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Cesare Sacchetti

2025: la strategia del terrore globale, il crollo dell’anglosfera e della repubblica di Cassibile

03/01/2025

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di Cesare Sacchetti

Il 2025 è iniziato sulla stessa falsariga della fine del 2024, ovvero all’insegna degli attentati esplosivi e dei soliti “accoltellatori solitari” che ormai sono diventati un appuntamento fisso dopo l’operazione di Charlie Hebdo in Francia.

In Germania e in Italia, lo stesso identico giorno, la notte di San Silvestro, si sono attivati improvvisamente due uomini, un siriano e un egiziano, che hanno iniziato ad accoltellare casualmente le persone per strada fino a quando le forze dell’ordine non sono intervenute, e nel primo caso, quello del siriano a Solingen, hanno arrestato l’uomo, mentre nel secondo, quello dell’Italia, l’immigrato non è nemmeno stato preso vivo ed è stato ucciso da un carabiniere di Rimini.

La sceneggiatura è quasi sempre la stessa, e a volte sorprende che si devi da questa quando un attentatore viene preso vivo, anche se mai le autorità cercano di capire se questi terroristi siano veramente tali oppure se siano i classici candidati manciuriani che vengono addestrati e programmati dai servizi per le classiche operazioni note nel mondo della intelligence come “false bandiere”.

Attraverso tale espressione si intendono quegli attentati che vengono messi in atto dai servizi che utilizzano questi agenti controllati tramite varie tecniche del pensiero, su tutte il famigerato programma della CIA, MK Ultra, per inscenare atti terroristici da attribuire a sigle quali l’ISIS o Al Qaeda, che in realtà non sono altro che dei marchi creati appositamente dai servizi segreti per realizzare appunto questi attentati.

Se ancora si pensa che il terrorismo sia in larga parte una sorta di fenomeno spontaneo e sporadico si è in errore, e si ignorano evidentemente i principi della strategia della tensione del secolo scorso che seminò in Italia una lunga scia di sangue.

Le evoluzioni della strategia della tensione

La strategia della tensione nasce per delle logiche puramente contenitive quali le esigenze da parte dell’apparato Euro-Atlantico di utilizzare una minaccia terroristica artificiale, nel secolo passato prevalentemente di impronta comunista e marxista o “neofascista”,  per agitare davanti agli occhi dell’opinione pubblica lo spauracchio di una minaccia che incombe sul Paese e respingere qualsiasi tentativo di uscire dal perimetro tracciato dalla NATO.

Negli attentati quali quello di piazza Fontana, dell’Italicus, della strage di Bologna è stata riscontrata più volte la presenza di quegli elementi dei servizi angloamericani che volevano insanguinare l’Italia per impedire a questa non tanto di entrare nel blocco sovietico, ma piuttosto di lasciare la NATO e riconquistare quello spazio di sovranità che è andato perduto dopo l’infame armistizio di Cassibile del 1943.

Nel secolo attuale invece il nemico non assume più le sembianze del comunismo ma piuttosto quelle del terrorismo islamico che è stato utilizzato come pretesto per scatenare le guerre contro l’Afghanistan e l’Iraq, nonostante negli attentati dell’11 settembre si rilevasse più volte la presenza della partecipazione dei servizi angloamericani e soprattutto del Mossad.

Non passarono difatti nemmeno 3 giorni dopo da quegli attacchi che l’FBI, così poco efficiente nel prevenirli e così invece “efficiente” nell’individuare i presunti responsabili, pubblicava una lista dei 19 presunti dirottatori anche se 8 di questi erano vivi e vegeti, e nessuno degli accusati sapeva nemmeno pilotare un aereo.

I 19 presunti responsabili degli attentati dell’11 settembre. Nessuno di loro risulta nelle liste dei voli di quel giorno

Già allora era chiaro che le autorità stavano semplicemente rubando le identità di persone che nulla  avevano a che fare con gli attentati perché il loro compito non era quello di risalire alla verità, ma quello di nasconderla e di sostenere la narrazione voluta da Washington e dal movimento sionista mondiale che aveva bisogno di imputare la responsabilità degli attacchi all’islamismo per perseguire il progetto di espansione dello stato ebraico.

Se si fosse veramente voluta cercare la verità, si sarebbe dovuto chiedere qualcosa di più, ad esempio, ai famigerati 5 israeliani del Mossad che danzavano felici davanti al crollo delle Torri oppure agli investitori della finanza ebraica di New York che prima dell’11 settembre scommettevano al ribasso contro le compagnie aeree coinvolte negli attentati e accumulavano così una fortuna su una tragedia di cui evidentemente già erano a conoscenza in anticipo.

Anche Larry Silverstein, il proprietario di origini ebraiche delle due Torri, bisognerebbe chiedere qualcosa considerato che il ricco proprietario immobiliare aveva, casualmente, stipulato una polizza di assicurazione che prevedeva l’esborso di un enorme premio, più di 4 miliardi di dollari, in caso di attacco terroristico eseguito con degli aerei contro gli edifici.

La preveggenza sembra essere un dono dalle parti di quegli ambienti sionisti ed ebraici che mai ovviamente sono stati chiamati in causa per gli attentati di quel giorno.

Stavolta, nella fase presente, ci si trova di fronte ad una evoluzione, per cosi dire, della strategia della tensione.

Se in passato determinati attentati servivano a lasciare immutato un certo status quo, la presenza dell’Italia nel blocco atlantico, o il progetto espansivo della Grande Israele, stavolta pare di essere più di fronte ad una logica del mero sabotaggio che vuole cercare di avvelenare i pozzi prima della inevitabile fine dell’ordine Euro-Atlantico costruito da Roosevelt e Churchill a Yalta e che ormai sta venendo definitivamente meno.

Gli Stati Uniti sono ad un passo dal consumare il definitivo divorzio con l’anglosfera e sono vicini a riappropriarsi interamente della loro sovranità delegata in passato al governo segreto di Washington, composto ovviamente dai soliti Bilderberg, Council On Foreign Relations e Bohemian Grove, ma soprattutto da pericolose sette sioniste quali Chabad Lubavitch che esercitava una enorme influenza presso le istituzioni politiche americane.

Trump sta per portare a termine il piano che era iniziato già 8 anni orsono quando decise di mettere fine alla globalizzazione e di portare via gli Stati Uniti dalla NATO, l’organizzazione atlantica che è stata per tutto il secolo scorso e parte di quello attuale, il vero braccio armato di quei poteri che aspirano alla costruzione di un Nuovo Ordine Mondiale.

Gli attentati multipli in serie, senza precedenti, al presidente americano non sono altro che l’espressione di quella furia assassina di quegli ambienti mondialisti e sionisti che hanno cercato in ogni modo di riappropriarsi degli Stati Uniti, senza riuscirci.

Adesso si ha di fronte una reazione ancor più rabbiosa e scomposta di questi architetti del caos che stanno lasciando ormai le loro tracce ovunque.

Il ruolo dei militari nelle stragi in America

A Las Vegas, ad esempio, il guidatore che ha fatto esplodere davanti alla Trump Tower di Las Vegas il suo furgone Tesla, Matt Livelsberger, era un ex membro delle forze speciali americane, i berretti verdi, che è stato utilizzato come una sorta di candidato manciuriano e mandato a morire in una missione suicida pur di mandare un chiaro messaggio sia ovviamente a Trump che ad Elon Musk.

Il profilo Linkedin di Matt Liverlsberger

Sono avvertimenti mafiosi, o ancora più precisamente, di chiaro stampo massonico da parte di un potere morente che ormai pur di lasciare la scena sembra deciso a fare tutto il possibile per causare il più alto numero di vittime civili prima di lasciare la scena.

Anche a New Orleans sembra essersi messa in moto la macchina delle false bandiere tanto che sul furgone che ha causato la strage investendo e sparando contro diversi passanti, è stata trovata una bandiera dell’ISIS, ed è sembrato ancora una volta di tornare indietro ai tempi dell’11 settembre, quando gli agenti dell’FBI, “miracolosamente”, riuscirono a rinvenire i passaporti dei terroristi che si erano scagliati con gli aerei sulle Torri sul marciapiede dopo il crollo degli edifici, mentre delle scatole nere che avrebbero potuto far vedere cosa è veramente accaduto non ci fu traccia.

A rendere ancora più evidente che la sparatoria di New Orleans sia stata probabilmente eseguita da apparati dell’intelligence e dello stato profondo militare è il fatto che lo sparatore della Louisiana, tale Shamsud-Din Bahar Jabbar, ha prestato servizio per 8 anni nell’esercito americano presso la base di Fort Bragg, la stessa nella quale era operativo il citato attentatore di Las Vegas, Matt Livelsberger.

A Fort Bragg poi era di casa un altro personaggio come Ryan Routh, il secondo aspirante assassino di Trump che lo scorso settembre si era appostato tra i cespugli del club del golf del presidente per provare a sparagli con un AK-47.

Ryan Routh, il secondo aspirante assassino di Trump

L’ISIS, come si vede, è soltanto il travisamento di quegli ambienti dello stato profondo militare che si servono di questo marchio per mettere in scena le famigerate false bandiere.

Non si è fatto nemmeno in tempo a commentare quanto accaduto a New Orleans che la macchina della paura globale ha messo in atto altre due sparatorie, una a New York e un’altra in Montenegro, e anche in tali occasioni il copione è sempre lo stesso.

Si attiva un “folle” solitario che per ragioni sconosciute inizia a sparare contro le persone e non si può non vedere che dietro tale modus operandi si cela costantemente una collaudata logica degli apparati dei servizi che utilizzano da decenni ormai questi candidati manciuriani per realizzare stragi di vario tipo e attuare così agende politiche prestabilite.

Come si diceva in precedenza però questi attentati non sembrano concepiti in questa fase tanto per raggiungere obiettivi che ormai sono sfumati, quanto per inseguire la logica del sabotaggio e seminare il caos in una logica ormai chiaramente ritorsiva.

Trump sembra già deciso a lasciare la NATO e attende soltanto che le sue richieste di aumentare le spese contributive degli Stati membri al 5% del PIL vengano rifiutare per farlo.

La fine della NATO e della Repubblica di Cassibile

La trasformazione che avverrà sarà radicale. Verrà messo fine sia al ruolo della NATO stessa e alla sua funzione di salvaguardia della aspirata governance globale, ma verrà anche meno il ruolo di quelle impalcature sovranazionali che si sono sostituite agli Stati nazionali dopo la seconda guerra mondiale.

La sovranità non sarà più affare di quei ristretti circoli del potere finanziario e massonico che si radunano a Londra e Washington per poi diramare le loro istruzioni ai vari governi internazionali.

Il potere tornerà nelle mani degli Stati tornati finalmente reali entità politiche e giuridiche e non più soltanto simulacri nelle mani di finanza e massoneria.

Nel caso dell’Italia si arriverà alla inevitabile fine di Cassibile ed è questo che sconcerta di più le comparse della politica italiana che nel corso degli ultimi 35 anni, dopo il golpe di Mani Pulite, hanno agito per trasferire la residua sovranità del Paese verso i centri del potere internazionale senza preoccuparsi della devastazione sociale da loro procurata attraverso la fine della sovranità monetaria ed economica prima, e della crisi sanitaria attraverso la distribuzione dei letali sieri poi.

I traditori della patria si annidano ai piani più alti della repubblica di Cassibile ma le notti di costoro sono sempre più tormentate e incerte.

Sanno che non potranno superare indenni questa fase storica e allora non possono fare altro che subirla oppure continuare a scannarsi in una guerra tra bande nella speranza che la morte del vecchio sodale possa aiutare l’altro a mettersi in salvo.

La sensazione generale resta però immutata. Più si guarda da vicino questa crisi strutturale della repubblica fantoccio concepita a Cassibile, più ci si convince che questo sembra essere davvero l’ultimo atto di questa marcia democrazia liberale che ormai è totalmente separata dalle istanze del popolo e non ha pensato altro che ad arricchirsi a discapito di milioni di italiani.

Gli argini sono stati rotti. E’ stato superato il punto di non ritorno dopo il quale il popolo rifiuta la liberal democrazia in quanto il primo ha ormai compreso che la seconda è fatta per la felicità di pochi e per l’infelicità invece di molti.

Non c’è modo di arrestare tale crisi che con il passare delle settimane e dei mesi potrà soltanto che aggravarsi anche perché non c’è modo per gli attori che occupano le istituzioni di poter invertire la rotta.

Si va avanti a vista, e si subisce, come si diceva in precedenza, gli eventi senza poter fare nulla.

L’ultimo che ancora prova invano a riaffermare il vecchio status quo non è nemmeno il governo Meloni, disinteressato e latitante, ma il presidente Mattarella, sul quale negli ultimi giorni sono circolate indiscrezioni sul suo presunto precario stato di salute.

Nessuno tra i media mainstream, né tantomeno tra quelli della falsa controinformazione, si è soffermato a far notare come il capo dello Stato abbia saltato l’inaugurazione del Giubileo lo scorso 24 dicembre, e questo pare essere la conseguenza di un segnale preciso dall’alto di non accennare neanche di sfuggita alla scottante questione.

Non ha comunque molto importanza. Se davvero Mattarella non sta bene come sostengono alcuni, non sarà l’arte del far finta di nulla a risolvere i problemi del decadente establishment italiano.

Il nodo verrà al pettine così come stanno già venendo al pettine quelli di un sistema politico sempre più avvitato su sé stesso e sempre più lontano dal popolo italiano.

L’analisi politica, sociale ed economica porta inevitabilmente a concludere che questo possa essere veramente l’epilogo dell’anglosfera e della sua creatura, la repubblica di Cassibile.

Sembra davvero che le profezie dei grandi santi italiani quali padre Pio sul futuro ritorno della monarchia siano veramente alle porte.

Sono questi tempi straordinari perché si è testimoni diretti della fine di una vecchia epoca decadente e corrotta e dell’inizio di una nuova che sarà molto diversa da quella precedente.

Il 2025 sembra portare con sé queste premesse ma si tenga ben presente che gli architetti del caos faranno di tutto per seminare paura e more prima di esalare il loro ultimo fetido respiro.

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16 Commenti

  1. Alice

    -17(Q) giorni.

    Quadro sinottico perfetto.

    Un caro e stimato saluto,
    Alice

    Rispondi
  2. Isabel.

    Buongiorno, Cesare. Il tuo articolo di oggi è molto illuminante. Evidentemente siamo di fronte alla fine di un’era in cui icorrotti e traditori si sono impossessati della buona volontà di un popolo addormentato. Forse sta arrivando il momento del RISVEGLIO. Speriamo, con l’aiuto dello SPIRITO SANTO, che l’umanità continui a resistere agli ultimi colpi di questi psicopatici che l’attaccano da così tanto tempo. Preghiamo affinché le nuove generazioni sappiano togliere i veli che nascondono la VERITÀ e smascherare tutti coloro che ci hanno bombardato di MENZOGNE. Grazie per il tuo spazio di eccellenza. Imparo ogni volta che ti leggo e rimango a riflettere… Da Mendoza, Argentina: un grande saluto per te.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Ti ringrazio, Isabel. Ogni giorno che passa cresce la consapevolezza.

      Rispondi
  3. Giuseppina Di Vico

    Bellissimo articolo che infonde molte speranza di cui gli italiani hanno tanto bisogno. Condivido le parole di Isabel. Grazie Dott. Sacchetti, le auguro Buon Anno.

    Rispondi
  4. sonia toni

    Come vedi il rapporto fra Israele e Trump?

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Ne ho scritto diverse volte, Stefania. Trump è detestato dal sionismo perché ha deciso di mettere fine alle guerre permanenti in Medio Oriente.

      Rispondi
  5. Carmine andrea Caruso

    In attesa degli eventi, meglio è rimanere fermi in ogni tipologia sia professionale, imprenditoriale e artigianale. Mettiamo il mondo in serie difficoltà a tal punto che gli attuali gestori del mondo si auto-eliminano senza farsi mai più vedere.

    Rispondi
  6. luigi

    Scusi Sacchetti , ma uscire dalla Nato di Trump , comporta anche lo smantellamento delle basi americane nei paesei europei , come Aviano Ghedi ecc ? , ci sono speranze su questo o resta solo un’ utopia ?

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      La NATO non è di Trump, Luigi. Se gli Stati Uniti escono, è finita. Sono loro i principali contributori. Viene meno tutto.

      Rispondi
      • Vittorio

        Grandissimo come sempre Cesare.
        Solo un appuntamento, per evitare fraintendimenti a qualche lettore non molto addentrato in certe questioni.
        Cassibile non fu “armistizio”, ma “resa incondizionata”, da cui scaturì il “dettato di pace” (cit.) firmato qualche anno dopo da De Gasperi, famigerato ed infamante articolo 16 incluso.
        Tradimento del popolo italiano senza ombra di dubbio, questo si….
        E. Buon Anno di cuore….e GRAZIE!

        Rispondi
        • La Cruna dell'Ago

          Ti ringrazio, Vittorio. Per convenzione si usa l’espressione “armistizio” anche se poi non c’è stata una negoziazione ma una resa incondizionata. Buon anno anche a te!

          Rispondi
  7. Maria

    Bell’articolo, come sempre, del resto. Sono estremamente fiduciosa nelle sue parole, Dott. Sacchetti, e nella lucida analisi dei fatti. Fermezza e fiducia sono le parole con cui bisognerà affrontare questi tempi. Con immutata stima.

    Rispondi
  8. Gustavo

    Difficile discordare dalla maggior parte di cio che scrivi. Ma la domanda è sempre una: dove possono essere i centri di aggregazione politica possibile per RINEGOZIARE il nostro rapporto con gli USA di Trump e il mondo intero? hai delle proposte da fare?

    Rispondi

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