualche modo ad opporsi e a cercare una propria strada al di fuori di quel recinto.

Ed è quello che fecero uomini come Giulio Andreotti che già tra la fine degli anni’70 e degli anni’80 era molto vicino alla causa palestinese tanto da ricevere calorosamente in Parlamento il leader dell’OLP, il citato Yasser Arafat, oppure come fece anche Bettino Craxi quando nel 1985 in carica come presidente del Consiglio si alzava di fronte all’aula di Montecitorio e ribadiva fermamente che la lotta armata dei palestinesi non era “terrorismo” ma una legittima resistenza da parte di chi da ormai 76 anni subisce una occupazione illegale.

Il discorso di Bettino Craxi sull’OLP tenutosi alla Camera nel novembre del 1985

Si potrebbe dire che in quella Prima Repubblica non c’era una goccia di sionismo, ma ad essere diverso era tutto l’impianto della politica.

I politici di professione sapevano cos’era l’arte della politica, avevano una vasta cultura generale e una conoscenza profonda delle relazioni internazionali, ma soprattutto non mettevano il loro Paese all’asta come facevano i loro indegni successori.

La differenza tra Prima e Seconda Repubblica si può riassumere qui. I politici della prima stagione della storia repubblicana avevano un rapporto vero e autentico con il popolo, poiché erano realmente eletti da questo e c’erano altissime percentuali di partecipazione al voto.

Non erano passacarte calati dall’alto dei vari centri del potere sovranazionale. Non erano degli sgabelli sui quali si siede la tecnocrazia come lo sono i “politici” che hanno preso il loro posto.

Erano uomini legati al territorio e avevano tutto l’interesse a far sì che i propri elettori stessero bene e ricevessero i benefici di una economia mista e dello stato imprenditore, a differenza invece di quelli della Seconda Repubblica che invece sono slegati dal territorio e che ora sono persino scesi sotto la soglia della partecipazione del 50 + 1 al voto, a dimostrare chiaramente come ormai la classe “dirigente” uscita dal golpe del 1992 non rappresenti davvero più nessuno, se non sempre più ristretti grumi clientelari e i vari signori del mondialismo, che tra l’altro ora stanno perdendo tutto il potere acquisito nel secolo scorso.

La ratio del golpe di Mani Pulite è da ricercarsi solo e soltanto qui. L’Italia andava accompagnata sul patibolo dell’Unione europea e del Nuovo Ordine Mondiale, e doveva esserci quel progressivo processo di perdita di sovranità che si è visto negli ultimi 30 anni con la perdita della sovranità monetaria e delle leve della politica economica.

Non poteva esserci di mezzo, di conseguenza, una classe dirigente che avesse a cuore le sorti del Paese e che non fosse disposta a mettere all’asta il Paese come avvenuto a bordo del panfilo della regina Elisabetta, sopra il quale il commissario della svendita nazionale, Mario Draghi, liquidava l’industria pubblica senza avere nemmeno alcun mandato governativo, una circostanza ovviamente ignorata dalla magistratura che lasciò tranquillamente consumare quel tradimento a danno dell’Italia e del suo popolo.

La magistratura invece era impegnata ad eseguire la rivoluzione colorata che aveva come obiettivo primario proprio quello, guarda caso, di togliere dalla scena quei protagonisti che negli anni precedenti avevano saputo dire di no all’anglosfera e ad Israele, e i due bersagli privilegiati furono proprio i citati Bettino Craxi e Giulio Andreotti.

Mentre il pool di Mani Pulite si interessava a tangenti che non valevano nemmeno il 5% del patrimonio industriale liquidato da Draghi, e mentre Falcone veniva massacrato assieme alla sua scorta a Capaci quando era vicino a scoprire il riciclaccio di fondi neri dal PCUS al PCI, i giudici perseguivano Bettino Craxi che per primo lanciò l’allarme sulla svendita e denunciò quegli avvoltoi della finanza quali George Soros che erano piombati per cibarsi degli organi vitali dell’Italia e della sua economia.

Sorte forse ancora più infame toccò a Giulio Andreotti che dopo essere stato il presidente del Consiglio negli anni’80 che aveva partorito la più draconiana legislazione antimafia e dopo aver nominato Falcone direttore degli Affari Penali, silurato dal CSM e chiamato “guitto” da Repubblica, venne accusato di mafia da parte di alcuni pentiti che erano rimasti in silenzio per decenni, fino a quando nel 1994 iniziarono improvvisamente a parlare per poi tirare fuori delle versioni piene di buchi e contraddizioni come rilevò correttamente il primo grado del processo, che venne poi magicamente ribaltato fino ad arrivare all’incredibile dictu della Cassazione secondo la quale Andreotti sarebbe stato “mafioso” fino al 1980 per poi misteriosamente redimersi.

La giustizia italiana è questa qui. E’ il guazzabuglio uscito dalla carta costituzionale scritta da diversi massoni che hanno concepito una magistratura in pratica al di fuori dello Stato e che non risponde mai delle sue innumerevoli malefatte, perché, in fin dei conti, fa comodo ai vari poteri massonici e atlantici avere un corpo a propria disposizione separato dal controllo degli altri organi dello Stato.

Mani Pulite è stata possibile perché lo stesso fallace impianto della costituzione ha partorito questa classe di giudici che ormai è fuori controllo e che, non differentemente dalla classe politica, necessita un totale e profondo rinnovamento.

Non si poteva perciò non arrivare, viste le premesse, al punto nel quale siamo arrivati oggi, ovvero quello in cui i politici veri e autentici di una volta che sapevano dire di no allo stato ebraico, come Craxi e Andreotti, sono spariti per essere appunto sostituiti da queste imbarazzanti comparse che non sanno fare altro che indossare la kippah.

Se l’avanzamento verso il Nuovo Ordine Mondiale che si è visto all’inizio degli anni’90 prevedeva e prevede il dominio dello stato ebraico su di esso, non poteva non esserci di conseguenza quel processo di israeliazzazione dell’Italia citato prima.

Si dice poi che la simbologia spesso sintetizzi al massimo i processi politici o le idee filosofiche, e quale esempio più lampante, a questo proposito, della menorah esposto a Montecitorio, salvo quei ridicoli personaggi che hanno provato a negare l’evidenza più lapalissiana.

La menorah di fronte a Montecitorio

E’ triste vedere poi come tale abbrutimento abbia investito anche la Chiesa Cattolica che dopo il Concilio Vaticano II assomiglia sempre di più ad una chiesta protestante ed ebraica, e ciò spiega anche il timore proprio di un esponente della comunità ebraica, quale il rabbino Di Segni, che teme il ritorno del tradizionalismo cattolico perché sa bene che se ciò avviene cala definitivamente il sipario sul potere del sionismo.

E’ una malattia quella della quale stiamo parlando che si è via via estesa sempre di più fino al punto attuale, nel quale ormai la distanza tra la politica e il popolo è troppo ampia, e quando ciò avviene non si può non arrivare al punto in cui il vecchio status quo è destinato inevitabilmente a fallire.

La transizione tra Prima e Seconda Repubblica è servita ad accentrare indubbiamente il potere di Israele e dell’anglosfera, ma il problema presente dei saltimbanchi senza rappresentanza è che quello status quo sovranazionale oggi non esiste più, perché non siamo negli anni’90 e nel secolo dell’impero anglosionista, ma siamo nel secolo della fine dell’impero e del declino dello stato ebraico.

Lo stesso stato ebraico che un tempo metteva a ferro e fuoco il Medio Oriente per anni oggi si ritrova inerme di fronte al massiccio bombardamento dell’Iran che ha umiliato di fronte al mondo Israele.

Stessa sorte toccata all’impero americano smantellato per volontà di Donald Trump che ha deciso di separare la politica estera americana da quella di Israele, e ha condannato quindi all’inevitabile isolamento Tel Aviv, che oggi non solo non è più in grado di seguire la sua agenda sionista, ma che si trova in un delicato momento della sua storia, dal quale non si sa nemmeno bene in quali condizioni ne verrà fuori.

La Seconda Repubblica pertanto, considerato il nuovo equilibro, non può evidentemente sopravvivere dato che sono venute meno le indispensabili condizioni che ne assicuravano l’esistenza.

Non è chiaro se lo sanno i vari figuri che si sono visti in sinagoga lunedì. Probabilmente sì, ma poco cambia.

Sono nati baciando la pantofola di Israele, e moriranno allo stesso modo.

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27 Commenti

  1. Topaz

    Come sempre ottimo articolo e chiarissima analisi! Io sono fermamente convinto che l’imminente e inevitabile fine di Israele porterà alla luce tutta la verità su quanto accaduto negli ultimi secoli, soprattutto riguardo la finta pandemia e il marcio del mondo dello spettacolo. Sarà anche la fine di quei siti e persone che si autoproclamano “sovranisti e cattolici” ma sostengono uno stato che quei valori li disprezza.

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    • La Cruna dell'Ago

      Grazie Topaz, sarà anche la fine del cosiddetto giudaismo-cristiano, l’ossimoro che ha tirato fuori il Concilio.

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      • Topaz

        Proprio così. Io ho la fortuna di aver avuto dei tradizionalisti (nessuno di loro sostenitore di Israele) come insegnanti di catechismo (svoltosi nel periodo 2009-2013), e ho purtroppo dovuto assistere alla progressiva entrata nelle scuole del pensiero “giudaico-cristiano” da lei menzionato. Per anni hanno provato ad indottrinare la mia generazione ed educarla al culto olocaustico, al quale comunque io e tanti altri ragazzi non abbiamo mai creduto. Siamo in tanti ad essere stanchi delle giornate della cosiddetta “memoria”, e lo dico soprattutto per smentire tutti quegli autorazzisti che ancora chiamano noi italiani “pecoroni” senza alcuna vergogna.

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      • G M Balabam

        L’espressione “radici giudaico-cristiane” mi fa venire l’orticaria. È proprio un ossimoro.

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  2. carmine andrea caruso

    La matrice divina vede e provvede.

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  3. Isabel.

    Buongiorno, Cesare, Pur essendo brevemente consapevole di ciò di cui parli nel tuo articolo di oggi, CELEBRO, come al solito, il fatto di potermi appropriare dei dati inconfutabili che offri nel tuo impeccabile lavoro, poiché mi permettono di RICOSTRUIRE tutto questo vergognoso e atavico oltraggio che stiamo ancora soffrendo a causa di queste deliranti. Un saluto cordiale da Mendoza, Argentina.

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  4. sara

    Eccellente articolo, grazie infinite ancora una volta.

    Concordo con il lettore Topaz, la sottoscritta, per precisione, è classe’84 ma da quando ho memoria sono stata bovinamente indottrinata al “culto olocaustico” in maniera ossessiva.

    Per non parlare poi delle (penose) lezione di religione cattolica a scuola: si parlava di Ebrei, di Islam, di Scientology e mai dico mai di Gesù Cristo.

    In terza superiore un insegnante (non di religione) chiese scherzando alla classe” ma uno di voi sa dirmi, per caso, i nomi dei dodici apostoli?” Silenzio assoluto.

    Ecco, tanto per sintetizzare lo schifo.

    Grazie ancora, con stima

    Sara

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Ti ringrazio, Sara. Quello che scrivi sottolinea la ipocrisia del liberalismo che si dichiara falsamente neutrale verso le religioni ma in realtà è ostile soltanto a quella cattolica.

      Rispondi
  5. Gabriele

    Ottimo articolo…..ma si può sapere perché ancora Israele ha colpito Beirut se Israele sta crollando? I siti stratetigi militari sono stati colpiti dall’ Iran e quindi dove la trova la forza di continuare?

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      È nella natura satanica di questo stato. Sanno solo uccidere innocenti e finché avranno la possibilità di farlo, non si tireranno indietro. Ciò non toglie che la crisi di questo stato è ormai irreversibile.

      Rispondi
  6. Simonetta GIANNI

    Io non vorrei baciare la pantofola di nessuno, ma dovendo scegliere sicuramente preferirei baciarla ad Israele piuttosto che ad Hamas come invece, contrariamente a quello che lei pensa, mi sembra che si faccia anche troppo in Europa

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Lei, al solito, fa finta di non capire da sionista in malafede qual è. Hamas è solo il giocattolo di Israele.

      Rispondi
  7. Andrea Orri

    Da leggere e rileggere…sono iscritto da poco e (permettendomi di darti del Tu) ti ringrazio per aver sollecitato la mia coscienza e descritto in maniera inequivocabile lo stato delle cose. Grazie, Cesare.

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      • Rino Amedoro

        Pezzo stupendo come sempre.
        La chiesa che una volta faceva da buon pastore a difesa delle scorribande dei lupi tra il bestiame, oggi ha aperto le porte a quegli stessi lupi che ci stanno sbranando (evidente a tal fine l’operazione COVID ma più in generale la sottocultura che promana da queste élite sataniste). All’opposto in Iran il popolo ha evidentemente avuto maggiore cultura e rispetto della tradizione per aver combattuto il loro “infiltrato” (lo scià) e aver accettato di farsi guidare da un esponente della tradizione consapevole che li avrebbe aiutati a preservare la loro identità e la loro indipendenza. Perché l’Iran, proprio nel secolo ebraico, ha avuto la forza di opporsi a questa egemonia del leviatano talmudico mentre noi Cristiani, che avevamo tutte le carte in regola per opporci ad esso, ci siamo lasciati andare al mostro che tutto divora?

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        • La Cruna dell'Ago

          Ti ringrazio, Rino. Perché credo che la secolarizzazione da loro non ha fatto breccia come da noi. La rivoluzione del’79 è stata il rifiuto di questa e del dominio coloniale che c’era con lo shah di Persia.

          Rispondi
  8. Gustavo

    Sintesi con cui ,credo, tutti concordiamo. Io mi domando ora; visto che l Italia ha un ruolo delicato ma tutt altro che autonomo, possiamo sperare di troare un futuro come non allineati? O di chi ci potremo fidare? di Trump? volubile come sembra pur con tutta la nostar simpatia per la sua opposizione al deeep state? Di Putin? credo che ne abbia abbastanza da pensare per il suo impero. Io , ingenuamente, ho molta simpatia per il il pssibile nuovo vice di Trump: persona nuova ed energica e di solidi principi…inutile preoccuparci troppo, tanto non potremo fare altro che guardare alla fiinestra

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Il vice di Trump non sembra affatto affidabile come lo stesso Trump e Putin non ha “imperi”. Con la dissoluzione dell’anglosfera, ci giocheremo la nostra partita.

      Rispondi
      • Veronica

        Ottimo articolo, a quale partita fa riferimento? Come ci giocheremo la partita Sacchetti? Una volta caduto tutto, chi prenderà l’ Italia in mano? Non penso gente comune ma sempre qualcuno legato a certi ambienti, purtroppo il popolo non ha mai contato nulla…….tra l’ altro continuano a farsi strada rotariani con progetti 2050 e hanno sicuramente la possibilità di metterci lo zampino……e la massoneria che in Italia ha una forte radice? Non penso che il grande oriente d’ Italia e tutte le logge possano sparire per sempre senza contare tutti i vari apparati che gravitano intorno…..
        Sembra davvero un rebus……

        Rispondi
  9. Carmela Mastrangelo

    M’è piaciuto il suo articolo e, in parte condivido la sua analisi. Grazie

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