di Cesare Sacchetti Questa storia si può definire senza timore di smentita come uno dei più grossi...
Israele: lo stato terrorista impazzito che non vuole rassegnarsi alla sconfitta
di Cesare Sacchetti
Quando è giunta la notizia che il consolato iraniano in Siria era stato colpito da un bombardamento non si è potuto non pensare ad un vero e proprio atto terroristico.
Il colpevole dell’attacco è noto a tutti, ma questi se ne sta in silenzio perché in Siria segue la strategia del bombardare siti, spesso civili, poiché l’ISIS non è riuscita a fare il lavoro per il quale era stata creata, senza però fare rivendicazioni di alcun tipo.
Il colpevole è ovviamente Israele che da tre anni a questa parte mette in atto questo tipo di attacchi.
Stavolta però, forse, si è andati anche un po’ oltre i sanguinari standard dello stato ebraico per il semplice fatto che ad essere colpito è stato il consolato di una nazione, l’Iran, che ufficialmente non è coinvolto in nessuna guerra contro Israele.
Non può trattarsi del “tragico errore”, espressione della quale a Tel Aviv sono degli specialisti a ricorrere soprattutto quando si tratta di provare a giustificare i loro efferati atti di terrorismo come quello che è stato messo in atto contro i lavoratori delle ONG che portavano aiuti ai palestinesi.
Anche gli operatori umanitari sono nel mirino di Israele e questi uomini hanno perduto la vita perché hanno “osato” aiutare un popolo stremato da un’aggressione e da una barbarie che procede ormai da più di 70 anni.
Israele: uno stato nato con il terrorismo
Se qualcuno però pensa che il terrorismo sia una pagina nuova nella storia del regime sionista, allora si sbaglia di grosso.
Il terrorismo è il sangue che scorre nelle vene di Israele sin dall’inizio della sua controversa storia.
Quando ancora c’erano gli insediamenti ebraici in Palestina e quando il movimento sionista mondiale presieduto da Chaim Weizmann, molto vicino alla famiglia Rothschild, negli anni 30 continuava a favorire l’immigrazione degli ebrei askenaziti in Palestina, il terrorismo era già una delle strategie privilegiate dei coloni ebrei.
In quel periodo esisteva l’agenzia ebraica per la Palestina, che oggi ha preso il nome di agenzia ebraica per Israele, che controllava l’Haganah che viene ufficialmente definita come una sorta di gruppo paramilitare dagli storici più vicini ad Israele, quando in realtà esso non era altro che un vero e proprio gruppo terroristico.
Assieme ad esso c’erano altri due gruppi che mettevano in atto azioni simili quali l’Irgun e il Lehi chiamato anche banda Stern che prendeva il suo nome dal suo fondatore, Avraham Stern.
L’Haganah era nelle mani di David Ben Gurion, futuro primo ministro israeliano e considerato uno dei padri fondatori dello stato ebraico, mentre l’Irgun era controllata da un altro personaggio che in futuro avrà un ruolo altrettanto di rilievo in Israele, Menachem Begin, che diventerà a sua volta primo ministro negli anni successivi alla nascita di Israele.
Gli uomini che hanno fondato lo stato ebraico lo hanno fatto mettendo in atto una precisa strategia del terrore volta a colpire sia i palestinesi che vivevano su quella terra da molti secoli, sia i britannici ai quali era stato affidato il compito da Lord Rothschild nel 1917 di fare della Palestina una casa per gli ebrei di tutto il mondo.
In realtà, dietro il fine dello stato ebraico c’è molto di più che la semplice idea di costruire uno Stato che potesse accogliere gli ebrei perseguitati in Europa, circostanza che non suscitava affatto l’indignazione del movimento sionista mondiale che stipulava accordi con gli aguzzini degli ebrei, spesso i più poveri, per poter avere la futura popolazione di cui Israele aveva.
E’ il caso della famigerata Haavara, ovvero quell’accordo tra la Germania nazista e l’agenzia ebraica in Germania che prevedeva il trasferimento degli ebrei tedeschi in Palestina.
Ancora oggi sono gli stessi storici israeliani ad affermare che senza Adolf Hitler lo stato di Israele non sarebbe mai nato e questo dovrebbe forse indurre più di qualche riflessione a quei nostalgici dell’era nazista e del fuhrer che credono ancora che il nazismo sia stato un fenomeno politico sorto in opposizione alla potenza della finanza ebraica mondiale.
Quando giungevano gli ebrei in Palestina, i gruppi terroristici sionisti facevano scorrere una lunghissima scia di sangue.
La lista dei loro attentanti è talmente lunga che si ha difficoltà ad elencarla tutta.
Tra gli episodi ce ne sono alcuni che suscitano più orrore proprio per il loro assoluto disprezzo nei confronti dei civili che perdevano la vita in questi agguati.
Nel marzo del 1937, l’Irgun faceva esplodere una bomba nel mercato di Haifa uccidendo 18 civili palestinesi.
Nel giugno del 1939, l’Haganah di Ben Gurion razziava la città di Balad Al-Shaykh, rapiva 5 civili e poi li uccideva a sangue freddo.
Gli agguati però non sono terminati. Quando inizia la seconda guerra mondiale e quando si avvicina il “sogno” della nascita di Israele, la scia di sangue si allunga ancora di più.
Questa fase è nota come la “insorgenza ebraica”. Gli askenaziti non tollerano nemmeno più il mandato britannico in Palestina.
Non vogliono nemmeno più essere sottoposti al controllo della Gran Bretagna che pure ha consentito loro di emigrare in una terra con la quale non avevano nel migliore dei casi alcun legame da moltissimi secoli, come nel caso degli ebrei sefarditi, e nel peggiore non ce l’avevano proprio come nel caso degli ebrei askenaziti che, secondo le stesse ricerche effettuate da genetisti israeliani quali Eran Elhaik, sono gli eredi dei cazari, un popolo dell’Est Europa che si convertì all’ebraismo nel VIII secolo d.C. per mere ragioni di opportunità politica.
Quando esplodono 300 kg di esplosivo il 22 luglio del 1946 nel King David hotel di Gerusalemme, allora sede del quartier generale britannico, si comprende bene fino a che punto sono disposti ad arrivare gli uomini del sionismo pur di veder nascere il “loro” stato.
Il bilancio è a dir poco drammatico. Sotto le macerie dell’albergo c’è una carneficina di 91 persone e 45 feriti.
L’Irgun non si tira affatto indietro e rivendica con orgoglio di aver massacrato molte persone che erano in larga parte innocenti e che non avevano nemmeno nulla a che fare con il conflitto israelo-britannico.
Sul “campo” restano i cadaveri di molti dipendenti dell’albergo e di diversi stranieri, ma per il sionismo nessuna vita umana non ha valore se non quella dei sionisti stessi, tra l’altro nemmeno tutte perché anche da quelle parti esistono delle gerarchie che vedono i pesci più piccoli essere sacrificati senza troppe remore.
Ad esprimere al “meglio” la filosofia che governa l’Irgun è proprio il suo leader, Begin, che negli successivi pronuncerà queste parole di fronte alla Knesset, il parlamento ebraico.
“La nostra razza è la razza maestra. Noi ebrei siamo dei divini su questo pianeta. Noi siamo differenti dalle razze inferiori così come loro sono dagli insetti. Infatti, paragonate alla nostra razza, le altre razze sono bestie e animali, bestiame nel migliore dei casi. Le altre razze sono considerate come escrementi umani. Il nostro destino è di governare sulle razze inferiori. Il nostro regno terreno sarà governato dal nostro leader con pugno di ferro. Le masse leccheranno i nostri piedi e ci serviranno come schiavi.”
Negli anni successivi alcuni si sono dati da fare per provare a dichiarare come falsa tale citazione, nonostante essa sia stata riportata dal giornalista israeliano Amnon Kapeliouk in un articolo sul quotidiano The New Statesman nel 1982.
Non era questa certo, tra l’altro, l’unica occasione nella quale Begin, che era primo ministro israeliano in quegli anni, si esprimeva in questo modo riguardo alla presunta superiorità razziale degli askenaziti e alla “inferiorità” degli altri popoli rispetto a quello israeliano.
Begin disse dei palestinesi che erano “animali che camminavano su due gambe”. Quando i leader del sionismo vedono un altro essere umano non vedono un uomo o una donna, ma vedono appunto una sorta di scarafaggio che deve essere schiacciato per poter giungere al “sogno” di ricostruire completamente l’antica nazione israelitica ben al di là degli attuali confini.
Quando l’ex premier israeliano afferma che “il nostro regno terreno sarà governato dal nostro leader con pugno di ferro” non fa altro che affermare appieno il vero disegno messianico che c’è dietro Israele, una nazione nata per ospitare il cosiddetto moschiach del quale parla il gruppo sionista Chabad e che nell’ottica di questi suprematisti sionisti sarà il tiranno che imporrà il suo dominio su tutto il mondo.
E questa “visione” ha lasciato dietro di sé una interminabile scia di sangue. Quando viene compiuto il massacro del King David Hotel, David Ben Gurion pretende ipocritamente di prendere le distanze da Begin, quando è emerso successivamente che l’Haganah stessa era pienamente coinvolta nell’attacco terroristico.
Questo presunto dualismo o contrapposizione tra Ben Gurion e Begin fa parte della messinscena allestita da questi due gruppi che in pubblico ogni tanto si lanciavano reciproche accuse di mettere a repentaglio gli interessi di Israele, e poi dietro le quinte perseguivano gli stessi fini con le stesse strategie.
A Deir Yassin, nell’aprile del 1948, c’è un altro saggio di questa strategia del terrore permanente attuata da Israele.
Un commando di terroristi ancora una volta diretto da Begin, stavolta assistito anche dalla banda Stern, attacca il villaggio palestinese di Deir Yassin e mette in scena un’altra carneficina che costa la vita a 100 persone innocenti, metà delle quali donne e bambini.
I sionisti non si fermano di fronte a niente e nessuno. Schiacciano qualsiasi vita che loro considerano una “minaccia” sulla strada del potere assoluto della “loro” nazione.
Anche in questa occasione Ben Gurion prova a prendere le distanze dalla carneficina ma è lo stesso Begin a dichiarare che l’Haganah era stata pienamente informata del piano e aveva dato il suo assenso alla strage.
Le stragi non si arrestano nemmeno dopo che Israele è nata. La banda Stern nel settembre del 1948 uccide il conte Folke Bernadotte, mediatore dell’ONU, considerato come una “minaccia” dai terroristi sionisti per la sua proposta di voler costruire uno stato palestinese per porre fine ad un conflitto che dura tutt’oggi.
Questa sua volontà gli costò la vita. Un commando di tagliagole di Stern crivellò di colpi il convoglio di auto che lo scortava, uccidendo anche altre persone, ma questo, come si è visto, non turba minimamente queste persone.
Sarà così anche negli anni successivi. Sarà così quando durante il conflitto tra Egitto e Israele nel 1970, l’aviazione israeliana bombarderà indiscriminatamente una scuola elementare egiziana e lascerà sulle macerie dell’edificio una carneficina di 30 bambini uccisi dalle bombe di Israele.
Anche all’epoca qualche fonte Occidentale provò a parlare di “tragico errore” ma sono 80 anni che si vedono dei “tragici errori” da parte di Israele che non sono altro che la esternazione da parte di questo stato di uccidere tutto e tutti quelli che non si piegano ai suoi ordini.
Non c’è davvero modo di trovare una qualche forma di contatto con i suprematisti sionisti. O sei loro schiavo oppure devi essere ucciso.
E’ quanto accaduto contro il consolato iraniano in Siria dimostra come il terrorismo continui a scorrere nelle vene di Israele.
Israele ha bisogno di massacrare vite innocenti per sopravvivere e per espandersi pur di raggiungere la sua folle visione di dominio del mondo.
Talmente è folle e incontrollata questa volontà di voler a tutti i costi costruire un impero israeliano che i sionisti messianici hanno in programma per la data odierna il sacrificio della giovenca rossa che serve, nella loro ottica, a propiziare la ricostruzione del terzo tempio di Gerusalemme, la casa del messia ebraico che nelle Sacre Scritture non ha altro che le fattezze dell’Anticristo che tiranneggerà il mondo.
Stavolta però non siamo nel 1948 né nel 1970. Non siamo più nell’impero americano che è stato al servizio del sionismo per larga parte del 900 e negli anni 2000.
Non siamo più nell’era del secolo ebraico, come ha scritto, lamentandosene, The Atlantic. Siamo nell’era della disgregazione dell’impero americano che oggi rifiuta il ruolo ricevuto nel dopoguerra dal potere mondialista e sionista, e che fa capire ad Israele che oggi questa nella sua delirante volontà di onnipotenza è sola.
Gli Stati Uniti hanno già fatto sapere che non verranno in soccorso di Israele se ci sarà uno scontro con l’Iran.
Per anni, il sionismo ha cercato di scatenare una guerra contro Teheran, il grande avversario che si oppone al movimento sionista mondiale e che resta un ostacolo enorme sulla strade della Grande Israele voluta dal Likud e da Netanyahu.
Israele poi non deve fare i conti non soltanto con un isolamento esterno, al quale si sono aggiunti anche gli Emirati che hanno interrotto le loro relazioni con Tel Aviv, ma anche con una crisi interna, considerate le sempre crescenti contestazioni interne contro Netanyahu e contro quella parte di israeliani secolari che non è poi così interessata all’imperialismo israeliano, e che invece preferirebbe vivere una vita più normale e non una in trincea permanente a massacrare i palestinesi.
Se è vero che l’impero americano sta finendo allora ci si chiede come possa sopravvivere lo stato ebraico che dipendeva dalla potenza del primo.
Non è una domanda che sembrano porsi Netanyahu e soci che sono troppo in preda al loro delirio di onnipotenza per poter fare anche i ragionamenti più semplici.
Israele con questa gente continuerà nella sua guerra contro il mondo intero.
Il mondo intero però sembra davvero non volerne più sapere di Israele.
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Ottimo articolo Sacchetti….grazie….comunque i cazari furono scacciati dallo zar di Russia nell’ VIII secolo d.C perché questi cazari praticavano rituali satanici, così furono costretti a dichiararsi ebrei, falsi ebrei e scappare dove poi si e’ visto hanno colonizzato il mondo intero…..questo ha una valenza enorme poiché si capisce che la Russia e’ sempre stata una spina nel fianco di quella che oggi viene definita l’ aristocrazia nera eccetera….. Secondo lei l’ Iran farà un bel colpo contro Israele?
Grazie Gabriele. Credo che l’Iran in qualche modo risponderà.
Gabriele non era Russia erano nel Khanato di Kazan cioè esattamente al centro dell’attuale Ucraina nel 1552 dal Figlio dello Zar Ivan,cioè Ivan Il Terribile, che sconfisse i Messianici Tatari che cambiarono nome in Askenaziti, grazie anche al Fondamentale aiuto di Ingegneri da guerra Italici il primo fù l’Ing. Aristotile Fioravanti. In sostanza siamo sempre fermi a quella data. Grazie dottor Sacchetti di esserci
Grazie a te, Enzo, anche per queste osservazioni storiche.
Dottor Sacchetti è un Onore leggerLa, sempre preciso, puntuale ed Attendibilissimo,Grazie per esserci.
La ringrazio, Enzo.
Al capitolo 12 del libro di Daniele, Sacra Bibbia, c’è una frase che secondo me può essere applicata a Lei:
“Coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle, per sempre.”
Grazie per quest’altro articolo.
Sara
Grazie a te, Sara.
Sarà lì si parla di iniziati con coscienza sveglia al 100% come Dante ecc… Bene comunque chi aiuta..si crea dharma…
Buongiorno, grazie dell’ articolo, approfondito,complimenti. Le volevo chiedere, ho letto che la Nato vuole negoziare con la Russia, cedere alla Russia i territori conquistati e tenersi però l’ Ucraina/Kiev come territorio e farla entrare nella Nato….così facendo pero’ cosa avrebbe concluso la Russia in questi anni di guerra?
Grazie mille, Veronica. Una volta caduto Zelensky, e direi che ci siamo, l’accordo sarà molto più semplice ma non sicuro che il nuovo presidente sarà controllato dalla NATO.
Le tue analisi sono sempre più chiare. Aggiungo questo apprezzamento: lo sterminio (genocidio) di Gaza è la prima terrificante applicazione dell’Intelligenza Artificiale I portali israeliani +972 e Local Call hanno riferito che l’esercito israeliano dispone di sistemi di intelligenza artificiale per scegliere gli obiettivi a Gaza, indipendentemente dai pesanti danni collaterali, Israele segui i cellulari e seleziona le persone da uccidere. I calcoli di LAVENDER sono accurati solo nel 90% dei casi, il margine di errore è del 10%, cioè 1 su 10 selezionati non sarà un combattente di Hamas.
È progettato per cercarli quando sono a casa, indipendentemente dal fatto che muoiano gli altri membri della famiglia. È molto più facile bombardare una casa che un bunker o un tunnel. Quanto ai danni collaterali, “per prendere una decisione è consentito uccidere fino a 15 o 20 civili. Un grande saluto da Mendoza, Argentina,
Grazie mille, Isabel.
Cesare, non mi spreco in complimenti per il solito art. ben circostanziato, ma dico solo che, se si osserva bene la storia di Israele, sia prima che dopo la sua nascita nel dopoguerra, si può capire che tutto ciò che ha fatto è semplicemente procedere secondo quanto detto nel libro dell’Apocalisse e in altri della bibbia.
Ne consegue che, purtroppo, il loro obiettivo finale è lo scatenamento della guerra totale, Armageddon, con la quale spera di sovvertire la volontà di Dio di creare un Regno della Pace, ovvero di fratellanza, unita, libertà, uguaglianza e giustizia, con un regno luciferino in cui sarebbero di casa i principi contrari a quelli che ho appena elencato.
Quale ultimo tentativo per sovvertire la Creazione, già scritta nella Volontà Divina.
E non credo, vista la situazione,che si dovrà aspettare un tempo mio lungo. Il 20330 è vicino, lo sanno bene coloro che hanno steso l’agenda 2030.
Ringrazio dr Cesare per i suoi articoli ampiamente esaustivi ma ringrazio anche chi ha risposto per le presiose informazioni storiche
Grazie Monica.
A te di esistere