di Cesare Sacchetti Questa storia si può definire senza timore di smentita come uno dei più grossi...
Lo scandalo Pfizer-UE: Ursula von der Leyen ha guadagnato 760 milioni di dollari dai vaccini?
Di Cesare Sacchetti
Questa è una storia di quelle che non è stata raccontata dai media mainstream. Non è stata raccontata fino in fondo perché i suoi risvolti sono troppo ingombranti e scomodi per i suoi protagonisti.
È la storia del contratto che l’Unione europea ha firmato con la Pfizer per la fornitura di 1,8 miliardi di dosi del siero prodotto dal colosso farmaceutico che poi sono state distribuite nei vari Paesi membri dell’Unione.
Il giornalista rumeno, Adrian Onciu, ha condotto un’inchiesta sulla genesi di questa trattativa e il sito sul quale l’ha pubblicata, Mediafax, non ha tardato a farla rimuovere.
Evidentemente le conclusioni sono troppo scomode per il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per il colosso farmaceutico americano presieduto da Albert Bourla, e per tutti gli altri membri della Commissione che avrebbero taciuto su quello che appare come un enorme scandalo che vedrebbe la von der Leyen invischiata in un macroscopico conflitto di interessi.
L’inizio della farsa pandemica e della “cura” dei vaccini
La storia inizia quando la farsa pandemica era già in corso verso la fine del 2020. I lettori probabilmente ricorderanno con poca nostalgia quell’orrendo periodo.
I media mainstream alimentavano il terrore di un “terribile” virus che secondo la loro narrazione stava mietendo molte vittime, quando in realtà già nei primissimi rapporti dell’ISS, istituto non di certo vicino a chi denunciava la truffa pandemica, emergeva chiaramente che le persone che morivano realmente con il Covid, ancora oggi non isolato, erano una piccolissima percentuale che non superava nemmeno il 2%.
La narrazione della farsa pandemica era stata già scritta ancora prima che questa iniziasse ufficialmente quando nel gennaio del 2020 si riuniva il forum di Davos che aveva già elaborato la sua idea di società post-pandemica nella quale ci sarebbe stato il cosiddetto Grande Reset.
Il Grande Reset non è altro che la manifestazione di una società totalitaria nella quale gli ultimi residui spazi di sovranità nelle mani degli Stati nazionali vengono trasferiti verso le istituzioni transnazionali espressione della cosiddetta governance globalista.
In tale ottica, i vaccini erano stati designati già nel gennaio del 2020 come la “cura” ad una crisi artificiale che ancora doveva iniziare e i sieri sarebbero stati il mezzo per entrare nel Nuovo Ordine Mondiale, come dichiarò pubblicamente Luca Zaia, governatore del Veneto, ed uno dei vari esecutori di questo piano.
Verso la metà del 2020 partono dunque le negoziazioni tra la Commissione europea e la Pfizer per fornire agli italiani e agli europei la “cura” prestabilita da quei circoli globalisti che sin dai primi istanti hanno tirato le redini di quella che un ex colonnello russo dei servizi segreti, Kvachkov, ha definito efficacemente come “operazione terroristica del coronavirus”.
In questa storia entra in scena un personaggio fondamentale verso la fine del 2020 e i primissimi mesi del 2021.
Si tratta di Heiko Von der Leyen, marito della più nota Ursula. Heiko Von der Leyen è un medico tedesco di Hannover. Il dottor Von der Leyen ha studiato farmacologia, medicina interna e cardiologia all’università di Amburgo, e dal 1992 al 1996 ha anche svolto delle ricerche per conto della famosa università americana di Stanford.
Nel 2005 diviene il direttore del centro di test clinici della sua città natale, Hannover. Fino agli anni più recenti, il marito del presidente della Commissione europea ha continuato a svolgere la sua attività prevalentemente per la clinica tedesca.
Nel dicembre del 2020 poi entra improvvisamente nel consiglio di amministrazione di una società americana, Orgenesis, che sembra essere strettamente legata alla Pfizer.
Alcuni hanno sollevato delle perplessità su questo trasferimento improvviso del dottor von der Leyen perché fino a quel momento le sue qualifiche e la sua attività non sembravano fare di lui un ricercatore scientifico di grosso spessore internazionale.
L’incarico ricevuto all’Orgenesis che ha sede nel Maryland, negli Stati Uniti, potrebbe essere la chiave per comprendere l’intera vicenda legata alla fornitura dei vaccini.
Orgenesis aveva già sviluppato nel 2020 dei vaccini cellulari per la cura del Covid-19. Il legame tra Orgenesis e la Pfizer sembra essere nel suo azionariato.
Se infatti consultiamo i principali azionisti delle due società americane troviamo che entrambe sono partecipate dagli onnipresenti fondi di investimento di Vanguard e BlackRock.
Ci è capitato già in altre occasioni di parlare di questi due fondi di investimento che risultano essere degli enormi contenitori delle più grosse multinazionali del pianeta.
Dentro di essi c’è praticamente tutto. C’è la Coca-Cola, c’è la IBM, c’è la Shell, c’è General Motors, c’è Microsoft e c’è tutto il cartello farmaceutico noto negli USA come Big Pharma rappresentato da Pfizer e GlaxoSmithKline, tra gli altri.
Gli azionisti e i veri proprietari di Vanguard e BlackRock non sono noti ed è possibile risalire ai loro nomi solamente attraverso le partecipazioni e gli investimenti degli azionisti presenti nelle società partecipate.
È Vanguard stessa ad affermare nel suo sito che non c’è un elenco degli azionisti del fondo, e questo sembra chiaramente mettere in evidenza una volontà alquanto sospetta di mascherare i veri proprietari di questa società.
Se però guardiamo come accennavamo poco fa a coloro che hanno messo i propri soldi nelle altre società partecipate, troviamo i soliti nomi.
Troviamo i nomi dei Rothschild, della famiglia Rockefeller, di Bill Gates, dei banchieri Morgan e dei colossi della chimica americana Dupont.
Troviamo quella struttura di potere oligarchica che ha in mano l’economia del pianeta.
Sono questi i proprietari della Pfizer e sono questi i proprietari di Orgenesis, per la quale Heiko von der Leyen ricopriva l’incarico del quale abbiamo detto in precedenza.
Il marito della Von der Leyen ha ricevuto 760 milioni di dollari in commissioni?
Tra la fine del 2020 e l’inizio del primo trimestre le negoziazioni tra la Pfizer e la Commissione europea entrano nel vivo e gli scambi di messaggi telefonici, poi spariti come vedremo successivamente, tra la von der Leyen e Albert Bourla si fanno sempre più fitti.
A maggio del 2021, c’è la firma del contratto. L’Unione europea ha firmato con il colosso farmaceutico americano un contratto di fornitura che ha previsto l’acquisto di 1,8 miliardi dosi di vaccino al prezzo di circa 20 dollari a dose.
Il risultato dell’affare è un fiume di denaro pari a 36 miliardi di dollari che escono dalle casse dell’UE e quindi anche dalle casse dello Stato italiano, terzo contributore netto di Bruxelles, e finiscono in quelle della Pfizer.
Ora l’aspetto che non è stato considerato dai media italiani ed europei è quello che riguarda il business delle commissioni.
A tali livelli, anche una piccola commissione del 2% per chi procura l’affare può rilevarsi come una cifra enorme pari a svariati centinaia di milioni di euro.
Secondo quanto riporta Adrian Onciu, la Pfizer una volta conclusa la vendita dei vaccini, avrebbe trasferito circa 760 milioni di dollari dalle sue casse a quelle della Orgenesis, società per la quale appunto lavorava il dottor von der Leyen.
E la forma attraverso la quale tale ingente somma sarebbe stata trasferita è con un bonus di prestazione elargito direttamente a Heiko von der Leyen.
Se il giornalista rumeno ha ragione, si tratterebbe del più grosso scandalo di conflitto di interessi e di corruzione mai visto nella storia dell’UE, istituzione tutt’altro che trasparente per quello che riguarda i finanziamenti ricevuti dai vari commissari che oltre a guadagnate stipendi da favola ricevono fondi da vari lobby e istituzioni finanziarie per tutelare meglio gli interessi di queste.
Bruxelles è quel posto dove affluisce una immensa quantità di denaro da centri di affari verso la Commissione europea che non ha cuore certo gli interessi dei vari cittadini europei, che non eleggono i commissari e di cui spesso ignorano persino i nomi, ma di coloro che versano i soldi nei vari conti all’estero dei commissari europei.
È quanto pare sia accaduto a Stella Kyrikiades, commissario UE alla Salute, che risulta aver preso 4 milioni di dollari dopo la firma del contratto sulla fornitura dei vaccini firmato con la Pfizer.
Questa storia però che vedrebbe coinvolto il presidente della Commissione europea in un enorme scandalo ha ricevuto una copertura mediatica pressoché inesistente.
Il marito della Von der Leyen era finito nelle cronache europee per un altro conflitto di interessi la cui portata appare microscopica di fronte a quello di cui abbiamo appena scritto.
Il medico tedesco faceva infatti parte di un progetto di ricerca dell’università di Padova finanziato dall’UE per lo sviluppo di farmaci fondati sulla tecnologia a RNA.
I contributi che avrebbe dovuto ricevere la Orgenesis sarebbero stati pari a 200mila euro all’anno.
In seguito all’emergere di questa notizia, Heiko Von der Leyen ha rinunciato al suo ruolo presso l’università veneta ma nessuna attenzione è stata posta invece sull’altro grosso scandalo relativo all’Orgenesis e nel quale c’è una enorme montagna di denaro che, secondo Onciu, sarebbe finito direttamente alla famiglia di Ursula Von der Leyen come premio per aver firmato il contratto dei vaccini con la Pfizer.
Viene quasi da pensare che la storia delle dimissioni dal progetto UE dell’Università di Padova sia stata data in pasto all’opinione pubblica dai media mainstream per distrarre invece dall’altro enorme scandalo che riguarda le commissioni ricevute per i vaccini.
È una storia della quale ancora si può venire a capo ricostruendo il percorso che queste cifre hanno svolto nonostante il presidente della Commissione europea si sia adoperato per rimuovere le tracce delle negoziazioni con la Pfizer quando ha cancellato tutti i suoi messaggi dal suo cellulare.
Una pratica alla quale la Von der Leyen non sembra essere nuova perché durante il suo mandato al ministero della Difesa tedesco sembrava avvezza alla stessa “pratica” quando cancellava i messaggi di testo con le varie imprese alla quali l’ex ministro elargiva commesse militari pagate molto profumatamente.
Non è stata scritta una parola al riguardo di questo caso dai media europei che come dicevamo prima si sono concentrati su un piccolo conflitto d’interessi per nascondere quello enorme che più riguarda da vicino i soldi che gli italiani e gli altri cittadini europei hanno dato a Bruxelles.
Soldi che sono finiti nelle casse della Pfizer e forse in quelli della famiglia Von der Leyen.
Il procuratore pubblico europeo, la rumena Laura Kovesi alquanto controversa in patria, ha aperto un’inchiesta l’anno passato sulla fornitura dei vaccini ma non ha mai minimamente sfiorato questa storia e non ha rivolto nessuna domanda al presidente della Commissione UE su queste commissioni dorate.
Ad oggi, nessun giornalista, salvo Adrian Onciu, ha mai posto una domanda una domanda sulle commissioni ricevute dal contratto dei vaccini a Ursula Von der Leyen e al suo consorte.
Lo facciamo noi anche se probabilmente non riceveremo risposta ma magari se questa domanda verrà posta insistentemente da molti italiani ed europei al presidente della Commissione europea forse questa sarà costretta a smettere di non sentire.
A tutto questo, si deve aggiungere una considerazione finale che riguarda la sicurezza dei sieri. Era stato detto al pubblico europeo che tali vaccini erano sicuri nonostante fossero sperimentali ma ora emerge proprio dal contratto della UE firmato con la Pfizer che la Commissione europea sapeva perfettamente che questi sieri potevano provocare effetti avversi sconosciuti.
Quando vediamo le cronache locali riempite di notizie di morti dovute a malori improvvisi e quando vediamo incidenti come quello del bus di Mestre, il cui autista era vaccinato, viene da pensare alla correlazione causa, vaccini, ed effetto, ovvero aumento della mortalità senza precedenti.
E anche a questa domanda che Ursula Von der Leyen dovrebbe rispondere. Non solo c’è da chiarire un potenziale enorme conflitto di interessi ma c’è da chiarire come l’Unione europea e i vari governi abbiano giocato alla roulette russa con la vita dei cittadini, spesso costretti obtorto collo ad assumere i sieri.
Sono crimini a nostro avviso troppo enormi e ai quali i responsabili, almeno coloro che hanno eseguito nelle varie classi politiche europee, difficilmente potranno sfuggire.
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Fantastico pezzo Cesare. Sei veramente un faro per me. Grazie per quello che fai .
Ti ringrazio, Mauro.